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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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Prima di quest’ultima fase è necessario lavare le<br />

mani per liberarle dalla pasta secca che vi è<br />

rimasta raggrumata, le cui particelle,<br />

staccandosi dalle dita non si fonderebbero nella<br />

pasta, facendola diventare granulosa, con il<br />

rischio di romperla al momento di tirare la<br />

sfoglia. <strong>Per</strong> avere <strong>un</strong>a stesura regolare <strong>della</strong><br />

pasta si deve partire con il mattarello sempre<br />

dal centro del disco, procedendo verso<br />

l’esterno, e ruotare il disco di tanto in tanto per<br />

stenderlo bene in tutti i lati.<br />

Varianti:<br />

<strong>Per</strong> il ripieno, invece del gruviera, si può usare<br />

del formaggio a pasta cotta o semicotta di produzione<br />

locale, come il branzi, il formaggio<br />

d’Alpe (furmai de müt), il bitto valtellinese. A<br />

seconda <strong>della</strong> consistenza del sugo di carne<br />

(arrosto) si può evitare l’aggi<strong>un</strong>ta finale di<br />

burro. Si segnalano salse di noci aromatizzate<br />

con aglio o legate con rosso d’uovo.<br />

Abbinamenti:<br />

Apre <strong>un</strong> pranzo di grande delicatezza gustativa,<br />

seguito da asparagi con uova o da gamberi di<br />

fiume con patate e pancetta, con <strong>un</strong> dessert di<br />

torta di polenta e fichi, tutti piatti tipici <strong>della</strong><br />

Lombardia del NE, con sapore antico apprezzabile<br />

ancora oggi. Vino bianco, morbido al palato,<br />

ma intenso olfattivamente, Cortese dell’Oltrepò<br />

o San Martino <strong>della</strong> Battaglia.<br />

L’ingrediente: le noci<br />

Sono il frutto dell’albero omonimo (famiglia<br />

delle Juglandacee) originario dell’Armenia e<br />

<strong>della</strong> <strong>Per</strong>sia, introdotto in area mediterranea in<br />

tempi antichissimi e già descritto da Plinio. Nella<br />

regione padana e prealpina, il noce ha avuto<br />

<strong>un</strong>a grande importanza sia per l’estrazione<br />

dell’olio sia come alimento. "Le noci [appaiono]<br />

in abbondanza incredibile, tanto che i cittadini<br />

usano mangiarne per l’intero corso dell’anno<br />

alla fine di ogni pasto. Inoltre le triturano e le<br />

impastano con uova, formaggio e pepe, per fare<br />

il ripieno per le carni durante l’inverno",<br />

scriveva, alla metà del XIII secolo, riferendosi al<br />

territorio milanese, fra Bonvesin de la Riva da<br />

Legnano. L’importanza di questo frutto<br />

ipercalorico (600 kcal/ 100 g) nell’alimentazione<br />

<strong>della</strong> campagna <strong>lombarda</strong> è rimasta costante<br />

fino all’inizio del nostro secolo. Quasi tutti i pani<br />

speziali e i dolci di pane prodotti<br />

tradizionalmente ne prevedevano l’impiego: il<br />

panon alla moda vegia valtellinese, la torta di<br />

noci <strong>della</strong> Valmalenco, il castagnaccio, il pan<br />

striâ brianzolo, la torta di nocciole e noci con la<br />

farina di mais ecc.. Si produceva inoltre <strong>un</strong><br />

croccante che talvolta si trova ancora sulle<br />

bancarelle delle fiere. Con i malli verdi, tra<br />

giugno e luglio, si preparava il nocino.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Bergamo e Valli

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