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06 - <strong>tempted</strong><br />
« Certo, ma in questo momento il tuo paparino non è nei paraggi. »<br />
« Non so perché tu stia facendo questo gioco con me. Hai già ammesso di<br />
sapere che mio padre non mi ha abbandonato. Tornerà a prendere il suo<br />
figlio prediletto. E, quando lo farà, io gli consegnerò la Rossa. » « E a<br />
te sta bene se è un carboncino? » « Le condizioni del suo corpo non mi<br />
riguardano, a patto che io ne sia in possesso. »<br />
«D'accordo, allora. Io non me la voglio mangiare, quindi il suo corpo non<br />
mi serve. » Inclinò la testa e lo squadrò con attenzione. « Ho guardato in<br />
quel tuo cervello da uccellaccio e so che sei incazzato, ma ho visto che ti<br />
senti pure in colpa da morire. Perché? »<br />
« Dovrei essere al fianco di mio padre. Il resto è inaccettabile. »<br />
La risata di Nicole, più simile a un latrato, era del tutto priva di<br />
umorismo. « Sei proprio figlio di tuo padre, vero? » Scostò la porta di<br />
stoffa, ma poi si voltò indietro.<br />
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« Dormi un po'. Lei non arriverà prima di qualche ora. E, se ti serve<br />
qualcosa, fuori ci sono Kurtis e la sua bella pistola. Chiedi a lui. Tu<br />
rimani qui finché non ti chiamo. Capito? »<br />
« Ssssì. »<br />
La novizia rossa se ne andò e Rephaim tornò ad acciambellarsi nel nido che<br />
aveva fatto del letto di Stevie Rae. Prima di ripiombare in un sonno<br />
ristoratore, il suo unico desiderio era che la Rossa lo avesse lasciato<br />
morire sotto quell'albero.<br />
ZOEY<br />
Quando atterrammo all'aeroporto di Venezia ero sveglia da tipo un<br />
nanosecondo. Giuro di aver dormito per tutto il viaggio, e, nell'unico<br />
sogno che avevo fatto, giocavo a Scarabeo (cosa che non faccio mai) col<br />
gigantesco castoro della pubblicità del sonnifero Rozerem, e io gli vincevo<br />
una vagonata di scarpe firmate (anche se lui in realtà non ha piedi). Era<br />
stato un sogno strampalato ma innocuo, e avevo dormito bene come un bambino<br />
in vacanza.<br />
La maggior parte del mio gruppo invece si stava asciugando le lacrime e<br />
soffiando il naso.<br />
«Cosa diavolo è successo a tutti quanti?» chiesi a Stark. A un certo punto<br />
del volo evidentemente il mio Guerriero si era trasferito sul sedile<br />
dall'altra parte del corridoio rispetto al mio.<br />
Lui puntò il mento in direzione degli altri, incluso Heath, che aveva gli<br />
occhi velati di lacrime. « Hanno appena finito di guardare Milk. Li ha<br />
fatti frignare tutti come neonati. »<br />
« Ehi, è un bel film. Ed è anche ipertriste », replicai.<br />
« Già, l'ho visto quando è uscito, ma volevo mantenere una sorta di<br />
contegno virile, quindi ho deciso di spostarmi qui e leggere. » Sollevò il<br />
libro che teneva in grembo, e vidi che s'intitolava La mia stagione no, di<br />
un certo Pat Conroy.<br />
« Quindi leggi sul serio, vero? »<br />
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« Sì. Leggo sul serio. »<br />
« Una stagione no. Come gli è venuto in mente? » « Vuoi saperlo davvero? »<br />
«Sì, certo. »<br />
« Questo libro è una dimostrazione che la sofferenza può essere una fonte<br />
di forza. »<br />
« Ah », commentai con l'ennesimo sfoggio di furbizia. « È il mio autore<br />
preferito », replicò Stark un po' timidamente.<br />
« Allora leggerò qualcosa. » « Non scrive libri per ragazze. » « Ma che<br />
stereotipo orribile! » Stavo per lanciarmi in una predica sul concetto<br />
misogino (un termine imparato da Damien quando studiavamo La lettera<br />
scarlatta al corso di letteratura) che i libri tosti siano per i maschi e<br />
quelli frivoli, inutili e superficiali per le donne, quando il jet si fermò<br />
con un sobbalzo.<br />
Ci guardammo a bocca aperta, senza sapere bene cosa fare, ma un attimo dopo<br />
la porta della cabina di pilotaggio si spalancò. « Benvenuti a Venezia »,<br />
esordì la vampira copilota. « So che almeno uno di voi ha necessità<br />
'particolari', perciò siamo entrati direttamente nel nostro hangar privato.<br />
Erce vi sta aspettando e vi accompagnerà fino all'isola di San Clemente.<br />
Fate attenzione a non dimenticare niente sull'aereo. Benedetta sia e<br />
benedetti siate. » Poi aprì il portellone. « Potete sbarcare. »<br />
« Scendo io per prima », dissi a Stark, che era già in piedi, il libro<br />
infilato nello zaino sulla spalla. « Voglio essere sicura che davvero tu<br />
non corra il rischio di finire arrosto. »<br />
Stark stava per mettersi a discutere, ma Dario scostò entrambi. « Restate<br />
qui. Vado a controllare che sia tutto a posto. »<br />
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