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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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(McAdams, 1988), esisterebbero in ogni life story dei “generativity scripts”, cioè degli schemi<br />

che aiutano il soggetto a dare un senso, un significato e un fine alla propria storia di vita.<br />

Questi schemi d’azione favoriscono un “meaning making process”, cioè un processo<br />

personale di elaborazione e di riflessione riguardo all’esperienza, che farebbe della storia di<br />

vita “la chiave dell’individualità di ogni persona” (McAdams, 2001; Singer, 1995), pur<br />

mantenendo una struttura evolutiva e dinamica che cambia in relazione al contesto sociale e<br />

culturale (Thorne & McLean 2003; Gregg, 1991).<br />

Il tema dell’identità narrativa e del sé in relazione alla memoria autobiografica è diventato<br />

uno degli aspetti più rilevanti dei modelli narrativi e socio-interazionisti che sottolineano,<br />

tuttavia, anche il ruolo della componente sociale della narrazione di un ricordo<br />

autobiografico: in quanto comportamento sociale, la narrazione prevede la presenza di<br />

ascoltatori che influenzano il livello di elaborazione di una life story nel momento in cui viene<br />

narrata (Pasupathi & Hoyt, 2009; Pasupathi, Stallworth & Murdoch, 1998). Cornice<br />

sovraordinata ad ogni narrazione è, quindi, la cultura, al punto che, a parità di esperienza,<br />

individui appartenenti a culture diverse racconterebbero storie parzialmente differenti<br />

(Bamberg, 2004; Boje, 1991; Schiffrin, 1996; Thorne & McLean, 2003).<br />

L’approccio evolutivo e socio-interazionista (Pillemer & White, 1989; Fivush, 1991; Nelson,<br />

1993; Welch-Ross, 1997; Fivush & Nelson, 2004), che si ispira all’opera di Vygotskij (1978)<br />

ha ripetutamente sottolineato e dimostrato empiricamente che l’acquisizione della capacità<br />

narrative dipende da un processo di apprendimento, che ha inizio con le prime conversazioni<br />

del bambino con un adulto di riferimento (McCabe & Peterson, 1991; Fivush, 1991; Buckner<br />

& Fivush, 2003; Reese & Fivush, 1993; Fivush, Haden & Reese, 2006; Haden & Fivush,<br />

1996; Haden, Haine & Fivush, 1997). Secondo il modello di sviluppo del sé e della memoria<br />

autobiografica, proposto recentemente da Nelson (2003), esistono livelli evolutivi differenti<br />

del sé, che presentano molte affinità con quelli proposti da Neisser (1988) o descritti nelle<br />

teorizzazioni degli studiosi di neuroscienze, che abbiamo già citato in precedenza (Povinelli &<br />

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