6-tempted - only fantasy

06 - tempted
Heath e io. Lo presi sottobraccio. All'inizio Stark rimase rigido e freddo,
neanche stessi cercando di appoggiarmi a una statua, ma mentre camminavamo
cominciò a sciogliersi e sentii che si rilassava. Un attimo prima che lui
aprisse la porta del dormitorio delle ragazze, lo guardai e dissi: « Grazie
di essere il mio Guerriero. Grazie di fare in modo che io sia forte, anche
se questo ti fa soffrire ».
« Di niente, mia signora. » E mi sorrise. Sembrava vecchio e molto, molto
triste.
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zoey
« Vuoi anche delle bollicine marroni? » gridai a Stark che mi aspettava
impaziente nel salone del dormitorio, che era molto silenzioso e molto
strano. In realtà era proprio il silenzio a renderlo strano: era pieno di
novizi che guardavano la TV senza dire niente. Sul serio. Se ne stavano lì
seduti e basta. Punto. Nessuno parlava. Nessuno rideva. Niente. Alzarono
gli occhi quando Stark e io entrammo nella stanza, e sono quasi sicura che
alcuni ci lanciarono occhiate piene di odio, eppure nessuno disse niente.
« No, sto bene così. Prenditi le tue bollicine e andiamo di sopra. » Stark
si diresse verso le scale.
« Okay, okay, arrivo. Sto solo... » Andai a sbattere contro una ragazza. «
Cavolo, Becca, scusa! Non ti avevo vista! Stavo... »
«Sì, lo so cosa stavi facendo. Quello che fai sempre. Collaudavi un
ragazzo. »
Aggrottai la fronte. Non conoscevo molto bene Becca, di lei sapevo solo che
si era presa una bella cotta per Erik. Oh, e avevo pure sorpreso Stark che
cercava di morderla, Praticamente sul punto di violentarla (prima di
scegliere Ü bene e di farmi il suo Giuramento di Guerriero). Ovviamente
Becca non ricordava nulla del tentato stupro. Ri-c°rdava soltanto il
piacere che aveva provato quando
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luil 'aveva morsa, grazie al fatto che allora Stark era uri vero stronzo.
Tuttavia questo non le dava il permesso di assumere quell'atteggiamento con
me. Però non avevo il tempo di sistemare le cose con lei e, sinceramente,
non m'importava un accidenti di quanto fosse gelosa. Perciò mi limitai a
esibirmi in uno degli sgradevoli sbuffi di superiorità tipici di Afrodite e
le girai intorno per raggiungere il frigo, che aprii alla ricerca delle
bollicine marroni. « Sei stata tu, vero? Hai rovinato tutto. » Sospirai.
Trovai la lattina che cercavo e mi voltai. « Se intendi dire che mi sono
liberata di Kalona - che non è Èrebo sceso sulla terra ma un malvagio
immortale - e ho scacciato Neferet - che non è più la Somma Sacerdotessa di
Nyx ma una perfida Tsi Sgili che vuole conquistare il mondo -, allora sì.
Sì, sono stata io, con l'aiuto di alcuni amici. »
« Perché credi di sapere tutto? » « Io non credo affatto di sapere tutto.
Se no, saprei come mai tu continui a non capire che Kalona, Neferet e i
Raven Mocker sono cattivi, perfino dopo che hanno ucciso la professoressa
Anastasia. »
« I Raven Mocker l'hanno uccisa solo perché voi li avevate fatti incazzare
lottando contro Kalona, che alcuni di noi pensano ancora sia realmente
Èrebo. »
« Becca, datti una svegliata! Kalona non è Èrebo, è il padre dei Raven
Mocker! Sono il frutto dei suoi stupri sulle donne cherokee. Èrebo non
avrebbe mai fatto una cosa simile. Questo non è venuto in mente ad alcuni
di voi? »
«Andava tutto bene mentre tu non c'eri. Adesso sei tornata ed è andato di
nuovo tutto a puttane. Vorrei prò-
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prio che te ne andassi per sempre e lasciassi che il resto di noi facesse
quello che vuole. »
« Il resto di voi? Tipo i ragazzi in infermeria che sono stati quasi uccisi
dai tuoi amici con le ali? Oppure intendi Dragone, che è là fuori tutto
solo a piangere la morte di sua moglie? »
« È stata colpa tua! Prima che tu scappassi nessuno era stato aggredito. »
« Tu non stai ascoltando nemmeno una parola di quello che dico, vero? »
« Ciao, Becca », esordì Stark sulla soglia della cucina, proprio dietro la
ragazza.
Lei girò la testa, diede un gran colpo di ciuffo e gli rivolse un sorriso
svenevole. « Ciao, Stark. »
« Erik è di nuovo sul mercato », la informò lui in tono gelido.
Becca sbatté le palpebre con aria un po' confusa.
« Lui e Zoey hanno rotto », aggiunse.
« Oh, davvero? » Becca cercò di sembrare disinvolta, ma il linguaggio del
suo corpo diceva che era molto ma molto compiaciuta. Tornò a guardare me. «
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