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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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intimo alle emozioni e ai pensieri che hanno caratterizzato le esperienze personali di vita e<br />

che possono favorire il cambiamento (Angus et al., 1999; Angus, Lewin, Bouffard, &<br />

Rotondi–Trevisan, 2004).<br />

Quello che ad oggi sembra mancare, tuttavia, è uno studio sulla narrazione dei ricordi<br />

autobiografici in campo clinico, che si discosti dalla ricerca in psicoterapia e si focalizzi sul<br />

processo di assessement; poco ancora si sa, infatti, su come tradurre empiricamente le<br />

conoscenze esistenti sulla memoria autobiografica nell’ambito del processo diagnostico. In<br />

realtà, come accennato nel secondo capitolo, alcuni autori di orientamenti differenti hanno<br />

cercato in passato di costruire e di validare manuali per la valutazione dei contenuti dei primi<br />

ricordi ai fini diagnostici (Friedman, 1952; Charry, 1959; Langs, Rotehnberg, Fishman, &<br />

Reiser, 1960; Friedman & Schiffman, 1962; Krohn e Mayman, 1974; Hafner, Corrotto, &<br />

Fakouri, 1980; Furlan, 1984;). Langs (1965a, 1965b), ad esempio, ha utilizzato i ricordi<br />

precoci per predire i tratti di personalità di un campione di soggetti non clinici: i ricordi sono<br />

stati messi a confronto con i risultati del Thematic Apperception Test (TAT), del Rorschach,<br />

dei colloqui clinici e dei test di intelligenza. Altri ricercatori hanno dimostrato che esiste una<br />

buona validità concorrente tra i risultati dell’interpretazione dei ricordi precoci e i dati ottenuti<br />

con il TAT, con il test di Rorschach e con il Minnesota Multiphasic Personality Inventory<br />

(MMPI; Hathaway & McKinley, 1942) per la valutazione delfunzionamento di personalità in<br />

campioni clinici e in soggetti normali (Harder, 1979; Shulman & Fergusson, 1988; Tibbals,<br />

1992; Fowler et al., 1995, 1996, 1998). Interfacciandosi sia alla psicologia dell’Io sia alla<br />

teoria delle relazioni oggettuali, anche Krohn e Mayman (1974) hanno proposto un approccio<br />

strutturato di raccolta dei ricordi autobiografici e una scala per la valutazione delle<br />

rappresentazioni oggettuali, degli stili di coping, dei meccanismi di difesa, della struttura del<br />

sé e dell’ideale dell’Io all’interno dei ricordi autobiografici. In un’ottica cognitiva, Bruhn<br />

(1990a; 1990b; 1992a;1992b) è stato tra i primi a dimostrare empiricamente il potere<br />

esplicativo dei ricordi precoci per la diagnosi e per la pianificazione del trattamento,<br />

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