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6-tempted - only fantasy

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06 - <strong>tempted</strong><br />

Kurtis aveva riso come un matto. « Ehi, questo sì che è grande!<br />

Torniamocene tutti a scuola! Come se ne avessimo voglia! »<br />

«Sentite, io devo andare. È quasi l'alba. Ma ne riparleremo. E dovete anche<br />

sapere che forse riporterò qui gli altri novizi rossi, anche se<br />

ufficialmente faremmo parte della Casa della Notte. In quel caso dovrete<br />

decidere se stare con noi e comportarvi bene o andarvene. »<br />

« Senti un po', perché non ti tieni i tuoi novizi fighetti a scuola e noi<br />

rimaniamo qui, dato che ormai qui ci viviamo noi? » aveva replicato Kurtis.<br />

Stevie Rae si era fermata. Aveva immaginato di essere un albero le cui<br />

radici si allungavano nelle insondabili profondità del terreno. Ormai le<br />

veniva naturale. Terra, per favore, vieni a me. Nello scantinato,<br />

circondata dal suo elemento, le era facile far risalire l'energia e, quando<br />

aveva parlato, la terra aveva tremato all'unisono con la sua rabbia. « Ve<br />

lo dirò ancora soltanto una volta: se ri-Porto qui i novizi rossi, questa<br />

sarà la nostra casa. Se vi comportate bene, potete rimanere. Altrimenti ve<br />

ne do-<br />

338<br />

vrete andare. » Aveva pestato il piede e tutto l'edificio si era messo a<br />

tremare in una pioggia d'intonaco. Poi Stevie Rae aveva preso un bel<br />

respiro, costringendosi a calmarsi e immaginando che tutta l'energia che<br />

aveva evocato fluisse dal suo corpo e tornasse alla terra. «Perciò,<br />

ra-gaaaazzi, sta a voi decidere. Io torno domani sera. Ci vediamo », aveva<br />

concluso in tono normale.<br />

Senza degnarli di un'altra occhiata, Stevie Rae era corsa fuori dello<br />

scantinato, attraversando il labirinto di macerie e grate metalliche sparse<br />

a casaccio intorno all'edificio, fino a raggiungere la scala di pietra che<br />

dai binari portava a quella che un tempo era stata una trafficata stazione<br />

ferroviaria. Aveva dovuto fare molta attenzione sui gradini: ormai aveva<br />

smesso di nevischiare ed era perfino uscito il sole, ma la notte aveva<br />

fatto crollare la temperatura e praticamente tutto quello che si era<br />

sciolto si era già ghiacciato di nuovo.<br />

Poi lei aveva raggiunto il grande ingresso coperto che un tempo proteggeva<br />

i passeggeri dal tempaccio dell'Oklahoma. Guardò su.<br />

L'edificio aveva un'aria sinistra, niente da dire. Zy continuava a ripetere<br />

che sembrava uscito da Gotham City, mentre secondo Stevie Rae era più un<br />

incrocio tra Biade Runner e Amityville Horror. Lei amava i tunnel che<br />

correvano al di sotto, ma c'era qualcosa in quel palazzo di pietra, col suo<br />

strano misto di art déco e neogotico, che le metteva una gran fifa.<br />

Ovviamente, parte di quella sensazione sgradevole poteva essere dovuta al<br />

fatto che stava quasi albeggiando. Ripensandoci, questo avrebbe dovuto<br />

fermarla. Avrebbe dovuto girare sui tacchi, riscendere la scala, salire<br />

nell'auto della scuola e guidare fino alla Casa della Notte.<br />

Invece era andata dritta verso il suo destino e poi, co-<br />

339<br />

me avrebbe detto Zy, si era trovata nella cacca fino alle orecchie.<br />

Stevie Rae sapeva che nel corpo principale dello scalo ferroviario c'erano<br />

delle scale a chiocciola che portavano alle due torri, ma non si sognava<br />

neanche di rientrare nell'edificio, col rischio d'incontrare qualche<br />

novizio rosso ancora sveglio. Se l'avessero vista e le avessero fatto delle<br />

domande, avrebbero scoperto la verità.<br />

Quindi doveva passare al piano B, cioè all'albero. Un tempo doveva essere<br />

stato piantato con uno scopo decorativo ma, da quando nessuno se ne<br />

occupava più, le radici si erano fatte strada nel terreno sotto il<br />

parcheggio, spaccando l'aiuola e facendo crescere la pianta molto più del<br />

dovuto. Così spoglio, Stevie Rae non aveva idea di che tipo di albero si<br />

trattasse, sapeva solo che era abbastanza alto perché i rami sfiorassero il<br />

tetto accanto a una delle due torri. Quindi faceva proprio al caso suo.<br />

Muovendosi in fretta, Stevie Rae si era aggrappata al ramo più vicino alla<br />

sua testa, arrampicandosi fino a rag-gingere il tronco. Da lì aveva<br />

iniziato a salire, ringraziando Nyx per la sua superforza di vampira rossa,<br />

perché, se fosse stata una novizia qualunque, o magari perfino una vampira,<br />

non ce l'avrebbe mai fatta.<br />

Una volta arrivata in cima, Stevie Rae era saltata sul tetto dell'edificio.<br />

Non aveva perso tempo a controllare la prima torre, quel maiale di Kurtis<br />

aveva detto che Rephaim si trovava in quella più lontana dall'albero. Aveva<br />

attraversato il tetto di corsa, quindi si era arrampicata sulla torre e<br />

aveva guardato giù nel piccolo spazio circolare.<br />

Lui era lì. Accartocciato in un angolo, immobile e sanguinante.<br />

340<br />

Senza esitare, Stevie Rae si era lasciata cadere all'interno.<br />

Rephaim era raggomitolato in posizione fetale, il braccio sano che<br />

stringeva quello rotto nella fasciatura sporca. Stevie Rae aveva notato<br />

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