Per un codice della cucina lombarda Introduzione
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RANE FRITTE<br />
E’ <strong>un</strong> piatto interregionale, diffuso in tutte le zone nelle quali la ricchezza d’acqua garantisce<br />
<strong>un</strong> consistente approvvigionamento di batraci. La presenza delle risaie ha dato sicuramente<br />
alla Lomellina il primato regionale nella <strong>cucina</strong> delle rane.<br />
Preparazione per 6 porzioni<br />
Tipologia: Pesci<br />
Stagionalità: Tutto l’anno<br />
Difficoltà: Media<br />
Tempo esecuzione: 60 minuti<br />
Tecnica di cottura: Frittura<br />
Utensili:<br />
pa<strong>della</strong> di ferro o friggitrice, schiumarola, carta<br />
assorbente<br />
Ingredienti:<br />
RANE PULITE (1200 g), UOVA (n.2), FARINA<br />
BIANCA 00 (50 g), SALE (q.b.), OLIO PER<br />
FRIGGERE (q.b.)<br />
Esecuzione:<br />
• Lavare e asciugare bene le rane<br />
• Incrociare le gambe delle rane sulla schiena<br />
• Infarinarle bene e passarle nelle uova sbattute<br />
con poco sale<br />
• Scaldare bene l'olio in <strong>un</strong>a pa<strong>della</strong> di ferro e<br />
mettervi le rane a <strong>un</strong>a a <strong>un</strong>a, tenendole<br />
staccate <strong>un</strong>a dall'altra<br />
• Rivoltarle di tanto in tanto fino alla doratura<br />
• Servirle appena scolate<br />
Note: intera o solo la coscia<br />
La discriminante, nel <strong>cucina</strong>re le rane, è tra chi<br />
ne utilizza soltanto le coscette posteriori e chi le<br />
cuoce tutte intere. La gastronomia popolare<br />
predilige la rana completa, semmai con le zampe<br />
ripiegate su se stesse, per evitare che la<br />
contrazione dei muscoli durante la cottura dia<br />
loro quell’aspetto vagamente umanoide che disturba<br />
la sensibilità di molti commensali. Una<br />
volta fritta, la rana, se è di piccole dimensioni, si<br />
sgranocchia completamente, ossa comprese,<br />
come d’uso anche con gli uccellini. La gastronomia<br />
colta invece seleziona solo le parti carnose,<br />
cioè le cosce posteriori, ma non modifica<br />
la modalità di cottura. E’ probabile che, nella<br />
sua semplicità, <strong>un</strong>a tra le più antiche ricette per<br />
friggere le rane sia quella riportata da Bartolomeo<br />
Platina nel De honesta voluptate (1474):<br />
"Si friggano nell’olio dopo averle avvolte nella<br />
farina".<br />
Varianti:<br />
L’infarinatura può essere preceduta<br />
dall’ammollo <strong>della</strong> carne per <strong>un</strong>’ora nel latte e<br />
seguita dal passaggio nell’uovo, che tuttavia la<br />
rende meno croccante.<br />
Alc<strong>un</strong>e ricette prescrivono di passare le rane in<br />
<strong>un</strong>a pastella di farina e acqua, altre di farle riposare<br />
<strong>un</strong> paio d’ore, prima <strong>della</strong> cottura, in <strong>un</strong>a<br />
marinata di vino, cui possono aggi<strong>un</strong>gersi cipolla,<br />
prezzemolo e basilico o altri aromi e spezie<br />
(in questo modo la carne perde <strong>un</strong>a parte <strong>della</strong><br />
sua delicatezza).<br />
Abbinamenti:<br />
Le rane fritte si possono gustare pienamente<br />
con <strong>un</strong> risotto bianco, condito con burro, formaggio<br />
e odore di prezzemolo. Vino aromatico<br />
ma delicato, la non com<strong>un</strong>e Malvasia<br />
dell’Oltrepò o dei Colli Piacentini; in mancanza:<br />
Riesling dell’Oltrepò.<br />
L’ingrediente: la rana<br />
E’ <strong>un</strong> anfibio <strong>della</strong> specie degli anuri, presente<br />
in Italia in molte varietà, tra cui la più com<strong>un</strong>e è<br />
la rana verde. Ha carni candide, tenere, quasi<br />
del tutto prive di grasso e d<strong>un</strong>que ottime dal<br />
p<strong>un</strong>to di vista dietetico, anche in relazione alla<br />
ricchezza di ferro e di proteine.<br />
Un tempo le rane, pescate di giorno con <strong>un</strong>a<br />
bacchetta di bambù cui è fissato <strong>un</strong> filo con l'esca<br />
(<strong>un</strong> ranino maschio) e di notte con la lampada,<br />
rappresentavano <strong>un</strong>a risorsa gratuita offerta<br />
dal territorio alla tavola <strong>della</strong> povera gente,<br />
che vi trovava <strong>un</strong> apporto proteico difficilmente<br />
sostituibile. Oggi le rane sono molto<br />
meno numerose che in passato a causa dei diserbanti<br />
impiegati nelle risaie e, sembra,<br />
dell'attuale configurazione dei terreni coltivati<br />
(perfettamente livellati) e <strong>della</strong> sistemazione<br />
razionale delle rive. Infatti la terra mossa<br />
creava pozze d'acqua più persistenti e gli<br />
zoccoli dei cavalli utilizzati nel lavoro dei campi<br />
formavano nicchie nel suolo. Cosicché<br />
attualmente le difficoltà sia di approvvigionamento<br />
sia di preparazione<br />
(spellatura e pulitura) ne fanno <strong>un</strong> cibo<br />
piuttosto costoso e non com<strong>un</strong>e, da gustarsi<br />
quasi esclusivamente al ristorante. Nella gastronomia<br />
<strong>lombarda</strong> le rane si preparano anche<br />
in frittata; in guazzetto, con burro, brodo, (aglio)<br />
e prezzemolo; in umido, con sugo di pomodoro;<br />
si utilizzano per arricchire risotti e per<br />
<strong>cucina</strong>re <strong>un</strong> brodo energetico, che in passato<br />
veniva ammannito agli ammalati, e dal quale,<br />
con l’aggi<strong>un</strong>ta di riso e prezzemolo, si ricava il<br />
noto ris e rann e, con <strong>un</strong> soffritto di verdure da<br />
rovesciare su fette di pane abbrustolito,<br />
l’altrettanto celebrata zuppa di rane.<br />
<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Pavia e Lomellina