28.12.2012 Views

LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Gli autori ribadiscono che, nel momento in cui rievochiamo un ricordo autobiografico, il<br />

working self attiva un processo di recupero a partire dai livelli più astratti e generici<br />

dell’organizzazione gerarchica delle nostre conoscenze autobiografiche fino alla ricerca di<br />

ricordi specifici che si collocano nel bacino della memoria episodica (Haque & Conway,<br />

2001). In questa nuova versione del modello, la definizione di memoria episodica di Tulving<br />

è stata rivista e ridefinita: il working self elabora le informazioni “attingendo” dalla memoria<br />

episodica i ricordi e organizzandoli nella memoria a lungo termine.<br />

Alcuni ricordi saranno immagazzinati e diventeranno conoscenze autobiografiche in base alla<br />

loro “adaptive corrispondence”, cioè alla corrispondenza con la realtà esterna, e alla “self-<br />

coherence”, cioè alla coerenza con i valori, le credenze e le rappresentazioni personali di sé e<br />

del mondo interno. In altre parole, un individuo ricorderà esperienze che sono rilevanti per il<br />

proprio sé, tralasciando quelle che non lo sono. È possibile che un individuo persegua finalità<br />

plausibili rispetto alla realtà che lo circonda, ma che queste non siano coerenti con il proprio<br />

sé o che, viceversa, tenda alla realizzazione di scopi coerenti con l’immagine che ha di sé, ma<br />

assolutamente estranei a ciò che è realmente accaduto. Entrambi i casi possono essere<br />

indicatori di difficoltà di integrazione delle proprie esperienze e di adattamento a carico<br />

dell’identità personale. Nel nuovo modello, il Long-term self non è solo il magazzino delle<br />

conoscenze autobiografiche, ordinate secondo una gerarchia di specificità, ma è anche sede<br />

del Conceptual Self (Niesser, 1988), un sistema separato, seppur associato, che corrisponde<br />

alle definizioni di conoscenza dichiarativa - semantica, proposta da Cantor e Kihlstorm (1987,<br />

1989) e di “tratti” nel modello di Klein e Loftus (1993). Il Conceptual Self è composto di<br />

rappresentazioni indefinite temporalmente, come i “personal scripts” (Demorest, 1995;<br />

Singer & Salovey, 1993; Tomkins, 1979), i “sé possibili” (Markus & Nurius, 1986), “unità sé<br />

con l’altro” (Ogilvie & Rose, 1995), “modelli operativi interni” (Bowlby, 1980), “schemi<br />

relazionali” (Baldwin, 1992), “sé guida” (Strauman, 1990). Le rappresentazioni di sé che sono<br />

intimamente connesse con i propri ricordi episodici e autobiografici sono correlate con il<br />

37

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!