LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ
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icordo, non ritengono che esista un effetto di specificità e di contenuto in relazione al tono del<br />
ricordo (Talarico et al., 2004).<br />
In questo studio, si intende valutare se sono valide in un campione clinico omogeneo, le<br />
ipotesi, dimostrate sperimentalmente da Blagov e Singer (2004) in campioni non clinici,<br />
riguardo alle relazioni tra le dimensioni della memoria autobiografica. Avendo a disposizione i<br />
trascritti verbatim dei colloqui, sia l’intensità sia il tono emotovo dei ricordi saranno misurati<br />
attraverso l’analisi linguistica del software CM (Mergenthaler, 2007), che permette di ovviare al<br />
problema metodologico, legato all’ambiguità del ruolo dell’intensità e della valenza emotiva del<br />
ricordo, combinando la misura di entrambi gli aspetti fenomenologici (tono emozionale positivo<br />
e tono emozionale negativo).<br />
In sintesi, quindi, si ipotizza che:<br />
Ipotesi 1) grado di specificità e livello integrazione siano strettamente e negativamente<br />
associati l’una all’altra: come dimostrato da Blagov e Singer (2004), i soggetti che riportano<br />
ricordi specifici non sono in grado di attribuire un significato generale e integrato alle proprie<br />
esperienze personali; i ricordi cioè sono così dettagliati che non hanno ancora subito un<br />
processo di reharsal e di definizione della loro coerenza riguardo alle rappresentazioni di sé<br />
(Conway et al., 2004);<br />
Ipotesi 2) specifità e integrazione siano ampiamenti indipendenti dal tema del ricordo: i<br />
processi di organizzazione gerarchica del ricordo, descritti da Conway et al. (2004), e di<br />
meaning making, delineati da Singer e Bluck (2001), si verificherebbero in modo indipendente<br />
dai contenuti e dai temi specifici degli eventi ricordati;<br />
Ipotesi 3) specifità e integrazione siano ampiamenti indipendenti dall’intensità emotiva di<br />
un ricordo (Blagov & Singer, 2004);<br />
Ipotesi 4) specificità e tono o valenza emotiva del ricordo siano interdipendenti: i ricordi<br />
specifici sono generalmente più negativi. Alcuni studi (Williams et al., 2007; Angus & Hardtke,<br />
2007) dimostrano che i ricordi più specifici vengono spesso evitati a scopo difensivo (fenomeno<br />
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