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06 - <strong>tempted</strong><br />
non c'era dubbio che ormai fosse una relazione - era che non avevano fatto<br />
sesso. Non ancora, almeno. Certo, tutti pensavano che trombassero come<br />
conigli, e lei glielo aveva lasciato credere, anzi, li aveva addirittura<br />
incoraggiati a crederlo. Però non era così. E, anche se non sapeva bene<br />
come e perché, non le sembrava strano. Dormivano assieme e tra loro c'era<br />
stata qualche strusciata bollente, ma non erano andati oltre.<br />
Con un certo shock, Afrodite capì cosa stava realmente succedendo tra lei e<br />
Dario: ci stavano andando piano per imparare a conoscersi. A conoscersi<br />
davvero. E all'improvviso si accorse che a lei piaceva il fatto che ci<br />
stessero andando piano, almeno quanto le piaceva imparare a conoscere<br />
Dario.<br />
Si stavano innamorando!<br />
Quel pensiero terrificante le fece tremare la terra sotto<br />
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i piedi; le ginocchia non la ressero più e lei arretrò fino a una sedia<br />
abbandonata in un angolo e, con la testa che le girava, si sedette.<br />
Dario finì di fare il letto e la guardò confuso. « Che ci fai là in fondo?<br />
»<br />
« Niente, mi sono solo seduta », replicò lei in fretta.<br />
Lui inclinò la testa. « Sei sicura di star bene? Non è che ti sembra ancora<br />
di bruciare assieme ai vampiri? Sembri pallida. »<br />
« Ho un po' sete e mi pizzicano gli occhi, ma sto bene. »<br />
Dato che non accennava ad alzarsi, Dario la guardò perplesso e chiese: «<br />
Non sei stanca? »<br />
« Sì, sì. »<br />
« Ti porto un po' d'acqua? »<br />
« No, lascia! Me la prendo da sola. Non c'è problema. » Afrodite schizzò in<br />
piedi come una marionetta e andò al lavandino.<br />
Stava riempiendo un bicchiere di plastica, quando all'improvviso si ritrovò<br />
di nuovo le mani di Dario sulle spalle. Stavolta, lui iniziò a massaggiarle<br />
dolcemente il collo. « Sei tutta rigida, qui », le disse, spostandosi sulle<br />
spalle.<br />
Afrodite non riusciva a muoversi, mentre il tocco delicato di Dario le<br />
faceva capire quanto a quel ragazzo importasse di lei. Infine lasciò il<br />
bicchiere e chinò la testa in avanti, prendendo un respiro profondo e<br />
soddisfatto. « Certo che le tue mani sono proprio magiche. »<br />
« Non c'è niente che non farei per te, mia cara. »<br />
Afrodite sorrise e si concesse il lusso di rilassarsi. Amava il fatto che<br />
Dario la trattasse come se lei fosse la sua Somma Sacerdotessa, anche se<br />
non aveva più il Marchio e non sarebbe mai diventata una vampira. E che non<br />
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avesse mai dubitato che lei fosse speciale per Nyx, che fosse stata Scelta<br />
dalla Dea. E amava anche...<br />
Oh, Dea! Lo amava sul serio! Cazzarola!<br />
Afrodite sollevò la testa di scatto e si voltò talmente in fretta che Dario<br />
fece un salto indietro.<br />
« Cosa c'è? » le chiese stupito.<br />
« Ti amo! » sbottò lei, quindi si portò una mano alla bocca, quasi per<br />
tentare, troppo tardi, d'impedirle di parlare.<br />
Il sorriso del Guerriero fu lungo e lento. « Sono felice di sentirtelo<br />
dire. Anch'io ti amo. »<br />
Afrodite sbatté con forza le palpebre per ricacciare indietro le lacrime,<br />
quindi spinse via Dario e si allontanò. « Dea! Che rottura! »<br />
Invece di reagire, Dario si limitò a guardarla mentre lei raggiungeva il<br />
letto tutta impettita, incerta se sedersi o infilarsi direttamente sotto le<br />
coperte. Alla fine, sentendosi addosso lo sguardo del Figlio di Èrebo,<br />
Afrodite decise di non fare nessuna delle due cose: si sentiva già<br />
abbastanza vulnerabile così, con indosso solo una maglietta e le mutandine,<br />
senza bisogno di mettersi anche a letto. Si voltò ad affrontare Dario. «<br />
Cos'hai da guardare? » sbottò.<br />
Lui inclinò la testa e un sorriso triste gli increspò appena le labbra.<br />
Afrodite pensò che i suoi occhi sembravano più vecchi di decenni rispetto<br />
al resto del viso.<br />
« Mia cara, i tuoi genitori non si amano. Da quanto mi hai raccontato di<br />
loro, forse non sono in grado di amare nessuno, nemmeno te. »<br />
Lei sollevò il mento e incrociò il suo sguardo. « Avanti, dimmi qualcosa<br />
che non so. »<br />
« Tu non sei tua madre. »<br />
Aveva pronunciato quelle parole con dolcezza, ma per<br />
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lei fu come se le avesse conficcato un coltello nel cuore. « Questo lo so!<br />
» Di colpo, aveva le labbra gelate.<br />
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