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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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CAPPELLE DI PORCINI IN FRASCA<br />

Più precisamente: cappelle di f<strong>un</strong>ghi porcini in frasca alla pietra ollare. In frasca, perché<br />

avvolte in <strong>un</strong>a foglia di vite, con <strong>un</strong>a tecnica usata anche per arrostire uccellini, polpette o<br />

altro cibo di pezzatura piccola, senza farli asciugare troppo. La pietra ollare (da olla, pentola)<br />

è <strong>un</strong>a particolare sedimentazione di talco, clorite e mica, dalla quale si ricavavano<br />

artigianalmente vasetti e pentole; oggi vi si fabbricano lastre (beole o piode) per la cottura<br />

nel camino o sul barbecue.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Vegetali ed uova<br />

Stagionalità: Estate, Aut<strong>un</strong>no<br />

Difficoltà: Modesta<br />

Tempo esecuzione: 30 minuti<br />

Tecnica di cottura: Cottura alla piastra<br />

Utensili:<br />

stecchini, spelucchino, pietra ollare<br />

Ingredienti:<br />

CAPPELLE DI FUNGHI PORCINI (n. 6, di media<br />

grandezza), FOGLIE DI VITE (n.6, grandi), OLIO<br />

DI OLIVA EXTRAVERGINE (40 g), TIMO (q.b.),<br />

SALE (q.b.), PEPE BIANCO (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Pulire bene le cappelle di f<strong>un</strong>ghi con <strong>un</strong>o<br />

spelucchino sotto acqua fredda corrente,<br />

senza lasciarle a bagno<br />

• Lavare le foglie di vite<br />

• Posare <strong>un</strong>a cappella su ogn<strong>un</strong>a delle foglie di<br />

vite, cospargere con <strong>un</strong> po’ di timo, salare e<br />

pepare<br />

• Pennellare con l’olio e chiudere ogni foglia<br />

molto bene con degli stecchini<br />

• Far cuocere per circa 10 minuti sulla pietra<br />

ollare precedentemente scaldata<br />

• Servire senza aprire<br />

Note: pulire i porcini<br />

Tutti i f<strong>un</strong>ghi temono l’acqua; i boleti, forniti di<br />

micelio spugnoso, la temono più degli altri: non<br />

devono perciò essere bagnati, tanto meno sotto<br />

l’acqua corrente. Un’accurata pulizia dei porcini<br />

inizia dall’eliminazione <strong>della</strong> parte inferiore del<br />

gambo, alla quale sono attaccati i residui<br />

terrosi. Successivamente, con <strong>un</strong> coltello, si<br />

raschia la parte superiore del gambo,<br />

asportando anche le parti che risultino intaccate<br />

dai vermi. La cappella e il gambo (non il<br />

micelio!) si strofinano poi con <strong>un</strong> panno<br />

inumidito. In questa ricetta si utilizzano solo le<br />

cappelle: i gambi, tagliati a fette regolari,<br />

possono andare a insaporire <strong>un</strong> risotto o<br />

costituire la base per minestre e creme di<br />

f<strong>un</strong>ghi; tritati grossolanamente entrano nel ripieno<br />

del tacchino e <strong>della</strong> gallina.<br />

Varianti:<br />

La ricetta è <strong>un</strong>a variante rispetto a quella più<br />

diffusa che prevede la cottura sulla piastra,<br />

sulla griglia o in cartoccio. Il pampino di vite<br />

aromatizza i f<strong>un</strong>ghi e conserva loro il giusto<br />

grado di umidità. Talvolta al timo è aggi<strong>un</strong>to<br />

mezzo spicchio d’aglio tritato finissimo.<br />

Abbinamenti:<br />

Una cappella per commensale può essere<br />

antipasto; due o più costituiscono <strong>un</strong> secondo<br />

piatto più che <strong>un</strong> contorno. In tutti i casi il vino<br />

adatto è <strong>un</strong> rosato: ottimo il Lagrein altoatesino<br />

o <strong>un</strong> Colli Morenici del Garda DOC.<br />

L’ingrediente: i f<strong>un</strong>ghi<br />

Le zone alpine e prealpine sono <strong>un</strong> vero e proprio<br />

paradiso terrestre per i raccoglitori di<br />

f<strong>un</strong>ghi, principalmente in aut<strong>un</strong>no, ma anche in<br />

primavera e in estate. La raccolta è oggi<br />

disciplinata da rigidi regolamenti regionali. Oltre<br />

al Boletus edulis (il porcino), sono molto<br />

ricercate tutte le altre varietà di boleti: il Boletus<br />

aureus (leccino), il Boletus castaneus (porcino<br />

dei castagni), il Boletus elegans (laricino), il<br />

Boletus granulatus (pinarello o pinaccio), il<br />

Boletus rufus (albarello), il Boletus badius<br />

(porcino baio). Ottimi freschi, i boleti sono i<br />

f<strong>un</strong>ghi che meglio si prestano all’essiccazione e<br />

alla conservazione, risultando così i più<br />

ricercati, anche in ragione <strong>della</strong> loro quasi<br />

assoluta riconoscibilità.<br />

I buoni raccoglitori di f<strong>un</strong>ghi sanno tuttavia che<br />

la varietà dei miceti eduli presenti sui rilievi<br />

lombardi comprende molte altre specie di<br />

grande pregio gastronomico: l’Amanita<br />

caesarea (ovulo, ormai divenuto rarissimo),<br />

l’Armillariella mellea (chiodino, dal fine aroma di<br />

mandorla), l’Agaricus (prataiolo, presente anche<br />

in pianura), il Cantharellus (gallinaccio), la<br />

Clavaria (conosciuta come ditola o manina), il<br />

Clytocibe nebularis (agarico nebbioso), la<br />

Lepiota procera (mazza di tamburo,<br />

impareggiabile cotoletta vegetale, <strong>un</strong>a volta<br />

impanata e fritta), il candido Lycoperdon (pet<br />

de lûf o vescia), la Russola, dal gusto<br />

leggermente piccante.<br />

Dal p<strong>un</strong>to di vista nutrizionale i f<strong>un</strong>ghi sono ricchi<br />

di sali minerali e vitamine ed hanno basso<br />

apporto calorico: la sostanza fibrosa di cui sono<br />

principalmente costituiti li rende difficili da digerire<br />

se consumati in quantità eccessiva.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Varese e Ticino

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