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6-tempted - only fantasy

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06 - <strong>tempted</strong><br />

giro, visto e considerato che continuava a diluviare ghiaccio e intorno<br />

all'abbazia era tutto gelato. Lo stesso valeva per i novizi normali. I<br />

novizi rossi erano l'ultimo dei suoi problemi, almeno dall'alba al<br />

tramonto: erano sicuramente nel seminterrato, sotto le coperte. Entro<br />

un'ora si sarebbero alzati tutti e, se conosceva bene Zy, avrebbero fatto<br />

una megariunione per decidere la mossa successiva, e Zoey si aspettava che<br />

fosse presente anche la sua migliore amica.<br />

Stevie Rae si mordicchiò le unghie. Sarebbe stato durante quella riunione<br />

che avrebbe dovuto confessare a Zoey e agli altri i suoi segreti. Ragazzi,<br />

aveva una gran voglia di non andarci!<br />

Come se ciò non bastasse, c'era anche il fatto che Afrodite aveva avuto<br />

un'altra visione. Stevie Rae non sapeva di cosa si trattasse, ma attraverso<br />

l'Imprinting aveva percepito che Afrodite si era agitata molto. Ora però<br />

era tranquilla, probabilmente perché ormai si era riaddormentata. Ottimo.<br />

Stevie Rae non voleva che capisse cosa stava facendo, anzi, sperava solo<br />

che non sapesse già<br />

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troppo. « Perciò, ora o mai più. In marcia, cowboy », mormorò.<br />

Prima che la paura prendesse il sopravvento, Stevie Rae salì la scala che<br />

portava al seminterrato dell'abbazia, per controllare che tutti i novizi<br />

rossi stessero davvero dormendo. Il deciso russare di Dallas nella stanza<br />

buia la fece quasi sorridere.<br />

Dopo aver preso la coperta dalla sua brandina vuota, Stevie Rae ridiscese<br />

in cantina e raggiunse l'imbocco del tunnel. Ci entrò senza esitare,<br />

rinfrancata dalla sensazione che le dava l'essere circondata dal profumo<br />

della terra. Perfino ora che temeva di star facendo l'errore più grande<br />

della sua vita, la terra aveva il potere di tranquillizzarla, di rilassare<br />

i nervi tesi come il familiare abbraccio di marni.<br />

Stevie Rae seguì la galleria fino a una leggera curva, dove si fermò e posò<br />

la coperta. Presi tre profondi respiri, disse: «Terra, tu sei mia proprio<br />

come io sono tua. Ti chiamo a me ». La sua voce era poco più di un<br />

mormorio, ma aveva una tale forza che l'aria intorno a lei tremò, come<br />

un'ondata di calore che si alza dall'asfalto durante l'estate.<br />

Il tunnel fu subito colmo del profumo del fieno appena tagliato e del<br />

rumore del vento tra gli alberi, mentre invisibili fili d'erba presero ad<br />

accarezzarle le gambe. Stevie Rae sentì la forza dell'elemento che la<br />

circondava e all'improvviso ebbe la certezza di essere entrata in contatto<br />

con l'anima senziente della terra. Sollevò le braccia e puntò le dita verso<br />

il soffitto della galleria. «Ti prego, ho bisogno che tu ti spalanchi per<br />

me. »<br />

La volta della galleria tremò e grossi blocchi di terra iniziarono<br />

lentamente a cadere; poi, con un rumore simià<br />

156<br />

le al sospiro di una vecchia signora, il terreno si aprì sopra la testa di<br />

Stevie Rae.<br />

L'istinto le fece cercare rifugio nell'ombra protettiva del tunnel, ma i<br />

suoi sospetti si rivelarono fondati: il sole era completamente coperto<br />

dalle nubi. Che stesse piovendo? No, decise guardando il cielo cupo, non<br />

pioveva. Nevischiava, e anche piuttosto forte, il che era un vantaggio.<br />

Stevie Rae si avvolse la coperta intorno alle spalle e cominciò ad<br />

arrampicarsi. Sbucò in un punto poco lontano dalla Grotta di Maria, ben<br />

nascosto tra gli alberi che fiancheggiavano il lato ovest del terreno<br />

dell'abbazia. Era così buio che sembrava notte, ma Stevie Rae strizzò le<br />

palpebre: per quanto la luce fosse quasi inesistente, di giorno i suoi<br />

sensi erano comunque indeboliti.<br />

Si scrollò di dosso quella sensazione di disagio e si orientò subito,<br />

individuando sulla sinistra il capanno degli attrezzi. Chinando la testa<br />

per difendersi dalla pioggia ghiacciata, corse fino al piccolo edificio.<br />

Proprio come la sera prima, sfiorando il catenaccio non riuscì a non<br />

pensare: Ti prego, fa' che sia morto... Sarebbe tutto più facile se fosse<br />

morto...<br />

Il capanno era più caldo di quanto immaginasse e aveva uno strano odore.<br />

Assieme al puzzo della falciatrice, del carburante e dell'olio per motori,<br />

oltre ai vari pesticidi e fertilizzanti ammucchiati sugli scaffali, c'era<br />

qualcosa... Qualcosa che le fece venire la pelle d'oca. Aveva appena girato<br />

intorno alla grande falciatrice a motore e si stava dirigendo lentamente<br />

verso il fondo della stanza quando Stevie Rae capì cosa le ricordava<br />

quell'odore, e quella consapevolezza la fece vacillare così tanto che<br />

dovette fermarsi.<br />

Il capanno, impregnato del puzzo di Rephaim e del<br />

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