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EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...

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slava – la comunità nazionale slovena, presente da secoli nell‘area suburbana<br />

e urbana) su cui si sono inseriti alcuni elementi di provenienza diversa che si<br />

manifestano soprattutto in una certa porzione di lessico e nella tradizione<br />

gastronomica. L‘integrazione, in sostanza, oltre che nell‘alta finanza, è avvenuta<br />

soprattutto in cucina, dando come risultante una tavolozza culinaria che spazia<br />

dalle abitudini centroeuropee a quelle balcaniche e mediterranee.<br />

Nel tempo presente, in cui il ruolo delle nuove comunità culturali nell‘economia<br />

locale non ha ancora raggiunto vette importanti e determinanti per lo sviluppo<br />

imprenditoriale; e l‘incisività delle culture sul tessuto di arrivo appare ancora<br />

labile, l‘integrazione deve procedere attraverso canali diversi dal passato, perché<br />

diverse sono le caratteristiche del contatto tra comunità. E, in fondo, nel<br />

contesto attuale, appaiono più apprezzabili la conoscenza e l‘integrazione sul<br />

piano socioculturale e antropologico.<br />

L‘impatto, talvolta non graduale, tra culture a volte altamente diverse, può produrre<br />

infatti da un lato irrigidimenti, conflitti, incertezze, disorientamento, ma<br />

dall‘altro nuove conoscenze ed esperienze, e trasformazioni significative che<br />

incidono sensibilmente sulle identità sia del migrante che della società di accoglienza.<br />

A ciò va aggiunto il rapporto interno alle comunità originarie (di lingua italiana e<br />

di lingua slovena), dove, come si è già visto, una vera integrazione non è stata<br />

ancora mai raggiunta.<br />

La storia del XX secolo ha segnato in modo molto profondo entrambe le comunità,<br />

e la rielaborazione del passato e delle sue conseguenze non ha ancora<br />

raggiunto la necessaria distanza con cui deve essere affrontata. La ricerca di una<br />

condivisione di memorie e di dolori, nel tentativo di superare le tragedie del passato<br />

e di edificare un nuovo presente capace di favorire l‘integrazione tra le due<br />

componenti culturali fondamentali della città e della fascia confinaria, è obiettivo<br />

ancora lontano. Forse anche obiettivo impossibile. Più opportuno e realizzabile<br />

appare il conseguimento del rispetto delle memorie e dei dolori degli Altri. La<br />

chiave dell‘intercultura sta nella conoscenza di quanto dell‘Altro sia dentro ciascuno<br />

di noi. Un percorso che può passare attraverso la cultura in tutta la sua ampiezza<br />

– dall‘educazione scolare al lavoro intellettuale. E che in un‘euroregione<br />

potrebbe trovare spazio, risorse e sostegno economico e istituzionale.<br />

Il terzo aspetto da considerare è il pericolo delle piccole patrie, che si ergono a<br />

difesa di un‘identità sentita vacillante o minacciata. Nell‘Europa che vanta<br />

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