LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ
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caratteristiche concrete e negative dell’evento, ne farebbe una narrazione disorganizzata e<br />
inconsapevole, “dis-associandosi” dall’intensità dell’emozione provata (Christianson,1992a,<br />
1992b; Goodman, Ghetti, Quas, Edelstein, Alexander, Redlich, et al., 2003, Metcalfe & Jacobs,<br />
2000; Payne, Nadel, Bretton, Jacobs, 2004; McNally, Clancy, Barrett, 2004).<br />
Se i ricordi specifici, nel loro insieme, sono significativamente più negativi di quelli non specifici<br />
ci aspetteremmo che quelli generici ed episodici abbiano un tono emotivo significativamente più<br />
positivo. Questa ipotesi logica non sembra verificata nei nostri risultati; secondo alcuni autori<br />
(Wood & Conway, 2006; Sutin & Robins, 2005; Blagov & Singer, 2004) non è la semplice<br />
assenza di specificità a determinare un ricordo positivo, quanto piuttosto un graduale processo<br />
di bonificazione e di neutralizzazione, in cui i ricordi perderebbero di intensità e di rilevanza man<br />
mano che vengono pensati e reiterati. A livello clinico, è possibile che questo meccanismo riveli<br />
le “componenti secondarie del funzionamento” (Orefice, 2002), ovvero l’insieme di acquisizioni<br />
successive e di reazioni conseguenti con cui il soggetto ha risposto alle esperienze e alle<br />
emozioni primarie. La capacità di recuperare in autonomia esperienze intense dal punto di vista<br />
emotivo è uno degli scopi più importanti di ogni buona psicoterapia ed è quindi plausibile che un<br />
individuo ancora all’inizio del processo diagnostico, non sia in grado di rievocarle, o per lo meno<br />
che ne richiami il contenuto senza l’emozione associata, tanto più che, come confermano le<br />
analisi, si tratta di emozioni con un tono emotivo significativamente più negativo. Per poter<br />
cogliere l’emozione di un ricordo specifico, è necessario, quindi, che il clinico ponga domande<br />
sempre più mirate e spesso è a questo punto che l’emozione che si rivela risulta essere<br />
negativa.<br />
Questi risultati sono strettamente legati a quelli relativi alla capacità di integrazione o<br />
ragionamento autobiografico (Singer & Bluck, 2001): come atteso, specificità e integrazione di<br />
un ricordo sono significativamente e negativamente associate tra loro. I ricordi specifici, che<br />
come già detto, sono tendenzialmente più negativi e dolorosi per il soggetto, sono privi di<br />
contenuti riflessivi. Nel nostro campione, solo il 13% dei ricordi risulta integrato e quando i<br />
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