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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

Trascorse gli ultimi anni <strong>del</strong>la sua vita con le gambe <strong>del</strong> tutto anchilosate<br />

e quando nell’autunno <strong>del</strong> 1946 morirà, un folto gruppo<br />

di soci <strong>del</strong> <strong>Circolo</strong> <strong>Irno</strong>, guidati da Mario Marsilia, volle con aff etto<br />

partecipare ai suoi funerali.<br />

L’incalzare degli eventi, di colpo, distrusse la calma con la quale,<br />

sino a quel momento, si era convissuto. Nessuno pensò più agli<br />

allenamenti. Le autorità marittime avevano vietato le uscite in<br />

mare: c’era il rischio che si potesse essere mitragliati o speronati<br />

da qualche sommergibile in rada. Poi, il primo bombardamento di<br />

Salerno, il 21 giugno, spinse molti a mettersi in salvo.<br />

Lo stesso Bellelli, preoccupato da eventuali altre possibili incursioni<br />

aeree, chiese a Nello Schiavone di portare in salvo in campagna<br />

il suo double skiff e si ritirò a Castagneto di Cava dei Tirreni.<br />

Lì convocò Nello Schiavone, Gennaro Egidio, Nicola Jandolo e<br />

qualcun altro ancora dei giovani e chiese loro di fare in modo che<br />

la sede sociale rimanesse sempre aperta, anche se per poche ore al<br />

giorno.<br />

<strong>Il</strong> giovane Jandolo, dagli amici soprannominato “Tunc-Tunc”,<br />

anche lui “sfollato” a Cava, ogni mattina, scendeva a Salerno in<br />

bicicletta per raccogliere documenti di archivio da portare a Castagneto<br />

a Villa Bellelli.<br />

<strong>Il</strong> 22 luglio 1943 vi fu un secondo intenso bombardamento e questo<br />

fu anche l’ultimo giorno in cui Jandolo potette accedere al <strong>Circolo</strong>.<br />

Da questo momento la sede restò sbarrata. Rimase a far buona<br />

guardia il solo custode di notte , Matteo Imparato che, nell’ultimo<br />

settore <strong>del</strong> capannone destro aveva sistemato il suo lettino.<br />

68<br />

Lo sbarco a Salerno - I rapporti con gli “inglesi”<br />

L’ 8 settembre <strong>del</strong> 1943, sulle coste <strong>del</strong> Golfo di Salerno, con una<br />

operazione anfi bia denominata “Avalance”, avveniva lo sbarco<br />

<strong>del</strong>le truppe alleate. Queste, dopo aver consolidato la testa di sbarco<br />

e la intera conquista <strong>del</strong>la città di Salerno, occuparono tutte le<br />

strutture pubbliche e gli insediamenti presenti nel porto.<br />

La sede <strong>del</strong>la <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> si trovò inclusa nella “Harbouring<br />

Area”, e quale zona militare a nessuno fu più consentito accedervi.<br />

Per un intero anno sarà una vera e propria occupazione. Soltanto<br />

un anno dopo, il 13 ottobre 1944, la occupazione <strong>del</strong>la sede veniva<br />

regolarizzata con la richiesta da parte <strong>del</strong> Town Major di Salerno di<br />

procedere a requisizione con decorrenza 20 settembre 1943.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Circolo</strong>, occupato dagli inglesi, divenne “Stazione di Ormeggiatori”.<br />

Al piano terra venne allestita la cucina ; il piano superiore venne<br />

diviso con pannellatura in legno in più stanze e adibito a uffi ci.<br />

<strong>Il</strong> 25 settembre il Presidente Bellelli tentò di entrarvi per verifi care<br />

in quale stato fossero le imbarcazioni. Riuscì soltanto a parlare con<br />

il custode <strong>del</strong> Comando <strong>del</strong>la Stazione, che assicurò di aver avuto<br />

sinora cura <strong>del</strong> materiale nautico. Disse di sentirsi legato da aff etto<br />

allo sport <strong>del</strong> canottaggio, perché era stato un vogatore <strong>del</strong>la Aeronautica<br />

di Roma e di aver gareggiato in skiff l’anno precedente a<br />

Padova nella stessa remiera alla quale aveva partecipato Palumbo.<br />

Si trattava di Pompeo Testa che per l’<strong>Irno</strong> fu davvero una grossa<br />

fortuna. A lui dobbiamo se le forze di occupazione, alla ricerca di<br />

maggiori spazi, non abbiano smantellato il parco imbarcazioni. <strong>Il</strong><br />

giovane Pompeo, che al termine <strong>del</strong>la guerra installerà in piazza

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