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06 - <strong>tempted</strong><br />
posizione sociale. Ti meriti qualcuno che ti apprezzi per quella che sei.<br />
Adesso te lo chiederò di nuovo: accetti il mio Giuramento? »<br />
Afrodite abbassò lo sguardo verso quel viso forte e<br />
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bellissimo, e qualcosa in lei si sciolse. All'improvviso in quegli occhi<br />
sinceri e sereni vide il suo futuro. « Sì. »<br />
Con un grido di gioia, Dario si alzò e prese tra le braccia la sua<br />
Profetessa. Poi la tenne stretta fino al tramonto, mentre lei piangeva,<br />
liberandosi del nodo di tristezza e solitudine e rabbia che per troppo<br />
tempo le aveva indurito il cuore.<br />
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STEVIE RAE<br />
Di solito Stevie Rae non aveva problemi a dormire. Anzi, di giorno ronfava<br />
come un sasso. Non quel giorno, però. Quel giorno non era riuscita a<br />
spegnere il cervello, o forse sarebbe stato più corretto dire che non era<br />
riuscita far tacere il senso di colpa.<br />
Cos'avrebbe fatto con Rephaim?<br />
Doveva dirlo a Zoey, ecco cos'avrebbe dovuto fare. Senza dubbio. « Certo, è<br />
la volta che Zoey sclera così tanto che esplode », brontolò continuando a<br />
fare avanti e indietro di fronte all'ingresso del tunnel. Era sola, ma non<br />
smetteva di guardarsi intorno con aria furtiva, come se si aspettasse che<br />
qualcuno si avvicinasse di soppiatto.<br />
E se anche fossero scesi a cercarla? Non stava facendo niente di male!<br />
Semplicemente non riusciva a dormire, tutto lì.<br />
Almeno, lei desiderava che fosse « tutto lì ».<br />
Stevie Rae si fermò a fissare la calda oscurità del tunnel che aveva aperto<br />
nella nuda terra. Cosa diavolo faccio con Rephaim?<br />
Non poteva parlarne a Zoey. Zoey non avrebbe capito. Nessuno avrebbe<br />
capito. Che cavolo, non capiva neppure lei! Sapeva soltanto che non poteva<br />
abbandonarlo, che non poteva tradirlo. Ma, quando non gli stava vicino,<br />
quando non sentiva la sua voce e non vedeva quel dolore troppo umano nei<br />
suoi occhi, le prendeva il panico: forse<br />
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nascondere il Raven Mocker dimostrava soltanto che ormai aveva perso anche<br />
quel poco di buonsenso che le era rimasto.<br />
Lui è tuo nemico! Il pensiero continuava a girarle nella testa, svolazzando<br />
all'impazzata come un uccello ferito.<br />
Stevie Rae rivolse lo sguardo al tunnel e alla terra, che le dava forza e<br />
sicurezza. « No, in questo momento non è mio nemico. In questo momento è<br />
solo ferito. »<br />
All'improvviso sgranò gli occhi: ecco cos'aveva dato origine a tutto quel<br />
casino! Se lui non fosse stato ridotto così male, se fosse stato sano e<br />
avesse aggredito gli altri, lei non avrebbe esitato a difenderli.<br />
E se gli trovassi semplicemente un posto dove possa guarire in pace? Sì!<br />
Non era necessario che lo proteggesse. Solo non voleva condannarlo a morte<br />
consegnandolo agli altri. Se lo avesse portato al sicuro, in un posto in<br />
cui nessuno lo avrebbe disturbato, Rephaim poteva guarire e decidere da sé<br />
il suo futuro, proprio come aveva fatto lei. Magari lui avrebbe scelto di<br />
unirsi alla lotta contro Kalona e Neferet. Magari no. In ogni caso, non<br />
sarebbe più stato un problema di Stevie Rae.<br />
Ma dove poteva portarlo?<br />
Poi, sempre fissando il tunnel, trovò la soluzione perfetta, anche se<br />
implicava confessare qualcuno dei suoi segreti. Si chiese se Zoey avrebbe<br />
capito perché le aveva tenuto nascoste delle cose. Deve capire. Anche lei<br />
ha dovuto fare delle scelte decisamente impopolari. E poi Stevie Rae aveva<br />
la vaga sensazione che Zoey non si sarebbe stupita più di tanto; era molto<br />
probabile che sospettasse qualcosa da un bel po'.<br />
Quindi avrebbe parlato con Zoey, il che avrebbe quantomeno assicurato che<br />
il posto in cui intendeva mandare Rephaim non si sarebbe trasformato a<br />
breve nel quartier<br />
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generale dei novizi. Lui non sarebbe stato proprio solo né del tutto al<br />
sicuro, ma quantomeno non le sarebbe stato più tra i piedi, smettendo di<br />
essere una sua responsabilità.<br />
Eccitata ed euforica per aver trovato una soluzione a quell'enorme<br />
problema, Stevie Rae controllò il suo precisissimo orologio interiore.<br />
Aveva poco più di un'ora prima del tramonto. Normalmente non le sarebbe<br />
bastato per portare a termine il lavoro, ma quel giorno il sole era troppo<br />
debole; lei percepiva gli inutili sforzi dei raggi che tentavano di<br />
oltrepassare il fitto strato di nuvole grigie che sembrava stazionare in<br />
modo permanente su Tul-sa. Era certa che non si sarebbe incenerita uscendo.<br />
Ed era altrettanto sicura che non avrebbe incontrato suore ficcanaso in<br />
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