EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...
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La cucina di una terra plurale e dai confini mobili, tra<br />
mare e Carso e tra Mediterraneo ed Europa di Mezzo<br />
Marino Vocci<br />
Trieste sospesa tra mare e Carso, con luoghi ora accarezzati dalla mite e fresca<br />
brezza del mare, ora spazzati dagli impetuosi e gelidi refoli della bora, dove<br />
echeggia il respiro largo del romanzo e dove si è avvolti dal fascino discreto e<br />
quasi sussurrato della poesia:<br />
Un uomo innaffia il suo campo. Poi scende<br />
così erta del monte una scaletta,<br />
che pare, come avanza, il piede metta<br />
nel vuoto. Il mare sterminato è sotto.<br />
Ricompare. Si affanna ancora attorno<br />
quel ritaglio di terra grigia, ingombra<br />
di sterpi, a fiore del sasso. Seduto<br />
all‘osteria, bevo quest‘aspro vino<br />
Trieste con il mare e il suo Carso, un mondo raccontato splendidamente da<br />
Umberto Saba in questo frammento della poesia “Contovello“.<br />
Una terra che il grande poeta sloveno Srecko Kosovel, rende viva attraverso la<br />
sua irrequieta poesia, dove sul Carso: “… tutto è bello e verità … di grave malinconica<br />
bellezza…”, “terra di pietre” dove si respira quiete e solitudine e i pini<br />
“… tra le sterili pietraie a fatica stanchi sussurrano…” e sembrano volersi ricongiungere<br />
con il cielo (Pesem s Kasu-Canto del Carso di Srecko Kosovel).<br />
Un microcosmo delicato e complesso, aspro e affascinante, dove nella pietra<br />
lavorata e schiva si sente la presenza dell’uomo. Pietra, che Lojze Spacal, nelle<br />
sue opere grafiche ha reso universale, con immagini che hanno dato voce a<br />
una terra senza voce, a una terra difficile, dove si celebra lo splendido matrimonio<br />
tra la natura solare del Mediterraneo e quella severa dell’Europa di Mezzo.<br />
Una terra, dura da coltivare ma anche difficile da vivere, che sa essere generosa<br />
soprattutto nei luoghi al riparo dai gelidi refoli di bora, dove anche lo sguardo<br />
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