6-tempted - only fantasy

06 - tempted
sopra. »
«Quello era il pagamento di un debito. Questo è di più.»
« Tipo cosa? »
« Tipo che il pensiero che tu sia stata così vicina alla morte mi fa stare
male », ammise, il tono guardingo e seccato.
« Tutto qui? »
« No. Sì. Non lo so! Non sono abituato a tutto questo », sbottò battendosi
il petto con un pugno. « A questo cosa? »
« A questo sentimento che provo per te. Non so neanche come chiamarlo. »
« Magari possiamo provare con 'amicizia'? » « Impossibile. »
Stevie Rae sorrise. « Sai, ho appena detto a Zoey che la linea che divide
il possibile dall'impossibile non è poi così netta. Non è proprio tutto
bianco o nero. »
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« Non bianco o nero, ma bene e male. Tu e io stiamo sui piatti opposti
della bilancia che segna l'equilibro tra bene e male. »
« Non credo che questo sia immutabile », replicò Ste-vie Rae.
« Sono sempre il figlio di mio padre. »
« Quindi come siamo messi? »
Prima che lui potesse risponderle, il suono di grida frenetiche si propagò
oltre la piccola fessura nel terreno. «Stevie Rae! Sei qui?»
« E Lenobia », disse la Rossa.
« Stevie Rae! » La chiamò un'altra voce.
« Oh, cazzarola! Questo è Erik. Lui sa come si arriva ai tunnel. Se vanno
là sotto si scatenerà l'inferno. »
« Ti proteggeranno dal sole? »
«Sì, immagino di sì. Non vogliono che m'incenerisca. »
« Allora rispondi. Devi andare con loro. »
Stevie Rae si concentrò, mosse la mano e il piccolo spiraglio all'estremità
del soffitto di terra del loro nascondiglio tremò e s'ingrandì. Poi lei
mise le mani a coppa davanti alla bocca e gridò: « Lenobia! Erik! Sono qui
sotto! » Subito dopo si chinò, posando i palmi sul terreno, quasi volesse
abbracciare Rephaim. « Terra, nascondilo per me. Non lasciare che lo
scoprano. »
Poi spinse e, come un mulinello d'acqua in un tubo di scarico, la terra
cominciò a incresparsi, creando una nicchia per il Raven Mocker, in cui lui
strisciò, un po' riluttante.
« Stevie Rae? » La voce di Lenobia era molto più vicina.
« Sì, sono qui, ma non posso uscire se non coprite questa zona con una
tenda o qualcosa di simile. »
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« Ce ne occupiamo subito. Tu rimani lì dove sei al sicuro. »
« Stai bene? Vuoi che ti portiamo qualcosa? » chiese la voce di Erik.
Stevie Rae immaginò che il « qualcosa » in questione in realtà fosse una
decina di sacche di sangue da andare a prendere nei frigo dei tunnel, e non
si sognava neanche di mandare Erik là sotto. «No! Sto bene. Trovate solo
qualcosa per ripararmi dal sole. »
« Nessun problema. Torniamo tra un secondo », replicò lui.
« Io non vado da nessuna parte. » Poi la Rossa si rivolse a Rephaim. « E
tu? »
« Io rimango qui, nascosto in quest'angolo. Se non glielo dici, non mi
scopriranno. »
Stevie Rae scosse la testa. « Non voglio sapere cosa farai adesso. Ed è
ovvio che non gli dirò che sei qui. Ma dove hai intenzione di andare? »
« Di certo non torno in quei tunnel. » « Sì, quella decisamente non sarebbe
una buona idea. Okay, lasciami pensare. Dopo che Lenobia ed Erik se ne
saranno andati, non avrai nessun problema a uscire di qui. I novizi rossi
non ti possono inseguire di giorno e, dato che è superpresto, la maggior
parte delle persone sta ancora dormendo. » Provò a valutare le possibili
alternative. Voleva tenerselo vicino, e non solo perché pensava di doverlo
aiutare a procurarsi il cibo, o perché avrebbe dovuto prestargli ulteriori
cure, dato che le sue fasciature erano ridotte una schifezza. Stevie Rae
era anche consapevole di doverlo tenere d'occhio. Sarebbe migliorato,
diventando più forte, come era sempre stato. E, a quel punto, cos'avrebbe
fatto il Raven Mocker?
E poi c'era anche la questioncina del loro Imprinting/
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che significava disagio alla sola idea di averlo troppo lontano da lei.
Strano che con Afrodite non lo avesse provato...
«Stevie Rae, stanno tornando! Dove posso andare?» chiese Rephaim.
« Ah, cazzarola... mmm... ti serve un posto vicino e nascosto. E non
sarebbe male se avesse una pessima fama, così la gente se ne terrebbe
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