LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ
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Questi risultati sembrerebbero cioè dimostrare che, in ambito clinico, intensità e tono emotivo di<br />
un ricordo assumono ugualmente un ruolo rilevante per comprendere la modalità con cui il<br />
soggetto ricostruisce le proprie esperienze in rappresentazioni coerenti e integrate di sé. A<br />
differenza di quanto sostengono, Talarico et al. (2003) anche il tono delle emozioni<br />
influenzerebbero l’attenzione che il soggetto presta alle proprie esperienze. Questi risultati<br />
confermerebbero le recenti teorizzazioni di Mergenthaler (2008), che rifacendosi ai principi della<br />
“teoria della valenza emotiva” (Isen, Daubmann, & Nowicki, 1987), sostiene che le emozioni<br />
negative si associano alla tendenza del soggetto a focalizzare l’organizzazione cognitiva verso la<br />
ricerca e l’uso di informazioni conflittuali e dolorose (“deepen and provide”) (Spering, Wagener<br />
& Funke, 2005), mentre quelle positive favorirebbero processi creativi e di problem solving,<br />
ampliando la gamma di idee, pensieri e azioni che possono portare a un cambiamento o a un<br />
insight (“broaden and built”) (Frerickson, 1998). Il cambiamento delle rappresentazioni di sé e<br />
della realtà (shifting) e la capacità di trasformare, durante la narrazione dei ricordi,<br />
un’esperienza negativa (deepening) in una integrata e positiva (broadening) sarebbe, quindi, un<br />
indicatore fondamentale della capacità del soggetto di accedere in modo integrato alle<br />
esperienze affettive personali.<br />
I risultati ottenuti hanno un carattere puramente esplorativo; sarebbe interessante, quindi, in<br />
futuro svolgere studi di analisi confermativa che comprovino su campioni clinici specifici che i<br />
prototipi di personalità, identificati con i nuovi pattern di indici del CS, siano effettivamente dei<br />
predittori attendibili della qualità dei ricordi autobiografici. Come già accennato, sarebbe anche<br />
interessante verificare l’utilità di queste ipotesi ai fini terapeutici, con l’aspettativa di identificare<br />
un cambiamento significativo della qualità emotiva dei ricordi e un incremento dei fenomeni di<br />
“broadening” dei ricordi integrati (Frerickson, 1998).<br />
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