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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

arricchito anche dal passaggio dei “rivali” <strong>del</strong> gruppo sportivo dei<br />

Vigili <strong>del</strong> fuoco che, vedendo ridimensionati i programmi sportivi<br />

dei caschi rossi, erano approdati all’<strong>Irno</strong>.<br />

E così, al 4 con e al 4 senza <strong>del</strong>la passata stagione, si erano aggiunti<br />

Carlo Stagliano, Renato Matola, Emilio Naddeo, Pierangelo Zirpoli,<br />

Maurizio Russo e Matteo Memoli. Non Renato Grimaldi: a lui, in<br />

servizio eff ettivo nel Corpo dei Vigili <strong>del</strong> Fuoco, era impossibile.<br />

Servirono tutti a James per formare le sue barche, ma le attenzioni<br />

<strong>del</strong> tecnico erano rivolte alla formazione di un otto juniores per il<br />

quale ipotizzò un piano triennale per raggiungere il titolo di campione<br />

italiano.<br />

Iniziarono così a mettersi in luce Giuseppe Della Gatta, Enrico Di<br />

Cola, Mario Sessa, Giancarlo Catone, Giovanni Gaeta. A fi ne stagione<br />

per i campionati italiani, al posto <strong>del</strong>l’otto, vennero allestiti<br />

un ” 4 con “ ed un “4 di coppia “, mentre a livello junior venne<br />

allestito un “ otto “ utilizzando atleti <strong>del</strong>la categoria ragazzi, in quel<br />

momento di intensa maturazione, quali Pasquale Pisano, Alfonso<br />

Sessa e Gennaro De Rosa.<br />

Nel frattempo il quadruplo, nato con Viale, spadroneggiava su tutti<br />

i campi di gara.<br />

<strong>Il</strong> 4 di coppia campione assoluto in carica, conseguì una serie di<br />

vittorie in gare nazionali con ampio margine: Livorno, Varese, ed<br />

altre gare rappresentarono altrettanti ori per l’equipaggio misto<br />

<strong>Irno</strong>-Vigili <strong>del</strong> fuoco.<br />

Divenne la imbarcazione più temibile, quella che, per il distacco<br />

che dava agli armi in gara, non consentiva agli altri allenatori di<br />

percepire alcuna indennità.<br />

130<br />

Questa barca, con capovoga Grimaldi, al secondo carrello Ucci, al<br />

numero tre Villari ed a prua Pappalardo è stata di sicuro uno degli<br />

armi più “belli” da vedere per la sua grande espressione tecnica.<br />

L’assieme di questa barca era il vero punto di forza. A parte Pappalardo<br />

che per struttura fi sica era in grado di esprimere anche<br />

una notevole potenza, il sincronismo perfetto consentiva a questo<br />

quadruplo di avere ragione di avversari più dotati fi sicamente<br />

e più “quotati” in maglia azzurra. Visto da prua, era quasi diffi cile<br />

riconoscere se si trattasse di un quattro oppure di un singolo<br />

tale era la precisione con cui le pale simultaneamente entravano<br />

e uscivano dall’acqua. Gambe, braccia ed altezze dei gomiti erano<br />

perfettamente pari e i remi anche nella ripresa erano allineati ed<br />

alla stessa altezza. La rotazione <strong>del</strong>la pala nello “svincolo” e la controrotazione<br />

per la “preparazione” <strong>del</strong>la pala all’entrata in acqua<br />

1976 <strong>Il</strong> doppio Ucci - Villari

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