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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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il ruolo delle rappresentazioni di sé nell’organizzazione dei ricordi episodici e delle esperienze<br />

personali della propria vita, secondo i principi di corrispondenza alla realtà e di coerenza con<br />

le rappresentazioni di sè. Come descritto nel primo capitolo, Conway (Conway & Pleydell-<br />

Pearce,2000) riprende la definizione di sé concettuale, coniata da Neisser (1988), per<br />

indicare un sistema separato di conoscenza, seppur associato con il magazzino dei ricordi<br />

autobiografici e con la memoria episodica, che si compone di modelli e di rappresentazioni di<br />

sé che vari autori hanno denominato in modo diverso: “personal script” (Demorest, 1995),<br />

“sé possibili” (Markus & Nurius, 1986), “unità sé con l’altro” (Ogilvie & Rose, 1995), “modelli<br />

operativi interni” (Bowlby, 1980), “schemi relazionali” (Baldwin, 1992), “sé guida” (Strauman,<br />

1990). Si tratta della componente implicita della memoria autobiografica, composta di schemi<br />

e di categorie socialmente costruiti, che permettono di definire se stessi e le altre persone in<br />

termini emotivi e comportamentali per dare un senso ai rapporti interpersonali. Si<br />

costruiscono con il tempo con l’influenza della famiglia, della scuola, dei media e di tutti gli<br />

attori sociali della nostra cultura di appartenenza (Bruner, 1990; Pasupathi, 2001; Shweder &<br />

Bourne, 1984). Nel modello di Conway, la relazione tra memoria autobiografica e conceptual<br />

self è il risultato di attivazioni neuronali continue e interattive, in cui le emozioni giocano un<br />

ruolo fondamentale in quanto, secondo la “teoria comunicativa dell’affetto” (Oatley &<br />

Duncan, 1994), rappresentano una speciale forma di comunicazione tra i domini<br />

modularizzati del sistema cognitivo. In questo senso, ricordi e schemi di sé si riorganizzano<br />

interattivamente in una relazione continua tra sé e memoria autobiografica in cui non è facile<br />

differenziare quale delle due sia causa o conseguenza dell’altra.<br />

Negli ultimi decenni, Bruhn (1990a; 1990b, 1992a,1992b) ha cercato di combinare le<br />

innovazioni dei modelli cognitivi e i principi delle teorie della psicologia dell’Io per indagare<br />

nello specifico la relazione tra memoria autobiografica e sé in ambito clinico. Secondo il<br />

metodo cognitivo - percettivo di Bruhn (1990a; 1990b, 1992a,1992b), come già sottolineato<br />

da Barclay (1993), la percezione si orienta preferibilmente verso un’impressione generale<br />

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