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06 - <strong>tempted</strong><br />
«Non c'è problema. Stiamo diventando bravi ad affrontare i cambiamenti »,<br />
replicò lei.<br />
«Già, 'cambiamento' è quasi la nostra parola d'ordine », intervenne<br />
Kramisha mentre parecchi altri ragazzi facevano cenni di approvazione.<br />
Ero così orgogliosa di loro che a momenti mi mettevo a piangere. « Credo<br />
proprio che siamo pronti a tornare a casa. »<br />
« Casa », ripetè Lenobia in tono dolce e triste. « Allora seguitemi in<br />
quella che è diventata la nostra casa. » Si voltò, schioccò la lingua e,<br />
istantaneamente, le tre giumente la seguirono senza che noi dovessimo fare<br />
niente.<br />
Dall'ingresso principale ci spostammo nel parcheggio/ dove Dario aveva<br />
detto a Heath di aspettarci con l'Hum-mer, e smontammo da cavallo. Il lato<br />
dell'edificio che ospitava gli alloggi dei professori e l'infermeria ci<br />
bloccava la vista della zona centrale del parco, perciò scorgevamo soltanto<br />
alcune ombre danzanti create dalle fiamme-<br />
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A parte gli schiocchi del legno che bruciava, nella scuola regnava il<br />
silenzio più assoluto.<br />
« Non va bene per niente », disse sottovoce Shaunee. « Cosa? » le chiesi.<br />
« In quelle fiamme percepisco tanta tristezza. Non va bene per niente »,<br />
ripetè.<br />
«Shaunee ha ragione. Porto i cavalli in scuderia. Volete venire con me o<br />
preferite andare... » La voce di Lenobia si spense di nuovo, mentre il suo<br />
sguardo si spostava sulle ombre guizzanti che il fuoco disegnava contro i<br />
rami delle vecchie querce al centro del parco.<br />
« Andiamo », risposi indicando la luce delle fiamme. « Tanto vale<br />
affrontare subito la dura realtà. »<br />
« Vi raggiungo non appena ho finito di occuparmi dei cavalli. » Lenobia<br />
scomparve nell'oscurità seguita dalle tre giumente.<br />
La mano di Stark sulla mia spalla era calda e forte. « Ricordati, Kalona se<br />
n'è andato, portandosi via Neferet. Questo lascia a te il compito di<br />
gestire novizi e vampiri, cosa che dovrebbe risultare semplice, dopo tutto<br />
quello che hai passato. »<br />
Heath mi si avvicinò sull'altro lato. « Ha ragione. Perfino aiutare novizi<br />
e vampiri feriti non è terribile quanto affrontare Neferet e Kalona. »<br />
«E casa nostra, nonostante quello che è successo», sentenziò Dario.<br />
« Già, casa nostra. Ed è ora che ce la riprendiamo », aggiunse Afrodite.<br />
«Okay, vediamo che razza di casini ci ha lasciato Neferet», sbottai. Mi<br />
allontanai da Stark e da Heath, precedendo tutti sul vialetto che girava<br />
intorno alla bella fontana di fronte agli alloggi degli insegnanti, con le<br />
porte lngresso di legno tanto simili a quelle di un castello,<br />
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per poi passare davanti alla torretta che in realtà era il centro<br />
multimediale. Infine la zona centrale del parco entrò nel nostro campo<br />
visivo.<br />
« Oh, Dea! » esclamò Afrodite, senza fiato.<br />
D'istinto, i miei piedi si fermarono: la scena era così orribile che non<br />
riuscivo più a fare un altro passo. Benché stesse bruciando da parecchio,<br />
si distingueva ancora la struttura della pira funebre, formata da un enorme<br />
mucchio di legna sistemato tutt'intorno a un tavolo da picnic, sempre di<br />
legno. Anche il corpo era ancora riconoscibile: la bellissima professoressa<br />
Anastasia, la moglie del nostro maestro di scherma, Dragone Lankford, era<br />
stata vestita con un abito lungo e vaporoso e coperta con un sudario di<br />
lino bianco. Che cosa orribile! Anastasia aveva le braccia incrociate sul<br />
petto e i lunghi capelli erano sollevati e crepitavano nel fuoco.<br />
Un suono terribile, come il pianto di un bambino col cuore spezzato,<br />
squarciava la notte, e il mio sguardo, che fino a quel momento era rimansto<br />
fisso sulla pira, si spostò su un punto accanto al tavolo: Dragone Lankford<br />
era in ginocchio, con la testa china, ma i lunghi capelli che gli coprivano<br />
il viso non riuscivano comunque a nascondere le lacrime. Accanto a lui<br />
c'era Shadowfax, il suo immenso Maine Coon. Tra le sue braccia, invece,<br />
c'era una piccola gattina bianca che miagolava e si dimenava nell'apparente<br />
tentativo di gettarsi nel fuoco con la sua vampira.<br />
« È Ginevra, la gatta di Anastasia. » Mi portai una mano alle labbra per<br />
soffocare un singhiozzo.<br />
Shaunee si allontanò in fretta da noi e raggiunse la pira, avvicinandosi<br />
molto più di quanto chiunque altro avrebbe potuto fare. Nello stesso<br />
momento, Erin si mise al fianco di Dragone e, mentre Shaunee sollevava le<br />
brac-<br />
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eia e diceva ad alta voce: « Fuoco! Vieni a me! » udii Erin mormorare la<br />
stessa richiesta all'acqua, il suo elemento.<br />
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