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LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA E IL FUNZIONAMENTO DEL SÉ

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Tomkins (1979), la costruzione di storie è un aspetto centrale nello sviluppo della<br />

personalità. Alcune scene della nostra vita affettivamente salienti diventano schemi<br />

sovraordinati o rappresentazioni per la comprensione della realtà e delle relazioni<br />

interpersonali (Trabasso, Stein & Johnson, 1981; Winograd & Neisser, 1992). Gli schemi, che<br />

trovano la loro applicazione nel mondo sociale (Fivush, 1993), possono dirigere la nostra<br />

attenzione e le nostre azioni in modo da influenzare anche le relazioni attuali.<br />

Nonostante questi autori sottolineino l’importanza della narrazione linguistica nella<br />

definizione di memoria autobiografica, altri (Conway, 2001; Howe & Courage, 1997), pur<br />

riconoscendo il ruolo del linguaggio nell’espressione dei ricordi, ritengono, tuttavia, che non<br />

sia alla base dell’organizzazione e della struttura della memoria né in infanzia né in età<br />

adulta. Secondo Nelson e Fivush (2004), è comunque difficile dirimere questo dubbio<br />

empiricamente, dal momento che lo studio della memoria autobiografica dipende<br />

ampiamente dai resoconti verbali dei soggetti riguardo ai loro ricordi. Rubin (2003) cerca di<br />

trovare una soluzione al dibattito affermando che “un individuo può rivivere un evento<br />

specifico o un’esperienza sensoriale, senza dargli una struttura narrativa […] se la revisione<br />

della letteratura di Brewer (1986) ha dimostrato che l’imagery è necessaria nella<br />

rievocazione, non esiste, invece, lo stesso consenso per la coerenza narrativa” (p. 62).<br />

Un'altra componente importante della memoria autobiografica nel modello di Rubin è<br />

l’emozione. Diverse ricerche si occupano dell’analisi delle modalità con cui le persone<br />

richiamano ricordi affettivamente rilevanti. In genere, l’interesse è rivolto all’intensità di un<br />

ricordo, ovvero al suo impatto emotivo sul soggetto, e alla sua valenza, cioè al tono positivo<br />

o negativo (Wood & Conway, 2006). Lo studio sulle emozioni legate alla memoria, in<br />

generale, e a quella autobiografica, in particolare porta con sé, tuttavia, un problema<br />

metodologico rilevante: nonostante numerose ricerche abbiano dimostrato la rilevanza del<br />

tono affettivo dei ricordi, spesso questo aspetto viene confuso con l’intensità emotiva. In<br />

molti studi, ad esempio, si mettono a confronto ricordi positivi e negativi con eventi neutrali,<br />

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