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06 - <strong>tempted</strong><br />
Due mentre io non c'ero. »<br />
« È stato un piacere. Io non avevo mai avuto un cane, perciò non sapevo<br />
quanto sono fantastici... » La voce di Jack s'incrinò solo un pochino. Si<br />
schiarì la gola e riprese: «Sono... sono felice che tu non sia più, be',<br />
cattivo e orribile e roba del genere, così lei può tornare con te ».<br />
«Sì, be', a questo proposito... Io non sono ancora esattamente al cento per<br />
cento e, anche quando lo sarò, non so quali saranno i miei impegni. Perciò<br />
stavo pensando che, se per te andasse bene, mi faresti davvero un grande<br />
favore occupandoti di Duchessa assieme a me. »<br />
Il viso di Jack s'illuminò. «Sul serio?»<br />
Stark annuì. « Sul serio. Tu e Damien potreste tenere Due nella vostra<br />
stanza, e magari riportarla qui più tardi?»<br />
« Ma sicuro! » strillò Jack, quindi si schiarì la voce e riprese in tono<br />
più composto: « Cioè, come ho detto prima, è un vero piacere ».<br />
Stark prese il muso di Duchessa tra le mani e la guardò<br />
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dritto negli occhi. « Adesso sto meglio, bella. Tu vai con Jack, così posso<br />
riposarmi un po'. »<br />
Benché ogni minimo movimento gli procurasse un dolore terribile, Stark si<br />
mise a sedere e si chinò per dare un bacio a Duchessa e lasciare che lei<br />
gli leccasse la faccia. « Ma che brava cagnolona... la mia bella bionda...<br />
» mormorò. Quindi, dopo un altro bacetto, indicò Jack. «Vai con lui,<br />
adesso! Vai! »<br />
Con un ultimo guaito riluttante, Duchessa si voltò e trotterellò accanto a<br />
Jack, assestandogli una musata affettuosa mentre lui con una mano si<br />
asciugava le lacrime e con l'altra l'accarezzava. « Mi occuperò di lei e te<br />
la riporterò non appena tramonta il sole. Okay? »<br />
Stark riuscì a sorridere. « Okay. Grazie, Jack. » Dopo di che crollò sui<br />
cuscini.<br />
« Ora ha davvero bisogno di riposare », disse Dario. «Zoey, potresti<br />
aiutarmi a riportare in camera tua nonna? Anche lei ha bisogno di riposo. È<br />
stata una lunga notte per tutti », aggiunse suor Mary Angela.<br />
Divisa tra la preoccupazione per Stark e quella per la nonna, rimasi<br />
immobile, incerta sul da farsi.<br />
Stark incrociò il mio sguardo. «Ehi, occupati di tua nonna. Sento che manca<br />
poco al sorgere del sole e a quel punto mi spegnerò come una candelina. »<br />
« Okay. » Raggiunsi il suo letto e restai lì un po' impacciata. Cosa dovevo<br />
fare? Baciarlo? Stingergli la mano? Alzare il pollice sorridendo da vera<br />
sfigata? Voglio dire, ufficialmente non era il mio ragazzo, ma il legame<br />
tra noi andava ben oltre l'amicizia. Confusa, preoccupata e<br />
fondamentalmente a disagio, gli appoggiai una mano sulla spalla. « Grazie<br />
di avermi salvato la vita. »<br />
Quando i suoi occhi si fissarono nei miei, il resto della<br />
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stanza scomparve. « Terrò sempre al sicuro il tuo cuore, anche a costo di<br />
fermare il mio. »<br />
Mi chinai a baciargli la fronte. « Cerca di fare in modo che non succeda,<br />
'kay? » « Okay », mormorò.<br />
« Ci vediamo dopo il tramonto. » Poi mi decisi finalmente a correre dalla<br />
nonna. Con l'aiuto di suor Mary Angela, la feci alzare e la portammo in<br />
un'altra camera dell'infermeria. Appoggiata al mio braccio, la nonna<br />
sembrava piccola e fragile, e mi si annodò di nuovo lo stomaco per la<br />
preoccupazione.<br />
« Smetti di agitarti, u-we-tsi a-ge-hu-tsa », mi disse mentre suor Mary<br />
Angela le sistemava i cuscini.<br />
« Sylvia, vado a prenderti le medicine », annunciò la suora. « E a<br />
controllare che le tende nella stanza di Stark siano ben chiuse, quindi<br />
avete qualche minuto per chiacchierare. Ma guarda che, quando torno,<br />
insisterò perché tu prenda gli antidolorifici e ti metta a dormire. »<br />
« Mary Angela, sei una vera aguzzina », commentò la nonna.<br />
« Tra simili ci si riconosce subito », replicò la suora, dopo di che uscì<br />
dalla stanza.<br />
La nonna mi sorrise e mi fece segno di sedere sul suo letto. « Vieni qui<br />
vicino a me, u-we-tsi a-ge-hu-tsa. »<br />
Obbedii, cercando di non sballottarla troppo. Il suo viso era pieno di<br />
lividi e bruciature causati dall'airbag, che però le aveva salvato la vita.<br />
Le avevano messo dei punti sul labbro e sulla guancia; la testa era<br />
completamente bendata e il braccio destro ingessato.<br />
« Buffo, vero, che le mie ferite sembrino così terribili, ma in realtà<br />
siano meno dolorose e più facili da curare di quelle che ti porti dentro. »<br />
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Stavo per rispondere alla nonna che stavo benissimo, ma le sue parole<br />
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