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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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FAGIOLINI ALLA PANNA<br />

Un ortaggio modesto, sovranamente dietetico, dal sapore leggero, in tutto adeguato al registro<br />

medio <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> padana; e <strong>un</strong> intingolo a base di panna, di quelli che tra ‘8 e ‘900 servirono<br />

da modello a <strong>un</strong> infinito numero di formulazioni <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> internazionale. Lo sposalizio,<br />

nella sua assoluta semplicità, segna in modo esemplare il gusto del Pavese, <strong>della</strong> Lomellina,<br />

del Lodigiano e del Milanese.<br />

Preparazione per 4 porzioni<br />

Tipologia: Vegetali ed uova<br />

Stagionalità: Primavera, Estate<br />

Difficoltà: Minima<br />

Tempo di esecuzione: 45 minuti<br />

Tecnica di cottura: Lessatura, Soffrittura<br />

Utensili:<br />

Casseruola, pa<strong>della</strong>, terrina, frusta, cucchiaio di<br />

legno.<br />

Ingredienti:<br />

FAGIOLINI (600 g), BURRO (30 g), PANNA (100<br />

g), UOVA (n. 1), FORMAGGIO PARMIGIANO<br />

GRATTUGIATO (<strong>un</strong> cucchiaio), il succo di <strong>un</strong><br />

LIMONE, SALE e PEPE (q. b.).<br />

Esecuzione:<br />

• Pulire i fagiolini dalle p<strong>un</strong>te e dagli eventuali<br />

filamenti, lavarli e lessarli in abbondante acqua<br />

salata e a recipiente scoperto, in modo<br />

che restino verdi.<br />

• Scolarli e passarli in <strong>un</strong>a pa<strong>della</strong> in cui sia già<br />

stato sciolto il burro; rimescolare, bagnare<br />

con la panna (meno <strong>un</strong> cucchiaio) e lasciar<br />

cuocere a fuoco lento.<br />

• Rompere l’uovo in <strong>un</strong>a terrina con sale e pepe,<br />

<strong>un</strong>irvi il cucchiaio di panna conservato<br />

precedentemente, <strong>un</strong>a cucchiaiata di parmigiano<br />

grattugiato e il succo di limone, sbattendo<br />

bene con la frusta (o con <strong>un</strong>a forchetta).<br />

• Versare il composto sui fagiolini e rimescolare<br />

finché l’uovo non si sia leggermente rappreso.<br />

Servire ben caldo.<br />

Note: le salse bianche<br />

A partire dalla fine del XVII secolo la gastronomia<br />

padana, in parte debitrice verso ciò che si<br />

andava elaborando Oltralpe, come testimoniano<br />

i molti Cuochi perfezionati a Parigi pubblicati a<br />

Torino e a Milano tra ‘7 e ‘800, subisce <strong>un</strong>a sorta<br />

di tirannia delle salse coprenti o leganti. Sono<br />

pochi i piatti che riescono a sottrarsi alla copertura<br />

con salse a base di farina, sul tipo <strong>della</strong> salsa<br />

bianca e <strong>della</strong> besciamelle, in <strong>un</strong>a <strong>cucina</strong>, come<br />

quella <strong>lombarda</strong>, che da sempre tributava<br />

<strong>un</strong>’attenzione esagerata alla panna e al suo utilizzo<br />

gastronomico. Tutto ciò che oggi è <strong>cucina</strong>to<br />

con la panna, nei ricettari del passato è spesso<br />

preparato con besciamella, con o senza aggi<strong>un</strong>ta<br />

di uova, secondo scelte <strong>cucina</strong>rie oggi non<br />

più adeguate ai nostri gusti e al nostro fabbisogno<br />

nutrizionale. Salse bianche: va bene, ma<br />

riducendo al minimo la panna e la stucchevole<br />

presenza <strong>della</strong> farina.<br />

Varianti:<br />

Il cuoco milanese (metà XIX sec.) riporta <strong>un</strong>a<br />

ricetta sostanzialmente identica, Fagiuoli verdi<br />

alla Poulette, con la sola aggi<strong>un</strong>ta di <strong>un</strong> soffritto<br />

di cipolla e prezzemolo. Pellegrino Artusi aggi<strong>un</strong>ge<br />

la farina alla panna, optando così per la<br />

besciamella, e serve il tutto con mandorle di<br />

pane fritto. Preparazioni nella stessa tipologia si<br />

usano anche per altri vegetali: le taccole (piselli<br />

mangiatutto), gli spinaci e le bietole, gli asparagi,<br />

i porri e persino le patate.<br />

Abbinamenti:<br />

Con primi piatti asciutti o in brodo, anche sostanziosi,<br />

e a fianco di uova o carni senza eccessi<br />

di salsa (roast-beef o arrosto tradizionale).<br />

Il vino più adatto sarà bianco (Oltrepo Pavese<br />

Pinot DOC o Lugana DOC) se i fagiolini costituiscono<br />

secondo piatto autonomo; oppure il rosso<br />

scelto per le carni, se utilizzati per contorno.<br />

L’ingrediente: la panna<br />

La panna (crema, nell’uso tradizionale) è propriamente<br />

la parte grassa del latte, in passato<br />

separata dalla parte liquida per affioramento del<br />

latte lasciato a riposare. E’ questo il sistema ancora<br />

in uso nei caseifici dove si fabbricano formaggi<br />

grassi o semigrassi, come il Grana. Oggi<br />

la panna si ricava industrialmente per mezzo di<br />

scrematrici centrifughe, che permettono <strong>un</strong><br />

tempo di separazione del grasso molto più rapido<br />

del sistema per affioramento, evitando la sua<br />

acidificazione. Il tipo in commercio (panna fresca,<br />

ovvero pastorizzata, con durabilità 4-7<br />

giorni e panna a l<strong>un</strong>ga conservazione) deve<br />

contenere almeno il 33% di sostanze grasse,<br />

fino a <strong>un</strong> massimo dell’80%. Una buona parte<br />

<strong>della</strong> panna prodotta in Lombardia è utilizzata<br />

per la produzione di formaggi e di burro. Sotto<br />

l’aspetto nutrizionale, l’apporto calorico è notevole<br />

(330 kcal per 100g) e rimarchevole è il contenuto<br />

in grassi saturi, oltre che l’apporto in colesterolo:<br />

per tale ragione, insieme al burro, è<br />

<strong>un</strong> condimento sovente demonizzato a livello<br />

dietetico, sebbene le sue caratteristiche di palatabilità<br />

e le sue proprietà leganti la rendano i nsostituibile<br />

in molte preparazioni tradizionali.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Pavia e Lomellina

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