EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...
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detto istriano, per Nadal le fritole, per Pasqua pinze e titole, per Carnevale<br />
i boni crostoli e poi putizze (il dolce della festa, tipico del periodo pasquale:<br />
una rollata fatta da pasta lievitata ripiena di noci, uvetta e pinoli e arricchita<br />
da rhum e vino di Cipro e da alcune spezie come cannella, noce moscata e<br />
chiodi di garofano), presnitz (un nome che viene dagli emigranti di un piccolo<br />
paese nell’isola „Ruegen“ sul Mar Baltico, oppure dal nome Pulsnitz un paese<br />
tra Norimberga e Dresda famosissimo per i dolci soprattutto pepati e dove si<br />
producevano anche terracotte importate a Trieste?), favette o fave dei morti (un<br />
dolce tipico del periodo della festa dei morti – secondo Plinio, le fave contenevano<br />
le anime dei defunti – e di probabile origine ebraica, fatte con un impasto<br />
a base di farina di mandorle, dalle dimensioni di una piccola ciliegia, del colore<br />
bianco naturale, rosa o marrone).<br />
Trieste attraverso i dolci racconta una storia importantissima, senzala presenza<br />
asburgica e le tradizioni austriache, che trovano un riscontro sia nelle tradizioni<br />
familiari, che in particolare nei caffè e nelle tipiche pasticcerie triestine.<br />
Locali che in città si erano ampiamente diffusi sul finire dell’Ottocento. Erano<br />
i luoghi dove tradizionalmente e quasi quotidianamente ci si incontrava e che<br />
per molti aspetti erano pressoché identici a quelli viennesi. Non solo nello stile<br />
dell‘arredamento e dell‘esposizione dei prodotti, ma soprattutto nei dolci che<br />
proponevano. Anche le ricette rispecchiavano le tradizioni asburgiche, anche<br />
se ogni pasticceria produceva le proprie specialità, distinguendosi ognuna per<br />
i profumi e i sapori delle proprie torte e le freschissime creme (soprattutto<br />
carsoline). Dove un posto fondamentale era riservato alla torta ormai famosa<br />
in tutto il mondo e cioè la Sacher, ma anche allo Strudel di mele diventato<br />
rapidamente … strucolo de pomi, dove non potevano mancare la Linzertorte<br />
(torta di mandorrle coperta i marmellata di albicocche o lamponi) i Crapfen, ma<br />
soprattutto il Kugluf e la Dobos. I Kugluf, dolce “regale” di origine austriaca che<br />
deve il suo nome a Gugelhupf, è fatto con pasta lievitata (a base di farina, latte,<br />
burro, uova, zucchero) e l’aggiunta di uvetta e poi il tutto cotto nel forno nello<br />
stampo a forma conca con il buco al centro. La Dobos è certamente il dolce più<br />
rappresentativo d’Ungheria ed è fatto con sei strati di pasta, farciti con crema<br />
al cioccolato e una corona di caramello. Il nome lo deve al suo inventore Jo-<br />
seph Dobos, pasticciere dell‘Impero Austro-Ungarico (seconda metà dell 1800).<br />
Un’altra specialità magiara sono le granatine alla panna e cioccolato conosciute<br />
con il nome di Rigojanci, in onore del direttore d‘orchestra tzigano Jancsi Rigo.<br />
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