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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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POLENTA CON LA SALVIA<br />

Questa preparazione è des<strong>un</strong>ta da La <strong>cucina</strong> degli stomachi deboli, testo attribuito ad Antonio<br />

Dubini, medico lecchese, e stampato nel 1842 a Milano. La singolarità è quella dell'impiego<br />

dell’olio al posto del burro: il piatto risulta più leggero e digeribile, in linea con i dettami <strong>della</strong><br />

nuova igiene alimentare che si sta affermando a metà dell’800 e che troverà nell’Artusi il<br />

principale codificatore. La ricetta testimonia anche <strong>un</strong> altro fenomeno: quello del passaggio di<br />

molti piatti poveri dalla <strong>cucina</strong> contadina alla <strong>cucina</strong> del nuovo ceto emergente, la borghesia.<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Tipologia: Primi piatti asciutti<br />

Stagionalità: Tutto l’anno<br />

Difficoltà: Modesta<br />

Tempo esecuzione: 50 minuti<br />

Tecnica di cottura: Lessatura, frittura<br />

Utensili:<br />

paiolo, frustino, tagliere, mezzal<strong>un</strong>a, casseruola,<br />

asse per la polenta<br />

Ingredienti:<br />

FARINA DI MAIS (350 g); CIPOLLA (n.1, 60 g);<br />

ERBA SALVIA (q.b.); PREZZEMOLO (q.b.);<br />

ACCIUGHE SALATE (n.3, 120 g); FUNGHI<br />

SECCHI (50 g); OLIO (100 g); FARINA BIANCA<br />

(50 g)<br />

Esecuzione:<br />

• Portare al bollore 1,5 litri di acqua e salare<br />

• Versare a pioggia la farina, aiutandosi con <strong>un</strong><br />

frustino per evitare la formazione di grumi<br />

• Cuocere per 50 minuti<br />

• (nel frattempo): Mettere a fuoco vivo la casseruola<br />

con 70 g di olio<br />

• Aggi<strong>un</strong>gere la cipolla tagliata a pezzettini,<br />

l’erba salvia ed il prezzemolo tritati, le acciughe<br />

sminuzzate<br />

• Aggi<strong>un</strong>gere i f<strong>un</strong>ghi secchi, precedentemente<br />

ammollati in acqua tiepida e sminuzzati<br />

• Quando il composto sarà rosolato, versarlo<br />

sulla polenta e rimestare fino a completa cottura<br />

• Versare la polenta sull’apposita asse<br />

• Tagliare la polenta a fette<br />

• Infarinare e cuocere brevemente nel restante<br />

olio già riscaldato, sempre con <strong>un</strong> po’ di salvia<br />

Note: l'olio in Lombardia<br />

Dal p<strong>un</strong>to di vista alimentare, tanto sul Lario<br />

come in tutta la Lombardia, l’olio è stato utilizzato<br />

come condimento sempre e solo per le verdure<br />

o per friggere il pesce. Laddove l’olio di<br />

oliva non era disponibile, si utilizzavano <strong>un</strong><br />

tempo oli di semi di basso valore gastronomico,<br />

come l’olio di ravizzone, l’olio di noci o l’olio di<br />

semi di lino. Del resto l’olio era più importante<br />

come combustibile per le lampade. Soltanto a<br />

partire dall’inizio del XIX secolo, come te-<br />

stimoniato anche da tutta <strong>un</strong>a sezione del ricettario<br />

del Dubini dedicata app<strong>un</strong>to alla “<strong>cucina</strong><br />

d’olio”, si assiste alla timida comparsa dell’olio<br />

nella gastronomia locale e nelle abitudini familiari.<br />

Il fenomeno si è accentuato negli ultimi<br />

anni quando il burro è stato messo all'indice<br />

perché favorisce l'innalzamento del tasso di<br />

colesterolo nel sangue.<br />

Varianti:<br />

La ricetta proposta dal Dubini ha come paternità<br />

le polente pasticciate, diffuse in tutta la Lombardia,<br />

in cui gli stessi ingredienti (con in più la<br />

salsa di pomodoro, ma non l’acciuga) sono fritti<br />

nel burro e aggi<strong>un</strong>ti alla polenta tagliata a strati<br />

e condita con formaggio grattugiato. Anche l’uso<br />

del pesce salato (aringa, acciuga, ma anche i<br />

missultit sul Lario) è abbastanza tradizionale in<br />

tutta la fascia del nord Italia: la polenta ne attenua<br />

la sapidità e ne affina il gusto. In questo<br />

caso, la polenta è generalmente servita<br />

abbrustolita.<br />

Abbinamenti:<br />

"La pulenta la c<strong>un</strong>tenta" recita <strong>un</strong> vecchio proverbio<br />

lombardo, a significare il risultato di sazietà<br />

determinato dal suo consumo. I piatti a<br />

base di polenta, conseguentemente, vanno consumati<br />

come occasione <strong>un</strong>ica. E' adatto <strong>un</strong> vino<br />

rosso di pronta beva, di giusta acidità, dall’odore<br />

vinoso (Bonarda, Barbera).<br />

L’ingrediente: la salvia<br />

La Salvia officinalis è <strong>un</strong>a delle erbe aromatiche<br />

più presenti nella <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong>, se non altro<br />

perché ricorrente in <strong>un</strong>a associazione<br />

tradizionale con il burro e con l’aglio. “Erba delle<br />

donne” per eccellenza, poiché ricca di follicolina,<br />

era usata per favorire l’avvio del flusso<br />

mestruale ritardatario, ma soprattutto era<br />

ritenuta <strong>un</strong>a sorta di panacea efficace a riportare<br />

la salute agli ammalati, maschi o femmine che<br />

fossero: “Potrà mai cader morto / l’uomo cui<br />

cresce la salvia nell’orto?” recitavano i cerusici<br />

medioevali. Il burro nel quale era stata soffritta<br />

la salvia, oltre che per il condimento <strong>della</strong><br />

polenta, è usato per il riso in cagnone, per il<br />

risotto col persico, per molte fritture di pesce<br />

d’acqua dolce, per gli gnocchi, per i ravioli e i<br />

tortelli.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Brescia

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