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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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PAN DE MEJ<br />

Pan de mein, de meitt, pandemèinn (cioè pane di miglio) o anche paniga (sambuco) per i fiori<br />

di questa pianta con cui viene decorato. Il nome ricorda l’ingrediente che fino al XVII secolo<br />

era impiegato ordinariamente nella panificazione e nella preparazione di dolci rustici. Nelle<br />

ricette pubblicate dal ‘700 in poi, l’ingrediente principale risulta sempre la farina di mais.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Dolci<br />

Stagionalità: Tutto l'anno<br />

Difficoltà: Modesta<br />

Tempo esecuzione: 120 minuti<br />

Tecnica di cottura: Cottura in forno<br />

Utensili:<br />

setaccio, zuppiera, tovagliolo, placca da forno<br />

Ingredienti:<br />

FARINA GIALLA A GRANA FINE (200 g), FARINA<br />

GIALLA A GRANA GROSSA (100 g), FARINA<br />

BIANCA (150 g), BURRO (150 g), ZUCCHERO<br />

(100 g), LIEVITO DI BIRRA (15 g), UOVA (n.3),<br />

LATTE (q.b.), FIORI DI SAMBUCO (3 cucchiaini),<br />

ZUCCHERO VANIGLIATO (q.b.), OLIO (q.b.),<br />

SALE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Mescolare insieme le tre farine e poi setacciarle<br />

sulla spianatoia<br />

• Aggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> pizzico di fiori di sambuco, <strong>un</strong><br />

po' di sale, lo zucchero, le uova e il burro fatto<br />

prima fondere<br />

• Mescolare con cura e <strong>un</strong>ire il lievito sciolto<br />

con poco latte tiepido<br />

• Impastare bene gli ingredienti <strong>un</strong>endo, se<br />

necessario, altro latte<br />

• Fare con la pasta <strong>un</strong>a palla, metterla in <strong>un</strong>a<br />

zuppiera, coprirla con <strong>un</strong> tovagliolo e lasciarla<br />

lievitare per <strong>un</strong>'ora in luogo tiepido<br />

• Trascorso questo tempo, <strong>un</strong>gere con olio <strong>un</strong>a<br />

placca da forno e spolverizzarla con farina<br />

bianca<br />

• Fare con la pasta tante pagnottine lievemente<br />

schiacciate, di circa 10 cm di diametro e<br />

metterle sulla placca tenendole distanziate<br />

perché cuocendo tendono ad allargarsi<br />

• Cospargere i pani con <strong>un</strong> po' di zucchero vanigliato<br />

e fiori di sambuco<br />

• Cuocerli in forno caldo (190° C) per 30 min.<br />

Note: a far la frolla gialla<br />

Questo dolce rustico, come altri diffusi ov<strong>un</strong>que<br />

nel territorio lombardo (la sbrisulona mantovana,<br />

la torta di polenta del Varesotto, il melegòt<br />

cremonese ecc.) non è che <strong>un</strong>a sorta di pasta<br />

frolla ottenuta con miscele variamente proporzionate<br />

di farina di mais e di frumento. Nei ricettari<br />

più antichi, infatti, non è previsto l’uso<br />

del lievito, che invece compare quasi regolarmente<br />

nelle ricette fissate in periodi più recenti,<br />

per rendere il prodotto più leggero e meno friabile.<br />

Trattandosi di pasta frolla è consigliabile tentare<br />

di legare la farina aumentando leggermente la<br />

quantità di burro, senza usare uova, oppure con<br />

i soli tuorli, per evitare l’indurimento <strong>della</strong> pasta.<br />

La cottura va condotta a fuoco medio (mai<br />

superiore ai 190°) per impedire sgradevoli<br />

sbruciacchiamenti <strong>della</strong> crosta esterna.<br />

Varianti:<br />

A parte l’uso del lievito e le variazioni sul tema<br />

<strong>della</strong> pasta frolla esposte nella nota precedente,<br />

le differenze fra le varie formulazioni di questa<br />

ricetta sono relative alle proporzioni tra la quantità<br />

di farina bianca e gialla (nelle due macinature,<br />

a grana fine e a grana grossa), con oscillazioni<br />

talvolta anche del 50%. La scorza di limone<br />

e la vaniglia (o zucchero vanigliato) sono<br />

opzionali. Si preparano <strong>un</strong> po’ ov<strong>un</strong>que, secondo<br />

la stessa ricetta, dolcetti di pan de mej,<br />

chiamati meini fini, di pezzatura inferiore ai 100<br />

grammi. Talvolta non compare la panigada, e<br />

allora si parla di meini greggi.<br />

Abbinamenti:<br />

I greggi e i fini sono ottimi con il latte per colazione,<br />

ma reggono bene anche il ruolo di rompidigi<strong>un</strong>o<br />

sia al mattino (meglio di qualsiasi merendina<br />

industriale) che al pomeriggio con il tè.<br />

A fine pranzo, <strong>un</strong>a fettina di torta può essere<br />

servita alla maniera antica, con panera montata<br />

e castagne lesse, accompagnata da vino dolce o<br />

passito. Una volta si usava il vin del tecc, oggi si<br />

può fare ricorso a <strong>un</strong>o Sforzato valtellinese con<br />

<strong>un</strong> buon affinamento in bottiglia.<br />

L’ingrediente: il sambuco<br />

E’ <strong>un</strong> arbusto delle Caprifoliacee (Sambucus nigra),<br />

dal fusto ricco di midollo, considerato com<strong>un</strong>emente<br />

infestante. Ha fiori bianchi dall’odore<br />

penetrante, ri<strong>un</strong>iti in cime ombrelliformi,<br />

cui seguono drupe di piccole dimensioni e di colore<br />

nero o rosso. Fiori e frutti sono usati, sino<br />

dal tempo dei Latini, per preparati medici (tisane)<br />

e alimentari; in particolare ai frutti maturi<br />

(ottimi coloranti naturali) è riconosciuta ancora<br />

oggi <strong>un</strong>a leggera azione lassativa. Nella tradizione<br />

<strong>lombarda</strong>, con i fiori, oltre ai dolci, si prepara<br />

<strong>un</strong>a sorta di focaccia salata, impastata con<br />

strutto e sale, che pare diretta erede delle frictelle<br />

de sambugo e delle frittate già descritte nei<br />

ricettari padani del Medioevo, e che ancora si<br />

preparano specialmente nelle zone alpine. Maestro<br />

Martino da Como vi preparava <strong>un</strong>a speziatissima<br />

minestra in brodo. Con i frutti da soli<br />

o miscelati a frutti di bosco nella proporzione<br />

del 50%, si prepara <strong>un</strong>a marmellata, indicata<br />

per la ricopertura delle crostate.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Garda e Iseo

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