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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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completezza narrativa di un “episodio relazionale” nel CCRT di Luborsky e Crits-Christoph,<br />

(1998).<br />

TABEL<strong>LA</strong> 3.1. CONFRONTO TRA LE DEFINZIONI DI AUTORI DIFFERENTI RIGUARDO AL<strong>LA</strong> “<strong>NARRAZIONE</strong>” E ALLE SUE<br />

COMPONENTI (GERGEN & GERGEN, 1988; <strong>LA</strong>BOV, 2006; LUBORSKY & CRITS-CHRISTOPH, 1998)<br />

Gergen & Gergen (1988) Labov (2006) Luborsky & Crits-Christoph<br />

(1998)<br />

“Segni di demarcazione”: frasi<br />

e segnali verbali che<br />

permettono di separare e<br />

definire una narrazione<br />

rispetto al resto del testo<br />

“Establishing causal linkages”:<br />

in una narrazione è<br />

necessario che gli eventi siano<br />

tra di loro legati causalmente.<br />

“Ordering of events”: una<br />

narrazione presenta sempre<br />

una sequenza temporale<br />

lineare di eventi<br />

“The establishment of valued<br />

end point”: nella narrazione è<br />

necessario identificare una<br />

destinazione desiderabile o<br />

non desiderabile per il<br />

protagonista della narrazione<br />

Elementi di demarcazione dei segmenti<br />

Una narrazione inizia quando una<br />

persona racconta qualcosa a partire da<br />

stimoli esterni (“Cosa è successo?”) o in<br />

alcuni casi da stimoli interni (“Devo<br />

assolutamente raccontare cosa mi è<br />

accaduto”).<br />

Legami causali<br />

Il secondo step per la definizione di<br />

narrazione è identificare l’evento che<br />

precede un evento successivo, al quale<br />

è legato causalmente. La sequenza di<br />

cause ed effetti determina la struttura<br />

della narrazione.<br />

Sequenza temporale<br />

Ciò che differenzia una narrazione da<br />

altre modalità di riportare le esperienze<br />

del passato è la presenza di<br />

collegamenti temporali (temporal<br />

juncture): una relazione tra il prima e il<br />

dopo che mantiene tra loro legati due o<br />

più cause indipendenti in una sequenza<br />

temporale.<br />

Outcome o esito della narrazione<br />

Ogni narrazione contiene una “coda”,<br />

cioè una conclusione o la risoluzione di<br />

eventi problematici<br />

Una narrazione viene generalmente<br />

segnalata da marker interattivi<br />

convenzionali, come una lunga pausa,<br />

segnali verbali che indicano il<br />

passaggio a un nuovo argomento o<br />

affermazioni dirette di introduzione<br />

(“Comunque, mi ricordo un altro<br />

avvenimento…” o “Voglio raccontare<br />

una nuova cosa che è accaduta …”).<br />

È una narrazione solo il racconto di<br />

un evento che ha una causa e un<br />

effetto. Non è una narrazione un<br />

semplice riferimento a modi di essere<br />

o sensazioni (“state of being” come<br />

“sono stanco”) o la collocazione<br />

spaziale di un evento o di una<br />

persona (“Mio padre era a casa”)<br />

L’individuazione di un episodio<br />

relazionale è facilitato dal fatto che è<br />

sempre presente una sequenza<br />

temporale con un inizio, uno<br />

svolgimento e una fine.<br />

Ogni narrazione dovrebbe presentare<br />

un finale/ un esito dell’evento.<br />

In modo simile ai sistemi di codifica di Luborsky e Crits-Christoph (1998) e di Gonçalves et al.<br />

(2001), il Coding System for Autobiographical Memory Narratives in Psychotherapy (Singer &<br />

Bonalume, 2008) misura la complessità narrativa di ciascun segmento su una scala Likert da<br />

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