Per un codice della cucina lombarda Introduzione
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FIORI DI ZUCCA RIPIENI ALL’ORTOLANA<br />
Come in altre vivande, la denominazione all’ortolana indica la presenza di diversi ortaggi.<br />
Preparazione per 6 porzioni<br />
Tipologia: Vegetali ed uova<br />
Stagionalità: Primavera, Estate<br />
Difficoltà: Media<br />
Tempo esecuzione: 60 minuti<br />
Tecnica di cottura: Cottura in forno, Lessatura<br />
Utensili:<br />
pentola, setaccio, ciotola, teglia<br />
Ingredienti:<br />
FAGIOLINI VERDI (100 g), ZUCCHINE (100 g),<br />
PATATE (150 g), FORMAGGIO GRANA GRAT-<br />
TUGIATO (50 g), BURRO (40 g), FIORI DI<br />
ZUCCA (n.12), UOVA (n.1), BASILICO (10 foglie),<br />
AGLIO (1 spicchio), OLIO DI OLIVA (2<br />
cucchiai), SALE (q.b.), PEPE (q.b.)<br />
Esecuzione:<br />
• Pulire e lessare le zucchine, le patate e i fagiolini<br />
• Scolarli e passarli al setaccio<br />
• Mettere il ricavato in <strong>un</strong> tovagliolo e strizzarlo<br />
bene per levare l'acqua contenuta nelle<br />
verdure<br />
• Versare il passato in <strong>un</strong>a ciotola, <strong>un</strong>ire l'uovo,<br />
l'aglio pestato col basilico, quindi il grana<br />
e il burro fuso<br />
• Salare e pepare e amalgamare bene<br />
• Riempire i fiori di zucca con l'impasto richiudendo<br />
bene i petali<br />
• Ungere i fiori di olio, accomodarli in <strong>un</strong>a teglia<br />
e passarli in forno caldo (180° C) per<br />
15-20 minuti togliendoli quando sono dorati<br />
• Servire subito<br />
Note: elogio <strong>della</strong> leggerezza e dei profumi<br />
La gastronomia popolare non disdegnava, in<br />
passato, trasformare i fiori, anche i più com<strong>un</strong>i,<br />
in alimenti talvolta raffinati. La pratica moderna<br />
ha portato a dimenticare molte ricette floreali di<br />
<strong>un</strong>a volta, di cui resta però testimonianza nei ricettari.<br />
In tutta l’Italia del Nord, ed in particolare<br />
in Lombardia, regione legata alla <strong>cucina</strong> <strong>della</strong><br />
zucca, i fiori <strong>della</strong> invadente cucurbitacea si preparavano<br />
anche fritti con la pastella (con o senza<br />
ripieno). Si friggevano inoltre i fiori di robinia<br />
e quelli di sambuco, per ricavarne frittelle e frittate,<br />
come già si legge nell’anonimo Libro per<br />
cuoco veneziano del XIV secolo. I fiori di sambuco<br />
entrano ancora oggi nella ricetta pan de<br />
mej, preparato in tutta la regione, e in quella<br />
del dolce tipico di Chiavenna, il fiurètt. Petali di<br />
rosa davano teneri riflessi e intensi profumi al<br />
rosolio e al nocino dei nostri nonni; violette can-<br />
dite ornavano biscotti e dolciumi dal sapore di<br />
altri tempi.<br />
L’elaborazione dei fiori di zucca, richiede alc<strong>un</strong>e<br />
precauzioni. Intatti e appena raccolti, devono<br />
essere trattati con estrema cura per non romperli<br />
durante il lavaggio e l’asciugatura. Unico<br />
accorgimento per la preparazione è di togliere il<br />
ped<strong>un</strong>colo esterno e il pistillo interno, che in alc<strong>un</strong>i<br />
casi risulta amaro.<br />
Varianti:<br />
Il ripieno può essere integrato con foglie di<br />
basilico o di prezzemolo, con mollica di pane<br />
ammollata nel latte o anche con prosciutto cotto<br />
tritato finissimo o salsiccia (nel qual caso l’ortolana<br />
passa in salumeria). Anziché cuocerli in<br />
forno, alc<strong>un</strong>i ricettari prescrivono di friggere i<br />
fiori, previa infarinatura o dopo <strong>un</strong> rapido bagno<br />
in pastella di farina, latte e uova.<br />
Abbinamenti:<br />
Sia come secondo sia e soprattutto come stuzzicante<br />
antipasto per <strong>un</strong>a pranzo che non preveda<br />
altre cotture in olio. Vino Franciacorta Rosato<br />
Spumante, fruttato e fragrante di lieviti.<br />
L’ingrediente: l'arte del ripieno<br />
Il riempimento di <strong>un</strong> involucro inconsistente,<br />
come quello dei fiori <strong>della</strong> zucca, tende a rinnegare<br />
la natura aerea e la leggerezza del contenitore:<br />
è <strong>un</strong>’operazione ad alta carica simbolica<br />
che riporta idealmente all’immagine dell’uovo e<br />
al meccanismo <strong>della</strong> sorpresa (come le scatole<br />
cinesi e le matrioske russe). La gastronomia alta<br />
ha saputo sfruttare con eccezionale maestria<br />
e spirito decorativo, da Apicio al Messisbugo,<br />
dallo Scappi allo Stefani, la meraviglia derivante<br />
dall’apertura di <strong>un</strong> corpo contenente <strong>un</strong> altro<br />
corpo, ripieno semmai di altre materie commestibili.<br />
La <strong>cucina</strong> popolare ha guardato invece<br />
meno alla forma e più alla sostanza e ha collaudato,<br />
nel corso dei secoli, impasti infallibili, con<br />
pochi e semplici ingredienti: pane secco, castagne,<br />
patate, formaggio, latte, uova, frutta secca,<br />
aromi, talvolta <strong>un</strong> po’ di salsiccia. Salvo alc<strong>un</strong>i<br />
esempi più elaborati, provenienti dalla tradizione<br />
principesca rinascimentale (i tortelli con<br />
la mostarda), i ripieni <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> si<br />
giocano tutti su quei pochi elementi. Sia che si<br />
tratti di riempire <strong>un</strong>a trota o <strong>un</strong>a tinca, di farcire<br />
il cappone natalizio o di fare l’impasto per i ravioli,<br />
pochi spostamenti aromatici sono sufficienti<br />
ad offrire profilo e carattere alla genericità<br />
dell’impasto di base (timo e lauro per i pesci;<br />
salvia e rosmarino per le carni; noce moscata,<br />
chiodi di garofano e cannella per le paste).<br />
<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Cremona e Cremasco