Per un codice della cucina lombarda Introduzione
Per un codice della cucina lombarda Introduzione
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Lecco e la Brianza<br />
Distaccato amministrativamente solo da pochi anni da quello comasco,<br />
il territorio <strong>della</strong> provincia di Lecco occupa, oltre al capoluogo,<br />
la sponda orientale del Lario con le valli prealpine ad essa<br />
limitrofe, circa la metà del triangolo lariano e buona parte <strong>della</strong><br />
Brianza, compresa tra il corso del Lambro e quello dell’Adda. Un<br />
vasto comprensorio attorno alle vie di com<strong>un</strong>icazione, sulle direttrici<br />
Nord-Sud, dalla Valtellina per Milano, ed Est-Ovest, da Bergamo<br />
per Como. Proprio da questa posizione, il Lecchese e la Brianza (<strong>un</strong><br />
tempo Martesana) hanno ricavato storicamente la loro denotazione<br />
di territorio di mezzo, che più di ogni altro riassume, in f<strong>un</strong>zione di<br />
baricentro, le tradizioni alimentari regionali.<br />
L’orografia del territorio rimandava <strong>un</strong> tempo (prima <strong>della</strong> industrializzazione<br />
diffusa) alla successione di collina e pianura, di bosco,<br />
brughiera e fondi intensamente coltivati, di orti e canali irrigui,<br />
a testimonianza di <strong>un</strong>a vocazione agricola “obbligata” dalla vicinanza<br />
<strong>della</strong> grande città, <strong>della</strong> quale la Brianza è sempre stata nutrice.<br />
Storicamente, questa posizione e questa f<strong>un</strong>zione hanno esaltato<br />
anche in termini culturali il ruolo <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> brianzola: tracce vi<br />
hanno lasciato tutti i “passanti” che dal nord scendevano verso la<br />
città o che transitavano l<strong>un</strong>go la direttrice est-ovest, ma anche i<br />
milanesi che attraverso questo territorio esercitavano i loro commerci,<br />
piuttosto di avervi residenza secondaria o proprietà. Se la risorsa<br />
agricola più compatibile con questa geografia e con queste<br />
f<strong>un</strong>zioni è stata quella dei cereali secondari (prima segale, miglio<br />
ed orzo, poi dal 1600 il granoturco, o meglio, il “carl<strong>un</strong>”), la superficie<br />
boschiva (oggi ridotta ai minimi termini) ha sempre favorito le<br />
attività di caccia (volatili, selvaggina) e di raccolta (castagne, noci,<br />
lumache, gamberi di fiume), mentre l’umanizzazione del territorio e<br />
la struttura sociale (le case padronali, circondate da quelle dei<br />
massari e dei villani, le corti) ha presto promosso maiali e galline a<br />
veri animali di culto, tanto del micropaesaggio come <strong>della</strong> <strong>cucina</strong>.<br />
La medesima conformazione rurale ha favorito l’utilizzazione intensiva<br />
orticola e qualche specializzazione negli alberi da frutto (con la<br />
presenza finanche del gelso, diffuso dal 1500 per sostenere la bachicoltura),<br />
mentre l’allevamento (a differenza che altrove) è sempre<br />
stato prevalentemente indirizzato alla filiera <strong>della</strong> carne: ma di<br />
questa specializzazione, poco rimaneva sulla tavola brianzola, giacchè<br />
uova, frutti, ortaggi e carni prendevano preferibilmente la strada<br />
verso Milano.<br />
Cucina di miscelazione, quella brianzola, d<strong>un</strong>que di utilizzazione<br />
omnicomprensiva delle risorse residue: miscele di cereali per ottenere<br />
pani appena accettabili, miscele di ortaggi e legumi (o ancora<br />
di cereali secondari) per zuppe nobilitate da <strong>un</strong>a pestata di lardo,<br />
miscele di frattaglie per confezionare salsicce. L’alternativa al lardo,<br />
come condimento, era <strong>un</strong> tempo <strong>un</strong> olio di linosa o di ravizzone,<br />
di cui oggi si sono perse le tracce. Poi, <strong>cucina</strong> energizzante necessaria<br />
a sostenere il lavoro agricolo, ove anche il vino (il “nostranello”,<br />
oggi pressochè dimenticato) compariva come ingrediente. E<br />
ancora, <strong>cucina</strong> di scambio: le massaie brianzole, andando a servizio<br />
nella ricca Milano, vi portavano sapere e pratica <strong>cucina</strong>ria, mentre<br />
le famiglie più abbienti (che in Brianza avevano possedimenti)<br />
arrecavano l’ influenza di <strong>un</strong>a <strong>cucina</strong> più ricercata.<br />
<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Lecco e la Brianza