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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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PEVERADA<br />

La peverada o salsa peperata ha origini medievali: è menzionata in <strong>un</strong> banchetto del 1148<br />

come accompagnamento alla carne di maiale ("carni porcine con piperata"). La ricetta originaria<br />

era a base di pepe, oggi sostituito dai peperoni, e spesso comprendeva altre spezie: in<br />

passato il largo impiego di queste sostanze aromatizzanti serviva per "bonificare" i cibi mal<br />

conservati e camuffarne il sapore sgradevole. Attualmente con peverada si indica <strong>un</strong>a generica<br />

salsa piccante da servire con la carne lessata.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Salse<br />

Stagionalità: Tutto l'anno<br />

Difficoltà: Modesta<br />

Tempo esecuzione: 30 minuti<br />

Tecnica di cottura: Ness<strong>un</strong>a<br />

Utensili:<br />

tagliere, mezzal<strong>un</strong>a o tritatutto, frullatore<br />

Ingredienti:<br />

PEPERONCINI PICCANTI (25 g), FARINA<br />

BIANCA (25 g), TUORLI D'UOVO (n.3, sodi),<br />

AGLIO (2 spicchi), CAPPERI (15 g), ACCIUGHE<br />

(n.3, diliscate), SEDANO (<strong>un</strong> pezzetto),<br />

SCORZA DI LIMONE (<strong>un</strong> pezzetto), OLIO EX-<br />

TRAVERGINE DI OLIVA (q.b.), ACETO ARO-<br />

MATICO (q.b.), NOCE MOSCATA (q.b.), SALE<br />

(q.b.), PEPE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Far tostare leggermente la farina<br />

• Tritare i peperoncini, l'aglio, il sedano, i capperi,<br />

le acciughe, la buccia di limone<br />

• Mettere tutto nel frullatore insieme alla farina<br />

e ai rossi d'uovo<br />

• Frullare diluendo con olio e aceto aromatico<br />

versandoli poco per volta.<br />

• Insaporire con la noce moscata e il pepe, regolare<br />

di sale<br />

• Frullare ancora fino ad ottenere <strong>un</strong>a salsa di<br />

consistenza soffice<br />

Note: per caratterizzare il lesso<br />

Il bollito misto, che deve risultare così tenero<br />

da poter essere tagliato con la forchetta, viene<br />

in genere servito con preparazioni dal sapore<br />

marcato che, in contrasto con il gusto delicato<br />

<strong>della</strong> carne lessa, lo caratterizzano. In tavola<br />

con la carne fumante compaiono salse di accompagnamento<br />

di varia composizione (la più<br />

com<strong>un</strong>e è quella verde), sottaceti, mostarda di<br />

frutta, che fanno perdere a questo piatto la<br />

connotazione dietetica trasformandolo in <strong>un</strong> secondo<br />

appetitoso. Anche nel Medioevo <strong>un</strong>a <strong>della</strong><br />

f<strong>un</strong>zioni delle spezie era di variare e contraddistinguere<br />

il sapore dei cibi.<br />

Varianti:<br />

La peverada può essere preparata in svariati<br />

modi: facendo bollire aceto, sugo di arrosto, li-<br />

mone, sale e pepe, e poi passando il composto<br />

al setaccio oppure semplicemente con grasso di<br />

arrosto, pepe rotto e peperoncino piccante, anch'essi<br />

bolliti insieme e poi frullati.<br />

Abbinamenti:<br />

Si serve con il lesso insieme a verdure al burro<br />

e patate bollite, dopo <strong>un</strong>a tazza di brodo caldo<br />

<strong>della</strong> carne e concludendo il pasto con frutta<br />

fresca di stagione. La versione che prevede il<br />

sugo di arrosto si accompagna anche a carni arrostite.<br />

Se accompagna carni bollite, il vino adatto è <strong>un</strong><br />

Barbacarlo dell'Oltrepò; se si abbina agli arrosti<br />

è indicato <strong>un</strong> raro Groppello Amarone, prodotto<br />

in limitata quantità su modello veneto nella zona<br />

del Garda-Bresciano.<br />

L'ingrediente: il pepe nero e il peperoncino<br />

Il pepe, conosciuto e utilizzato già da Greci e<br />

Romani, è il frutto essiccato di <strong>un</strong>a pianta rampicante<br />

originaria dell'India (tuttora il maggior<br />

produttore di pepe insieme all'Indonesia) ed è<br />

largamente diffuso in tutto il mondo costituendo<br />

<strong>un</strong> quarto del mercato mondiale delle spezie.<br />

Quello nero viene preparato facendo fermentare<br />

al sole i frutti ancora verdi per fargli sviluppare<br />

<strong>un</strong> sapore più forte, e poi seccandoli. Il colore<br />

scuro <strong>della</strong> buccia sembra essere causato da<br />

enzimi contenuti in <strong>un</strong> f<strong>un</strong>go presente in tutte le<br />

bacche di pepe, mentre il sapore piccante è dovuto<br />

alla piperina, <strong>un</strong>a sostanza alcaloide presente<br />

nell'olio essenziale del pepe.<br />

Il peperoncino proviene invece dal nuovo mondo<br />

ed è il frutto di <strong>un</strong>a pianta botanicamente affine<br />

al pomodoro, introdotta in Europa dagli<br />

Spagnoli. Le due specie più diffuse sono il Capsicum<br />

annum e il Capsicum frutescens, più piccolo<br />

e piccante. I maggiori produttori mondiali<br />

sono il Messico e l'India. Il sapore piccante del<br />

peperoncino è dovuto alla capsaicina, <strong>un</strong>a sostanza<br />

alcaloide che si accumula nel frutto durante<br />

la maturazione concentrandosi nel tessuto<br />

bianco interno al quale sono attaccati i semi.<br />

Della capsaicina sono stati isolati cinque componenti:<br />

tre causano il bruciore immediato nella<br />

gola e nella parte posteriore del palato, gli altri<br />

due provocano <strong>un</strong> bruciore prol<strong>un</strong>gato e meno<br />

intenso sulla lingua e in mezzo al palato. Il sapore<br />

piccante delle diverse specie di peperoncini<br />

sembra pertanto determinato dalla variazione<br />

nella proporzione di tali componenti.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Pavia e Lomellina

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