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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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MARUBINI IN BRODO<br />

Marubéen, probabilmente da marù = castagna, a causa <strong>della</strong> forma e delle dimensioni, simili<br />

a quelle dei marroni; in mantovano, agnoléen, (con questo nome già nell’Arte di ben <strong>cucina</strong>re<br />

, 1662, del mantovano Bartolomeo Stefani) forse come agnellotto o agnolotto = agnellino,<br />

per il colore e per la forma ass<strong>un</strong>ta dalla pasta <strong>un</strong>a volta farcita, che ricorda il ventre gonfio<br />

di <strong>un</strong> piccolo animale, al pari di gallotto =galletto, che Vincenzo Agnoletti (La nuovissima <strong>cucina</strong><br />

economica, 1814) attribuisce alle paste farcite bergamasche.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Primi piatti in brodo<br />

Stagionalità: Tutto l'anno<br />

Difficoltà: Elevata<br />

Tempo esecuzione: 90 minuti<br />

Tecnica di cottura: Lessatura, Stufatura<br />

Utensili:<br />

casseruole, ciotola, matterello, tagliapasta,<br />

pentola, mestolo<br />

Ingredienti:<br />

BRODO DI CARNE (2 l), CARNE DI MANZO (250<br />

g), CARNE DI VITELLO (250 g), CARNE DI MA-<br />

IALE (250 g), FORMAGGIO GRANA GRAT-<br />

TUGIATO (100 g), UOVA (n.7), NOCE MOSCATA<br />

(5 g), PANGRATTATO (10 g), FARINA BIANCA<br />

(400 g), SALE (q.b.), PEPE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Stufare la carne di manzo, lessare la cervella<br />

e arrostire il vitello e il maiale<br />

• Tritare le carni insieme passandole al tritacarne<br />

due volte<br />

• Mettere in <strong>un</strong>a ciotola, aggi<strong>un</strong>gere il grana,<br />

la noce moscata grattugiata, tre uova, il<br />

pangrattato, sale e pepe<br />

• Mescolare bene fino ad ottenere <strong>un</strong> composto<br />

omogeneo<br />

• Preparare la sfoglia impastando la farina con<br />

le quattro uova rimaste e poca acqua tiepida<br />

fino alla giusta consistenza<br />

• Stendere la sfoglia e ricavarne delle sfoglie<br />

di circa 5 cm di diametro<br />

• Disporre su metà delle sfoglie il ripieno a pallottoline,<br />

sovrapporre le altre sfoglie di pasta<br />

e premere con le dita sul bordo di ogni agnolino<br />

• Portare il brodo a ebollizione, aggiustare di<br />

sale e versare gli agnolini<br />

• Togliere dal fuoco appena cotti e servire<br />

Note: tipi di brodo<br />

E’ la pasta cremonese per le solennità, destinata<br />

ad essere cotta nel brodo. Il brodo, per essere<br />

degno dei marubini, deve essere preparato con<br />

tre tipi diversi di carne: vitello, manzo e pollo<br />

(oppure manzo, pollo e salame fresco da pentola,<br />

vanto <strong>della</strong> salumeria cremonese). <strong>Per</strong> essere<br />

più precisi, è necessario che i tre tipi di<br />

carne siano cotti separatmente e che solo in ultimo<br />

i tre tipi di brodo ottenuti siano miscelati<br />

tra loro. Niente vieta, naturalmente, di consumarli<br />

asciutti, i marubini, e allora si condiscano<br />

con burro fuso, salvia e formaggio grana grattugiato.<br />

Varianti:<br />

Nel Cremonese il ripieno dei marubini varia da<br />

paese a paese, se non da famiglia a famiglia.<br />

<strong>Per</strong> il ripieno si usano carni diverse e cervello,<br />

ma anche solo cervello o solo midollo di garetto<br />

di manzo. Variabile tra 2 e 4 il numero delle uova<br />

per il ripieno. Al condimento con sale e alla<br />

noce moscata è aggi<strong>un</strong>to talvolta pepe e prezzemolo<br />

tritato. Se l’impasto è troppo compatto<br />

si diluisce con qualche cucchiaio d’olio. Nel ripieno<br />

possono entrare anche carne di stufato<br />

alla cremonese e salamella (o salame fresco<br />

all’aglio). Nel Mantovano il ripieno conserva ancora<br />

<strong>un</strong>’idea di Rinascimento e si fa con stracotto<br />

di bue, salamelle di maiale, fegatini di pollo,<br />

rossi d’uovo, sale, pepe, zenzero, cannella e<br />

chiodi di garofano.<br />

Abbinamenti:<br />

Essendo <strong>un</strong> piatto importante, si preveda in apertura<br />

di <strong>un</strong> pranzo importante, composto, per<br />

esempio, da lepre in crosta con salsa di melagrana<br />

e da <strong>un</strong> dessert tradizionale. Vino rosato<br />

o rosso vivace, Chiaretto del Garda o Lambrusco<br />

mantovano.<br />

L’ingrediente: filologia e paste farcite<br />

Nicolò Tommaseo, nel suo vocabolario, aveva<br />

sentito il bisogno di classificare le paste farcite<br />

a seconda <strong>della</strong> forma o del tipo di ripieno, distinguendo<br />

tra tortelli, ravioli, agnellotti e cappelletti<br />

e ricercando per ciasc<strong>un</strong> tipo di pasta<br />

<strong>un</strong>a immagine che ne garantisse la riconoscibilità.<br />

Più tardi, Pellegrino Artusi, sicuramente<br />

meno esperto di sfumature semantiche rispetto<br />

al Tommaseo, ma sicuramente più padrone <strong>della</strong><br />

spianatoia e del mattarello, non si addentrò<br />

nell’intricato labirinto e preferì non pron<strong>un</strong>ciarsi<br />

esplicitamente sull’argomento, attribuendo a<br />

tutte le paste ripiene, a prescindere dalla denominazione,<br />

la forma ad anello più o meno<br />

grande, che è attribuita com<strong>un</strong>emente ai tortellini,<br />

e <strong>un</strong> ripieno prevalentemente di carne. Insomma,<br />

il patriarca <strong>della</strong> Scienza in <strong>cucina</strong> intuiva<br />

che quando si chiuda <strong>un</strong> qualche ripieno<br />

entro <strong>un</strong>a sfoglia di varia forma e dimensione, si<br />

può accettare con tranquillità la denominazione<br />

locale com<strong>un</strong>e, senza scandalizzarsi se altrove<br />

prodotti simili sono chiamati con nomi diversi o<br />

al contrario prodotti molto diversi vengano indicati<br />

con lo stesso nome. Probabilmente è nel<br />

giusto Fernanda Gosetti quando afferma che il<br />

ripieno "varia da regione a regione, come varia<br />

la forma, la quale, se da <strong>un</strong> inesperto può essere<br />

giudicata senza importanza, dai gastronomi<br />

viene invece considerata facente parte essenziale<br />

<strong>della</strong> bontà del prodotto".<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Cremona e Cremasco

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