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EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...

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omogeneo in cui settori primari, secondari e terziari sembrano essersi fusi e<br />

integrati verso un obiettivo comune di sviluppo. Il Friuli 1 , a parte l’attuale fase<br />

di crisi che investe tutta l’Europa, si presenta come una regione economicamente<br />

forte, che guarda collaborativamente oltre gli ex confini, che sa fare<br />

impresa, insomma che si propone come parte nobile e ben identificabile di un<br />

Nord-Est europeo. L’esigenza di competere con la globalizzazione ha saputo<br />

rilanciare la specificità locale, soprattutto in alcuni settori agroalimentari, dove<br />

la marilenghe ha assunto un’altra connotazione: espressione non più di una<br />

parlata bassa e popolare, è divenuta esibizione di una specificità che può creare<br />

sviluppo economico, fare distretto, rispondendo alle grandi corporation con<br />

l’offerta di prodotti agroalimentari locali 2 e turistici capaci di integrarsi con quelli<br />

di Austria e Slovenia. Friulano è un marchio economico-culturale che viene<br />

reclamizzato e venduto con profitto.<br />

Trieste ha una storia diversa: da secoli sotto l’impero asburgico, entità composita<br />

e plurietnica, dai confini mobili e permeabili, è cresciuta solo quando Carlo<br />

VI, nel 1719, la dichiarò porto franco 3 . Qui sono confluiti mercanti, artigiani,<br />

imprenditori da tutto il bacino mediterraneo, oltre che dal centro Europa. Alla<br />

guida della città si formò presto un ceto cosmopolita unito dall’interesse di<br />

reciproche relazioni di fiducia. I triestini non avevano un’identità forte: essere<br />

cittadini o residenti non faceva gran differenza e dunque le tensioni si avvertivano<br />

piuttosto nel rapporto tra il proprio status sociale e l’assunzione di oneri<br />

economici, quali il pagamento delle imposte, la partecipazione alla difesa della<br />

città o alla sua vita cerimoniale 4 . L’appartenenza municipale poteva apparire<br />

una categoria labile, tanto più che alla massa degli abitanti locali si affiancava<br />

una folla di forestieri “fluttuanti” leggermente inferiore uguale o superiore a<br />

1 Il Friuli ha una rappresentazione più coesa, anche perché, probabilmente, facendo parte per un periodo<br />

molto più ristretto di un impero dai confini in assestamento continuo, come quello asburgico, ha avuto<br />

una storia non solo più omogenea, ma anche caratterizzata da un’evoluzione improntata a valori coesi<br />

e riconosciuti da una collettività estesa.<br />

2 Sono alcuni temi ripresi dagli autori di un volume curato dalla Provincia di Udine, AAVV, Lingue minoritarie<br />

e identità locali come risorse economiche e fattori di sviluppo, Udine, Forum, 2004.<br />

3 Cfr: Daniele Andreozzi, in Daniele Andreozzi, Roberto Finzi, Loredana Panariti, Lo specchio del confine.<br />

Identità, economia e uso della storia in Friuli Venezia Giulia (1990–2003), numero monografico de «Il<br />

Territorio», 21/22, XXVII, pp. 32-49.<br />

4 Simona Cerutti, Robert Descimon, Maarten Prak, Premessa, in «Quaderni storici», 89, 1995, p. 282.<br />

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