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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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CAPITOLO 1<br />

LO STUDIO <strong>DEL</strong><strong>LA</strong> MEMORIA <strong>AUTOBIOGRAFICA</strong><br />

1.1 Introduzione<br />

La memoria autobiografica è una delle aree di studio più antiche e più complesse<br />

della psicologia, perché è comunemente considerata la funzione umana che più di tutte<br />

permette un punto di incontro tra cognizione e personalità, in cui si intersecano cioè le<br />

funzioni cognitive, le componenti del sé, le capacità narrative e di regolazione affettiva<br />

dell’individuo (Conway & Rubin, 1993). Quando parliamo di memoria autobiografica ci<br />

riferiamo in generale a tutti i ricordi che una persona ha delle sue esperienze di vita<br />

(Robinson, 1986). Nonostante una lunga storia di ricerca empirica, che ha incluso studi di<br />

neuroimaging (Conway, 2005), tuttavia, non esiste ad oggi un pieno consenso riguardo<br />

all’ontogenesi della memoria autobiografica, alla sua struttura e alla sua relazione con gli altri<br />

sistemi di rappresentazione dell’esperienza umana (Smorti, 2007). Il motivo di questa<br />

complessità dipende dal fatto che la memoria autobiografica presenta molteplici<br />

sfaccettature ed è stata indagata e studiata da diversi orientamenti teorici. La<br />

neuropsicologia si è occupata di descrivere i correlati neuroanatomici e gli aspetti<br />

neurobiologici del funzionamento autobiografico (Wheeler, Stuss, & Tulving, 1997; Conway &<br />

Fthenaki, 2000; Schachter & Scarry, 2000). Gli studiosi di psicologia cognitiva si sono<br />

dedicati all’analisi dei contenuti e delle rappresentazioni dei ricordi e della loro disponibilità<br />

nel corso della vita (Conway, 1990a, 1990b; Conway & Pleydell-Pierce, 2000; Conway e<br />

Rubin, 1993; Pillemer, 2001). I teorici della personalità hanno cercato di spiegare la relazione<br />

tra strutture di personalità, stili di attaccamento e livello di accessibilità di alcuni tipi di<br />

ricordo (Beike, Lampinen, & Behrend, 2004; Conway, Singer & Tagini, 2004; Bluck & Gluck,<br />

2004; Pals, 2006; Rubin & Siegler, 2004; Rusting & De Hart, 2000; Blagov & Singer, 2004;<br />

McAdams, 2001). I ricercatori della psicologia evolutiva hanno studiato la qualità dello<br />

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