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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

Sauro fu il primo ad “insegnare” realmente a Salerno l’uso <strong>del</strong> remo:<br />

inculcò nei giovani sicurezza e padronanza di assetto in barca anche<br />

se per portarli ad essere pronti a regatare era solito sottoporli<br />

ad allenamenti massacranti che non si fondavano su serie basi tecniche.<br />

Pretendeva che per almeno tre mesi dovessero salire sulla “ barca<br />

scuola”, una baleniera armata con 12 remi, asserendo che, allenati<br />

su di una barca pesante, una volta passati su di una più leggera ne<br />

avrebbero tratto enorme vantaggio. E ripeteva sempre che per diventare<br />

buon canottiere, era necessario soltanto “fare il fi ato, avere<br />

i calli alle mani ed indurire il collo”.<br />

Nei suoi allenamenti si sentiva, di continuo, urlare questo comando:<br />

“indurite il collo”. Era un sistema primitivo di tecnica remiera:<br />

a quell’epoca si remava per ore e ore, non si facevano lavori di<br />

gambe o di braccia né scatti ma si pensava soltanto a vogare come<br />

tanti forzati incatenati ai banchi.<br />

I canottieri di allora, con quel tipo di allenamento, non potevano<br />

certo avere la elasticità e la grazia di movimenti di cui oggi sono<br />

dotati i nostri atleti. E se qualcuno si azzardava a fare <strong>del</strong>le obiezioni,<br />

gli si rispondeva: “Lo dice Sauro” e nessuno osava più fi atare.<br />

Questo metodo di allenamento venne seguito ancora per molti<br />

anni, anche quando non fu più disponibile la “baleniera” per accostare<br />

alla voga i giovani alle prime armi ma si dovette passare all’<br />

“allenamento a terra”, utilizzando il “pontone” .<br />

Su di un galleggiante, il “pontone”, veniva montata una specie di<br />

cassetta rettangolare, realizzata da due binari poggiati su di un<br />

basamento con un carrello scorrevole, una pedaliera regolabile a<br />

secondo <strong>del</strong>la lunghezza <strong>del</strong>le gambe <strong>del</strong> giovane e due bracci, per<br />

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l’appoggio dei remi, disposti come nella voga di coppia. Con questa<br />

macchina si poteva esercitarsi soltanto nella voga di punta: la<br />

cassetta veniva bloccata lungo uno dei bordi <strong>del</strong> galleggiante, sì da<br />

poter armare il remo a secondo che si trattasse di voga pari o dispari.<br />

Era una macchina–voga che avrebbe dovuto raffi gurare un troncone<br />

di barca ma con un grosso inconveniente : il galleggiante su<br />

cui era montata non era libero di muoversi in senso longitudinale<br />

in quanto ancorato a riva e quindi il fulcro nell’acqua non era più<br />

dato da un punto cedevole bensì fi sso. Di conseguenza diventava<br />

massacrante lo sforzo derivante dalla passata in acqua. In un secondo<br />

momento si pensò di eliminare la pala, utilizzando ,così, un<br />

troncone di remo e successivamente di sostituire la pala con un<br />

tondino di ferro sagomato in modo da lasciare libero tutta la parte<br />

centrale. Questo sistema di allenamento a terra è durato sino agli<br />

anni 60, quando quasi tutti i circoli, fra questi il nostro, si sono<br />

dotati <strong>del</strong>la “vasca–scuola tipo Siliprandi”.<br />

Solo dopo tre mesi, quando era sicuro che l’allievo fosse divenuto<br />

abbastanza pratico, Sauro gli consentiva di accostarsi alla barca da<br />

regata : la famosa “Lena“.<br />

Ma per l’atleta non era fi nito il supplizio. Sauro lo obbligava ancora<br />

ad un altro superlavoro, ai giorni d’oggi inconcepibile. Bloccava i<br />

carrelli con corde con l’intento di farli muovere tutti nello stesso<br />

momento. Con questo metodo, era sicuro di curare l‘assieme<br />

<strong>del</strong>l’equipaggio, il sincronismo <strong>del</strong>l’entrata in acqua e <strong>del</strong>la successiva<br />

uscita <strong>del</strong>le pale, lo spalamento qualora necessario e la<br />

spinta <strong>del</strong>le gambe e <strong>del</strong>le spalle.<br />

Si vogava male ed il vogatore, allorquando il carrello cominciava a

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