EUROPA NEU DENKEN - Schwerpunkt Wissenschaft und Kunst ...
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Una storia interessante quella raccontata da Veit Heinichen e Ami Scabar nel<br />
bellissimo “Trieste – La città dei venti” nel capitolo dedicato ai dolci (altri vengono<br />
dedicati all’olio, al vino, al caffè, al sale, ai pesci e molluschi …) è la storia<br />
della giovane americana Klara Ward che ha sposato il vecchio principe Josèph<br />
de Chimay de Carvan nel corso del viaggio di nozze a Budapest incontra Rigò<br />
Jancsi e per quest’ultimo lascia il principe. Una storia d’amore che colpisce<br />
Gérbeaud il maggior pasticciere di Budapest, che dedica al vero amore un dolce<br />
di cioccolato e lo chiama proprio Ringòjancsi. Saranno poi degli emigranti<br />
ebrei da Budapest, che a Trieste fonderanno la pasticceria “La Bomboniera”, a<br />
far conoscere questo dolce alla nostra città.<br />
Ci sono poi i dolci che vengono dalla tradizione del mondo slavo: come le palacinke<br />
(chiamate anche amlettes, una sorta di crepes ripiene di marmellata,<br />
cioccolata o zucchero e limone). La Gibanica, un dolce tipico, anche se esiste<br />
la versione croata e quella serba, della regione slovena del Prekmurje, un piccolo<br />
fazzoletto di terra fra l‘Ungheria, l‘Austria e la Croazia.<br />
Dal mondo sloveno storicamente presente a Trieste viene invece la tradizione<br />
del famoso strucolo coto in straza. Un termine dialettale, che sta ad indicare<br />
uno strudel cotto nel canovaccio. Lo strucolo cotto, ripeto strudel nello straccio<br />
o kuhani struklji, come viene chiamato in sloveno, che viene servito in particolare<br />
in una delle manifestazioni più importanti del Carso triestino e alla quale<br />
la comunità slovena è particolarmente legata e cioè le nozze carsiche. Come<br />
uno strudel è un rotolo ottenuto avvolgendo a spirale un foglio di pasta cosparso<br />
uniformemente con un ripieno che contiene miele di vario tipo (molto apprezzato<br />
lo straordinario miele di marasca/reselica, dal nettare di ciliegio canino,<br />
prugnolo), cannella, rum, uvetta, ricotta, cioccolato e soprattutto frutta secca<br />
(in particolare noci), viene quindi avvolto in un telo e lessato! I lembi dello<br />
straccio venivano attorcigliati e fissati su un bastone che veniva posato su una<br />
tegame pieno di acqua (a volte anche di latte o da alcuni anche cotto al vapore),<br />
consentiva al dolce di rimanere in ammollo durante la cottura. La particolarità<br />
e che la cottura a bagnomaria si faceva utilizzando l’acqua calda, presente in<br />
tutte le cucine economiche di un tempo e cioè gli sparger.<br />
Il dolce, naturalmente viene servito come dessert cosparso con pane grattuggiato<br />
rosolato nel burro, zucchero semolato e cannella. La consistenza della<br />
pasta di questo dolce è davvero particolare, infatti la cottura in bagnomaria la<br />
rende morbida e spugnosa.<br />
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