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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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studio della relazione tra sé e memoria uno degli argomenti più interessanti di confronto<br />

(Mancia, 2004). L’analisi di Damasio (1999), relativa alla letteratura delle neuroscienze, ha<br />

evidenziato l’esistenza di tre strutture principali del sé, simili a quelle definite da Stern (1985)<br />

nel suo modello evolutivo. Damasio (1999) definisce “proto-Sè” un insieme di dispositivi<br />

cerebrali e somato-sensoriali che “mantengono continuamente e non consciamente lo stato<br />

del corpo entro un ristretto intervallo e la relativa stabilità necessaria alla sopravvivenza”<br />

(Damasio, 1999, p.38). Allo stesso modo, Stern (1985) parla invece di “Sé emergente” per<br />

indicare il momento dello sviluppo precoce in cui il bambino esperisce se stesso e il mondo<br />

attraverso i dati sensoriali acquisiti dal corpo. Damasio introduce poi il concetto di “sé<br />

nucleare”, che consente di entrare in contatto con l’esperienze del qui-e-ora: “i dispositivi<br />

cerebrali della rappresentazione generano una descrizione non verbale, per immagini, del<br />

modo in cui lo stato dell’organismo viene modificato dall’elaborazione di un oggetto da parte<br />

dell’organismo stesso” (Damasio, 1999, p.206). Questa struttura neuronale corrisponderebbe<br />

al Sé nucleare di Stern (1985) e a quella coscienza noetica di cui parla Tulving (1983). La<br />

coscienza nucleare permette di dare un contesto spaziale e temporale all’esperienza, ma solo<br />

la comparsa del linguaggio consente una più raffinata forma di soggettività, attraverso la<br />

creazione di narrazioni verbali dei ricordi, anche a partire dalle esperienze non verbali. Per<br />

Damasio (1999),il “sé autobiografico” , che Stern chiama “narrativo” infatti, è il prodotto di<br />

una forma complessa di coscienza, che lui definisce “estesa”, che fornisce un’identità e rende<br />

consapevoli del proprio passato e del futuro. Il sé autobiografico viene narrato sulla base<br />

delle “registrazioni organizzate delle immagini della storia unica dell’individuo” (Fonagy,<br />

Gergely, Jurist & Target, 2002, p.37). La memoria autobiografica assume, quindi, un ruolo<br />

cruciale nella definizione del sé: se “il sé nucleare è il fondamento della coscienza, il sé<br />

autobiografico è la sua gloria” (Damasio, 1999, p.195). Secondo Damasio (1994), “il<br />

linguaggio forse non costituisce la sorgente del sé, ma di certo è la sorgente dell’Io” (p.330).<br />

Nonostante Damasio non approfondisca questa distinzione, sottolinea in modo significativo il<br />

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