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6-tempted - only fantasy

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06 - <strong>tempted</strong><br />

REPHAIM<br />

Svegliarsi fu difficile. Perfino nell'evanescente regno di confine tra il<br />

conscio e l'inconscio, prima di percepire appieno il dolore che squassava<br />

il suo corpo distrutto, Re-phaim sentiva il profumo di Stevie Rae.<br />

All'inizio pensava di trovarsi ancora nel capanno degli attrezzi e che<br />

l'incubo fosse appena iniziato, che lei fosse appena stata lì, non per<br />

ucciderlo, ma per portargli dell'acqua e fasciargli le ferite. Poi si rese<br />

conto che faceva troppo caldo per essere nel capanno. Si mosse piano e il<br />

dolore che si propagò nel suo corpo lo fece svegliare del tutto. E lui<br />

ricordò.<br />

Era nei tunnel, dove lei gli aveva detto di andare.<br />

Detestava quel posto. Non era un odio che rasentava la paranoia, come nel<br />

caso di suo padre. Semplicemente a Rephaim non piaceva la sensazione di<br />

reclusione che gli dava lo stare sottoterra. Niente cielo sopra di lui,<br />

niente mondo verde e in continua crescita sotto di lui. Sottoterra, non<br />

poteva alzarsi in volo. Non poteva...<br />

I pensieri del Raven Mocker s'interruppero di colpo.<br />

No, non avrebbe pensato all'ala irrimediabilmente danneggiata e a quanto<br />

ciò avrebbe condizionato la sua vita. Non riusciva a pensarci. Non in quel<br />

momento. Non mentre il suo organismo era ancora così debole.<br />

Invece, Rephaim pensò a lei.<br />

Cosa facile a farsi, circondato com'era dal suo profumo.<br />

232<br />

Si mosse di nuovo, stavolta facendo maggiore attenzione all'ala spezzata.<br />

Col braccio sano si tirò su la coperta e si rintanò, come in un nido, nel<br />

calore del letto. Il letto di Stevie Rae.<br />

Perfino sottoterra, il fatto di trovarsi in un luogo che lei aveva<br />

considerato proprio gli dava un illogico senso di sicurezza. Non aveva idea<br />

del perché quella ragazza avesse un simile effetto su di lui. Rephaim<br />

credeva di aver seguito le sue indicazioni, cercando di avanzare nonostante<br />

il dolore e la stanchezza, ma all'improvviso capì che in realtà lui aveva<br />

seguito l'odore della Rossa, che lo aveva portato lungo gallerie tortuose e<br />

apparentemente deserte.<br />

Si era fermato in cucina, obbligandosi a bere e a mangiare qualcosa. I<br />

novizi avevano lasciato alcuni frigoriferi pieni di cibo. Frigoriferi! Uno<br />

dei molti miracoli dell'era moderna che aveva osservato nei lunghi anni in<br />

cui era stato solo uno spirito. Aveva trascorso un'eternità a osservare e<br />

osservare... sognando il giorno in cui avrebbe potuto di nuovo toccare e<br />

gustare e vivere per davvero.<br />

Rephaim aveva deciso che i frigoriferi gli piacevano. Però non era del<br />

tutto sicuro di apprezzare il mondo moderno. Nel breve periodo trascorso da<br />

quando gli era stato restituito il corpo, si era reso conto che gli umani<br />

moderni non avevano rispetto per il potere degli anziani. Il Raven Mocker<br />

non contava i vampiri tra le fila degli anziani. Quelli erano solo<br />

attraenti giocattolini. Divertimenti e distrazioni. Nonostante ciò che<br />

affermava suo padre, non meritavano di governare al suo fianco.<br />

Che fosse per quello che la Rossa gli aveva consentito di vivere? Perché<br />

era troppo debole e incapace, troppo moderna per ucciderlo?<br />

Poi pensò alla forza che aveva mostrato, e non solo fi-<br />

233<br />

sica, che pure era notevole. Era anche in grado di dominare l'elemento<br />

terra, al punto che il terreno si era aperto per obbedirle. Quella non era<br />

debolezza.<br />

Perfino suo padre aveva parlato dei poteri della vampira rossa e anche<br />

Neferet lo aveva avvertito che il capo dei nuovi novizi non andava<br />

sottovalutato.<br />

Ed eccolo lì, attirato in quel letto dal suo odore, dove in pratica si era<br />

fatto un nido.<br />

Con un grido di disgusto, balzò fuori del confortevole calore delle<br />

coperte. Restò lì, appoggiato al tavolo accanto al letto, sforzandosi di<br />

rimanere in piedi e d'impedire che l'implacabile oscurità di quel luogo lo<br />

facesse andare a fondo del tutto.<br />

Avrebbe ritrovato la cucina. Avrebbe di nuovo mangiato e bevuto. Avrebbe<br />

acceso tutte le lampade che avesse trovato. Rephaim sarebbe guarito con la<br />

forza di volontà, poi avrebbe lasciato quel posto simile a una tomba per<br />

tornare sopra la terra e ritrovare suo padre... ritrovare il proprio posto<br />

nel mondo.<br />

Rephaim scostò la coperta che fungeva da porta per la stanza di Stevie Rae<br />

e avanzò zoppicando nel tunnel. Mi sento già meglio... più in forze... non<br />

mi serve nemmeno il bastone per camminare, si disse.<br />

L'oscurità era quasi totale. Di quando in quando c'erano delle lampade, ma<br />

la maggior parte emanava una luce fioca e tremolante. Rephaim accelerò il<br />

Pagina 79

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