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06 - <strong>tempted</strong><br />
collo.<br />
Ero ancora quasi del tutto addormentata e non mi volevo svegliare, ma<br />
sospirai felice e piegai la testa di lato, in modo che avesse a<br />
disposizione una maggiore superficie del mio collo. Stare tra le sue<br />
braccia mi faceva sentire così bene! Mi piaceva averlo vicino ed ero<br />
davvero contenta che Stark fosse il mio Guerriero. Mormorai un<br />
sonnacchioso: « Devi proprio sentirti meglio ».<br />
Il suo tocco si fece più sensuale e meno delicato.<br />
Rabbrividii di nuovo.<br />
Poi la mia mente insonnolita registrò due cose: primo, i brividi non erano<br />
solo di piacere, anche se non c'era dubbio che mi piacesse quello che stava<br />
facendo. Erano brividi di freddo. Il suo tocco era freddo. Secondo, il<br />
corpo che premeva contro il mio era troppo grande per essere quello di<br />
Stark.<br />
In quell'istante, lui bisbigliò: «Vedi quanto la tua anima mi desidera? Tu<br />
verrai a me. Sei destinata a farlo, così come io sono destinato ad<br />
aspettarti ».<br />
Mi svegliai di soprassalto, e mi misi a sedere sul letto.<br />
Ero completamente sola.<br />
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Calmati... calmati... calmati... Kalona non è qui... va tutto bene... era<br />
soltanto un sogno...<br />
Senza pensarci, iniziai a controllare la respirazione, che era decisamente<br />
partita in quarta, cercando di tranquillizzarmi. Stark non era nella stanza<br />
e l'ultima cosa che volevo era che si precipitasse di nuovo da me perché<br />
sentiva che ero in preda al panico, visto che in realtà non ero in<br />
pericolo. Potevo anche essere insicura su una vago-nata di cose, ma di una<br />
ero certa: non volevo che Stark cominciasse a pensare di non potersi<br />
staccare da me.<br />
Sì, ero pazza di quel ragazzo ed ero davvero felice che condividessimo un<br />
legame, ma questo non significava che volessi fargli credere di non<br />
potercela fare senza di lui. Era il mio Guerriero, non un baby-sitter o uno<br />
stalker e, se cominciava a convincersi di dovermi controllare di<br />
continuo... di dovermi fissare mentre dormivo... Soffocai un gemito di<br />
orrore.<br />
La porta del bagno si aprì e Stark entrò a grandi passi, lo sguardo fisso<br />
su di me. Indossava un paio di jeans e una maglia nera di Street Cats e si<br />
stava asciugando i capelli con una salvietta. Immagino di essere riuscita a<br />
calmarmi e a mascherare l'espressione terrorizzata sul mio viso, perché lui<br />
mi sorrise. « Ehi, mi sembrava che fossi sveglia. Stai bene? »<br />
« Sì, a meraviglia », mi affrettai a rispondere. « Mi sono svegliata perché<br />
a momenti rotolavo giù dal letto. E mi sono un po' spaventata. »<br />
Il suo sorriso diventò subito strafottente. «Probabilmente eri agitata<br />
perché sentivi la mancanza del mio fisico supersexy. »<br />
Inarcai un sopracciglio. « Sono sicura che non era per questo.» Quella<br />
battuta sul suo fisico (davvero super-sexy, okay, ma non avevo nessuna<br />
intenzione di fargli<br />
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credere che sbavavo per lui) mi spinse a squadrarlo per bene e mi resi<br />
conto che aveva sul serio un bell'aspetto, al di là della prevedibile<br />
figaggine. Era molto meno pallido e molto più saldo sulle gambe. « Sembri<br />
stare meglio. » « Sto meglio. Dario aveva ragione: guarisco in fretta. Otto<br />
ore filate di sonno e le tre sacche di sangue che ho fregato mentre tu<br />
russavi mi hanno rimesso quasi del tutto in sesto. » Si avvicinò al letto,<br />
si chinò e mi diede un bacio, dolce e gentile. « Aggiungici il fatto di<br />
sapere che posso tenere Kalona lontano dai tuoi sogni e direi che sono<br />
pronto ad affrontare praticamente qualunque cosa. » «Io non russo»,<br />
sentenziai decisa, poi sospirai e gli misi le braccia intorno ai fianchi,<br />
appoggiandomi a lui, lasciando che il calore del suo corpo scacciasse il<br />
gelo che mi aveva lasciato dentro l'incubo di Kalona. « Sono felice che tu<br />
stia meglio. »<br />
Avrei dovuto dirgli che Kalona si era intrufolato lo stesso nei miei sogni<br />
anche con lui così vicino e così concentrato a proteggermi? Probabile. Se<br />
lo avessi fatto, magari le cose sarebbero andate in modo diverso. Ma in<br />
quel momento non me la sentivo proprio d'incasinare l'energia positiva che<br />
lo stava facendo guarire, perciò mi abbandonai tra le sue braccia finché<br />
non mi venne in mente che non mi ero pettinata né niente. Passandomi le<br />
dita tra i pietosi capelli in piega da cuscino, mi staccai dal suo<br />
abbraccio (onde evitare di stenderlo con l'alito da risveglio) e corsi in<br />
bagno, dicendogli: « Ehi, mi faresti un favore mentre faccio la doccia? »<br />
« Certo. Vuoi che ti lavi la schiena? » replicò subito col solito<br />
sorrisetto strafottente che mi fece capire che stava davvero meglio.<br />
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