LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ
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della personalità e la qualità della narrazione dei ricordi. L’intento è discostarsi sia dallo<br />
studio sperimentale della memoria in laboratorio sia dalla ricerca in psicoterapia, per<br />
indagare in modo naturalistico la modalità con cui un paziente evoca spontaneamente i<br />
propri ricordi nell’interazione con il clinico. Quello che ad oggi sembra mancare, infatti, è una<br />
ricerca che si focalizzi sul processo di assessment e cerchi di tradurre empiricamente le<br />
conoscenze esistenti sulla memoria autobiografica nella valutazione della personalità del<br />
soggetto. Lo studio empirico di queste relazioni in ambito clinico presenta, tuttavia, una serie<br />
di problematiche teoriche e metodologiche.<br />
In primo luogo, dal punto di vista teorico, memoria autobiografica e sé sono concetti<br />
molto complessi, che presentano molteplici sfaccettature e le cui definizioni sono state riviste<br />
più volte da modelli e orientamenti differenti. Negli ultimi decenni la maggior parte degli<br />
autori che studiano la memoria autobiografica propongono sistemi multicomponenziali<br />
(Rubin, 2005), in cui il concetto viene scomposto in più costrutti, cioè in dimensioni<br />
descrittive e fenomenologiche che possono essere operazionalizzate e indagate<br />
empiricamente, come la narrazione verbale (Bruner, 2004; McAdams, 2001), la specificità<br />
(Pillemer, 2001; Williams, 1996; Wood & Conway, 2006), le componenti immaginative<br />
(Brewer, 1986), l’intensità e il tono emozionale (Blagov & Singer, 2004; Williams, Barnhofer,<br />
Crane, Hermans, Raes, Watkins, & Dalgeish, 2007; Williams, 1996), l’integrazione o<br />
“meaning making” (Singer & Blagov, 2004a, 2004b; Singer & Bluck, 2001) e il contenuto<br />
(Thorne, McLean, & Lawrence, 2004; Thorne & McLean, 2001; Pillemer, Rhinehart & White,<br />
1986).<br />
Anche il “sé”, in quanto concetto psicologico, ha subito numerose ridefinizioni che hanno<br />
portato alla confusione concettuale riguardo ai suoi molteplici significati (Muran, 1997). Oggi<br />
si fa strada una rappresentazione multisfaccettata, che, in linea con la visione interpersonale,<br />
relazionale e intersoggettiva delle molteplicità dei sé, descrive il sé come un insieme<br />
complesso di emozioni, ricordi, attitudini e impulsi che costituiscono la personalità (Wallin,<br />
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