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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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dell’ipergeneralizzazione; Williams, 1988; Williams et al., 2007) e questo proprio in conseguenza<br />

della loro qualità emotiva negativa; viceversa, quelli meno specifici risultano essere più positivi,<br />

a causa di un naturale processo di “bonificazione” (McAdams et al. 2001) o “mood memory<br />

repair” (Bluck & Gluck, 2004; Pillemer, 2003) che emerge con il trascorrere del tempo e con<br />

l’avanzare dell’età. Di norma, infatti, un ricordo perde, nel tempo, i dettagli caratterizzanti e i<br />

processi successivi di reiterazione lo trasformano in un evento episodico o generico. Minor<br />

specificità significa, dunque, maggiore distanza dall’eventuale emozione negativa (Wood &<br />

Conway, 2006; Sutin & Robins, 2005);<br />

Ipotesi 5) esistano differenze significative nell’intensità e nel tono emotivo dei ricordi in<br />

relazione a temi di successo o di fallimento e a contenuti traumatici (Blagov & Singer, 2004).<br />

3.2.3 La relazione tra dimensioni del ricordo autobiografico e il funzionamento di<br />

personalità<br />

Gli autori che sostengono l’utilità clinica dell’analisi dei ricordi autobiografici ai fini<br />

diagnostici si fondano su quelle teorizzazioni che postulano una perfetta corrispondenza tra<br />

memoria autobiografica e sé: se il ricordo è “un’espressione fenomenologica del sè” (Barclay,<br />

1996), allora può diventare uno strumento di autoconoscenza, attraverso il quale indagare la<br />

personalità. Wallin (2007) parla infatti di molteplicità dei sé, come insiemi complessi di<br />

emozioni, ricordi, attitudini e impulsi che costituiscono la personalità.<br />

Questo lavoro intende apportare un contributo innovativo in questo filone di studi, dimostrando,<br />

nello specifico, che non solo esiste una correlazione tra funzionamento del sé e qualità dei<br />

ricordi autobiografici, ma che è possibile identificare una relazione causale tra il più ampio<br />

costrutto della personalità e i processi autobiografici di ragionamento e la modalità con cui la<br />

mente tenta di conferire coerenza logica ed emotiva ai propri ricordi autobiografici.<br />

Gli studi finora svolti in ambito clinico sulle dimensioni delle self defining memories hanno<br />

messo in relazione memoria autobiografica e funzionamento di personalità, ricorrendo, alla<br />

componente oggettiva del sé, il self-knowledge (Pinker, 1997), ampiamente indagato in<br />

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