EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...
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dove erano imbarcati nostromi, timonieri, marinai, cuochi o semplici manovali<br />
18 : Bugliovaz, Bogdanvich, Bussanich, Nicolich, Jurissevich, sono alcuni dei<br />
nomi che compaiono anche nelle Maldobrie. Non tanto la terraferma mitteleuropea,<br />
ma la fluidità del mare, luogo naturalmente di scambio, i cui confini<br />
sono le altre sponde del Mediterraneo, è stata la dimensione entro cui è ripartita<br />
la storia, le cui tracce sono ancora evidenti, seppur poco evidenziate. Eppure<br />
i segni ci sono: Fincantieri, con i suoi uffici di progettazione e i suoi cantieri<br />
navali, la Wartsila, produttrice di motori navali, un porto le cui acque sono<br />
le più profonde del Mediterraneo, un’abitudine alla vela, sport e diporto praticato<br />
da molti, tanto da ispirare il prodotto più noto di Trieste, la “Barcolana”; né<br />
va dimenticata, tra le altre, l’industria produttrice di vernici navali antivegetative,<br />
quella Veneziani che ha permesso a Svevo di cogliere le dinamiche culturali<br />
di un ceto produttivo e di scrivere il suo capolavoro. Ma anche nell’aspetto<br />
architettonico il mare è centrale: il porto vecchio, esempio ineguagliabile di archeologia<br />
industriale il cui riuso tutta la città attende; il borgo teresiano stesso,<br />
progetto architettonico unico in Europa con il suo canale pensato per portare le<br />
merci nel cuore della città, con le sue case-magazzino.<br />
Ci piacerebbe poter applicare quelle categorie che Fernand Braudel 19 assegnava<br />
al Mediterraneo, e considerarle come proprie non di un altro mare, ma di una<br />
sua porzione nord orientale. Un confine dilatato e proteso. Certo, ci vuole ora<br />
un progetto di rilancio di respiro europeo e non basterà il ricordo seppur nobile<br />
di qualche scrittore a trattenere i nostri giovani in regione. Quell’eredità culturale<br />
potrà certamente aiutare a essere cosmopoliti di fatto, in maniera silenziosa<br />
e meno identitaria possibile: Trieste è una città che si lascia vivere e, almeno,<br />
lascia ancora vivere. Ma deve avere un progetto che non la obblighi ad entrare<br />
in conflitto con realtà vicine, e che piuttosto contribuisca a coordinare i reciproci<br />
interessi di qua e di là del confine; la lotta sarebbe questa volta non di conquiste<br />
territoriali, ma di tariffe e patti sociali. Scelte locali e globali, come è per<br />
l’economia del Friuli, dovrebbero interessare anche la Venezia Giulia, visto il<br />
futuro che ci attende. Se è vero che nel giro di 40 anni gli europei scenderanno<br />
dagli attuali 333 milioni a 242 milioni, per colmare il divario saranno necessari<br />
18 Marija Mitrović, Trieste nelle memorie marittime, in AA.VV., Cultura serba a Trieste, a cura di Marija<br />
Mitrović, Lecce, Argo, 2009, p. 187.<br />
19 Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, trad. it. Torino, Einaudi 1953.<br />
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