Per un codice della cucina lombarda Introduzione
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CAROTE AL BURRO<br />
Un contorno così essenziale, da sembrare quasi il frutto dell’artificio di <strong>un</strong> maître dei nostri<br />
giorni votato alla purezza creativa; ma anche così diffuso in tutto il territorio padano, da rappresentare<br />
<strong>un</strong> vero e proprio archetipo alimentare, apprezzato oggi come lo era già alla fine<br />
del Settecento.<br />
Preparazione per 4 porzioni<br />
Tipologia: Vegetali ed uova<br />
Stagionalità: Tutto l’anno<br />
Difficoltà: Minima<br />
Tempo di esecuzione: 45 minuti<br />
Tecnica di cottura: Lessatura, Frittura,<br />
Stufatura<br />
Utensili:<br />
Casseruola, schiumarola, pa<strong>della</strong>.<br />
Ingredienti:<br />
CAROTE (n. 6, di media dimensione), SALE (q.<br />
b.), ERBE AROMATICHE (<strong>un</strong> mazzetto), BURRO<br />
(80 g), PEPE (q. b.), ERBE FINI (prezzemolo,<br />
cerfoglio, dragoncello e erba cipollina: <strong>un</strong> pizzico),<br />
BRODO DI MANZO (2-3 cucchiai).<br />
Esecuzione:<br />
• Pulire le carote, raschiandone la superficie<br />
con <strong>un</strong> coltello, sciacquarle e lessare in acqua<br />
bollente salata col mazzetto di erbe aromatiche.<br />
• Toglierle dalla casseruola con la schiumarola,<br />
facendole sgocciolare per bene.<br />
• Tagliare ogni carota in otto parti (prima <strong>un</strong><br />
taglio trasversale e poi due a croce per il<br />
l<strong>un</strong>go) e fare insaporire i bastoncini così ottenuti<br />
in <strong>un</strong>a pa<strong>della</strong> con le erbe fini e con il<br />
burro, avendo cura che questo frigga appena..<br />
• Aggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong>a spolverata di pepe, e sale se<br />
fosse necessario, rigirando spesso, per <strong>un</strong>a<br />
decina di minuti.<br />
• Deglassare con il brodo, lasciar ritirare e servire<br />
le carote con la salsa così formata.<br />
Note: spazzolina o limone antiossidante<br />
La superficie delle carote, <strong>un</strong>a volta raschiata<br />
con il coltello, si ossida facilmente e il bel colore<br />
giallo arancione si ricopre di zone più scure.<br />
Quando devono essere presentate intere o in<br />
porzioni riconoscibili, è consigliabile immergerle<br />
nell’acqua bollente non appena pulite, evitando<br />
di lasciarle all’aria. Se invece ciò non fosse possibile,<br />
si può ovviare all’inconveniente immergendole<br />
in acqua acidulata con limone, oppure<br />
pulire senza raschiarle con il coltello, semplicemente<br />
ripassandole sotto l’acqua corrente con<br />
<strong>un</strong>a spazzolina dalla setole piuttosto rigide. In<br />
questo modo, soprattutto se devono essere<br />
consumate crude, si conserva loro per intero<br />
l’apporto vitaminico <strong>della</strong> buccia.<br />
Varianti:<br />
Oggi ci si attiene spesso a <strong>un</strong>a preparazione<br />
semplificata, che esclude l’uso delle erbe fini e<br />
la stufatura finale. Nei ricettari del passato, almeno<br />
fino all’epoca <strong>della</strong> prima Guerra Mondiale<br />
non è rara l’aggi<strong>un</strong>ta di <strong>un</strong> cucchiaio di farina, o<br />
di <strong>un</strong> mezzo bicchiere di panna o latte, o di <strong>un</strong><br />
rosso d’uovo per ispessire la salsa. Nell’Ottocento<br />
era anche diffuso l’impiego di spezie,<br />
come la cannella. Appare legata a questa tipologia<br />
anche l’aggi<strong>un</strong>ta di <strong>un</strong> po’ di salsiccia sbriciolata<br />
al momento <strong>della</strong> frittura nel burro.<br />
Abbinamenti:<br />
Può affiancare qualsiasi piatto di arrosto o di<br />
pesce alla griglia o al forno, com<strong>un</strong>que cotto<br />
senza pomodoro. Vino bianco (Oltrepò Pavese<br />
Riesling DOC) o rosso, a seconda<br />
dell’accostamento.<br />
L’ingrediente: la carota<br />
La carota (Daucus carota) è <strong>un</strong> ortaggio <strong>della</strong><br />
famiglia <strong>della</strong> Umbrellifere, spontanea in tutta<br />
Europa, di cui si consuma la radice fusiforme,<br />
che ha polpa soda e croccante, di sapore dolce.<br />
Conosciuta e utilizzata fin dall’antichità per il suo<br />
alto valore nutritivo, dovuto alla ricchezza di<br />
zuccheri, è stata selezionata e resa idonea alle<br />
necessità <strong>della</strong> coltivazione soltanto a partire dal<br />
XVI secolo. Oggi se ne distinguono, commercialmente<br />
di tre tipi principali: le carote novelle,<br />
di piccole dimensioni, ottime se consumate crude;<br />
le carote di medie dimensioni, ideali per<br />
preparazioni del tipo di quella qui presentata;<br />
quelle grandi o extra (con peso medio di 150 g),<br />
utilizzabili per le minestre, per i sughi, per gli<br />
stufati e per tutti quei piatti che richiedano cotture<br />
piuttosto prol<strong>un</strong>gate. Di modesto valore calorico<br />
(42 kcal/100g), le carote contengono apprezzabili<br />
quantità di amido (che dopo cottura<br />
impartisce proprietà leganti ed assorbenti verso<br />
i condimenti) e, soprattutto, sono ricche in calcio,<br />
ferro, magnesio, vitamine del gruppo B e<br />
vitamina A, o meglio, del suo precursore, il carotene.<br />
<strong>Per</strong> questa ragione, le carote sono ormai<br />
<strong>un</strong>o stereotipo <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> dietetica.<br />
Nella <strong>cucina</strong> tradizionale le carote sono impiegate<br />
soprattutto come aromatizzanti ed entrano,<br />
con questa f<strong>un</strong>zione, in quasi tutti i soffritti importanti<br />
e in svariati tipi di minestre e di minestroni.<br />
Come piatto a sè si consumano in insalata,<br />
sia crude che lessate. Nell’Ottocento ebbero<br />
<strong>un</strong>a qualche diffusione le carote glassate nello<br />
zucchero, oggi riscoperte dalla <strong>cucina</strong> creativa.<br />
<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Garda e Iseo