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Bilancio sociale 2006

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i Servizi<br />

2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />

“Il ‘dopo di noi’ è una bella parola, ma dietro ci devono essere le<br />

persone. Proprio i genitori, invece, secondo la mia esperienza, sono<br />

poco presenti quando si parla di persone – fi gli – disabili. Credo che sia<br />

stato il benessere della nostra terra a creare la distanza, a generare una<br />

mancanza di partecipazione che sta diventando grave, una passività<br />

pericolosa. I genitori non possono solo lamentarsi, non possono<br />

pensare: “Tanto la Provincia dovrà sempre occuparsi dei nostri fi gli”. Non<br />

è così, i fondi cominciano a scarseggiare e, poi, il mondo dell’handicap è<br />

cambiato; i ragazzi, ad esempio, vogliono uscire di casa, non accettano<br />

più di restare sino a 50 anni con una famiglia protettiva. Dunque, non<br />

possiamo solo lamentarci: dobbiamo sederci attorno a un tavolo<br />

per trovare delle soluzioni da presentare ai servizi sociali, dobbiamo<br />

diventare partner propositivi per i politici. Siamo cresciuti molto in fretta,<br />

abbiamo l’integrazione, tanti utili servizi, ma non possiamo sapere dopo<br />

di noi che cosa ci sarà mentre abbiamo il dovere di garantire un bagaglio<br />

di possibilità ai nostri ragazzi per renderli il più autonomi possibile.<br />

Noi, come genitori. Invece, al momento, anche nei gruppi di lavoro per<br />

l’elaborazione del piano di settore Handicap dell’ASSB vedo una scarsa<br />

partecipazione.”<br />

Gertrud Calenzani, Presidente Associazione genitori di persone<br />

in situazione di handicap – AEB<br />

“<br />

Qual è il ruolo dei genitori<br />

delle persone disabili, soprattutto<br />

con l’avanzare<br />

dell’età?<br />

”<br />

2.7<br />

Servizi e strutture per persone in situazione di disagio psichico<br />

Come accennato in premessa, nel corso dell’anno <strong>2006</strong> è stato approvato il Piano del<br />

Settore Sociopsichiatria. La psichiatria <strong>sociale</strong>, nel suo approccio teorico e pratico, si<br />

occupa della dimensione <strong>sociale</strong> dei sintomi psichiatrici. Per dimensione <strong>sociale</strong> si intendono<br />

quei fattori sociali che possono favorire l’origine di disturbi psichici, ma anche quelli che<br />

possono infl uire positivamente sul percorso riabilitativo.<br />

La persona con problematiche psichiche deve essere considerata nella sua globalità, cioè<br />

tenendo conto del suo contesto <strong>sociale</strong> e culturale (famiglia, lavoro, rete <strong>sociale</strong>, tempo<br />

libero); questa visione globale è indispensabile perché spesso l’utente con problematiche<br />

psichiche, in seguito alla sua malattia, perde una serie di competenze che sono invece<br />

necessarie per una vita autonoma nel suo contesto <strong>sociale</strong>.<br />

Si tratta dunque di superare la riduttiva immagine di “malati” da diagnosticare e recuperare,<br />

riconoscendo il loro diritto di cittadini ad essere coinvolti in tutti i progetti propositivi ed<br />

innovativi, che offrono esperienze comunicative, di socializzazione e di incontro con altri e di<br />

utilizzare strategie che possano abbattere il pregiudizio, l’indifferenza e la diffi denza.<br />

Persone in situazione di<br />

handicap e disagio psichico<br />

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