6-tempted - only fantasy

06 - tempted
negli occhi.
« Aspetta, aspetta... ho sbagliato tutto. » Di colpo si era fatto serio e
mi sfiorò la guancia. « Zoey... Non bevo da te perché non posso. Non perché
non voglio, capito? »
« Sì, questa l'ho già sentita. » Ero ancora in imbarazzo e cercai di
voltarmi, ma lui non me lo permise.
« Ehi, mi dispiace. » La sua voce era diventata profonda e sexy. « Non
avrei dovuto ridere di te. Avrei dovuto semplicemente dirti la verità, ma
sono un Guerriero da pochissimo tempo e mi ci vorrà un po' per fare le cose
per bene. » Sfiorò la linea dei tatuaggi che avevo sul viso. « Avrei dovuto
dirti che l'unica cosa che desidero di più che assaggiare il tuo sangue è
sapere che stai bene. » Mi baciò. « E poi non mi serve bere da te, perché
so che guarirò alla perfezione. » Le sue labbra sfiorarono appena le mie. «
Vuoi sapere come faccio a saperlo? »
« Mmm-mmm », mormorai.
« Perché sapere che stai bene mi dà forza, Zoey. Perciò adesso mettiti a
dormire. Ci sono io qui con te. » Si sdraiò al mio fianco.
Un istante prima che i miei occhi si chiudessero, sus-
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surrai: «Se qualcuno prova a svegliarmi, potresti ucciderlo? »
Stark ridacchiò. « Ogni tuo desiderio è un ordine, mia signora. »
« Bene. » Chiusi gli occhi e mi addormentai tra le braccia del mio
Guerriero che mi teneva al sicuro dai sogni e dai fantasmi del passato.
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AFRODITE
« Dico sul serio, piccioncini gay. Tornate a letto. Assieme. Cavolo!
Stanotte ho bisogno del mio vampiro. » Non appena era entrata nella stanza,
Afrodite aveva notato, con una certa irritazione, che Damien, Jack e
Duchessa erano raggomitolati nello stesso letto. Certo, le avevano fatto
venire in mente una cucciolata di cagnolini, ma non era giusto che le
pinguine permettessero loro di dormire assieme mentre avevano cacciato lei
in camera con Zoey. O almeno ci avevano provato.
« Che c'è, Afrodite? Problemi? » Dario corse verso di lei infilandosi
contemporaneamente maglietta e scarpe.
Come sempre, era pronto ad agire prima ancora che gli altri avessero
ripreso anche solo vagamente a funzionare. Un'altra ragione che l'aveva
fatta innamorare di lui. « Va tutto bene. Solo che Zoey sta dormendo con
Stark. Nella nostra stanza. E a me non mi va di gettarmi nel mucchio.
Quindi facciamo un piccolo scambio di posti. »
« Zoey sta bene? » chiese Damien.
« Penso di poter dire che in questo momento sta più che bene », replicò
Afrodite.
«Non pensavo che Stark fosse in condizione di... fare qualcosa », commentò
Jack con delicatezza. Aveva l'aria assonnata, coi capelli arruffati e gli
occhi gonfi.
Afrodite pensò che sembrava perfino più carino e cuc-cioloso del solito, ma
ovviamente si sarebbe fatta cavare
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gli occhi piuttosto che ammetterlo ad alta voce. « È riuscito ad arrivare
fino alla nostra stanza, che è all'ultimo piano, quindi penso sia in via di
guarigione. »
« Oooh, a Erik non piacerà affatto. Domani ci sarà una megascenata », saltò
su Jack tutto felice.
« No, stasera è calato il sipario su Erik. Zy lo ha piantato. »
« Sul serio? » chiese Damien.
« Oh, sì, ed era anche ora. Bisognava proprio dare un taglio alla sua
gelosia del cazzo », replicò Afrodite. « Ma lei sta bene davvero? »
Ad Afrodite non piaceva per niente lo sguardo troppo perspicace con cui la
fissava Damien. Non aveva la minima intenzione di raccontargli né di Kalona
né della sua visione, cosa di cui era felice di poter dare la colpa a Zoey,
e lo avrebbe sicuramente fatto, quando Damien si sarebbe incazzato perché
era stato tenuto all'oscuro. Perciò, per sviare Miss Ficcanaso, inarcò un
sopracciglio perfetto e gli rivolse il suo collaudato ghigno da stronza. «
E tu chi saresti? La sua mammina gay? »
Come previsto, Damien se la prese parecchio. « No, sono suo amico! »
« Ma ti prego. Datti una calmata. Come se non lo sapessimo. Zoey. Sta.
Bene. Dea, prova un po' a lasciarle spazio per respirare. »
Lui le lanciò un'occhiataccia. «Io la lascio respirare. Ero solo
preoccupato per lei, tutto qui. »
« Dov'è Heath? Lui lo sa della rottura con Erik e che lei sta, be',
dormendo con Stark? » concluse Jack con un bisbiglio molto teatrale.
Afrodite alzò gli occhi al soffitto. « Cosa vuoi che me ne importi di dov'è
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