Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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Circolo Canottieri Irno 1910•2010 100 anni di passione Club Nautico vennero organizzati sontuosi ricevimenti in onore degli uffi ciali dei 63° e 64° Reggimenti di Fanteria, i due reggimenti di stanza in Salerno. Sono undici i giovani soci a partire per la Libia e quattro di questi torneranno con al petto medaglie concesse per il loro coraggio di soldati. Sono: Giacinto Vicinanza - Eugenio Reppucci - Carlo Guadagni e Umberto Cannoniere. Con essi, dopo aver già preso parte con la 28 Legione Garibaldina alla guerra tra la Grecia e la Turchia, partiva, in modo avventuroso, volontario per la Serbia un altro nostro socio, Francesco Conforti . E’ in questo anno che nasce il motto del Club Nautico. Esso, così come per tanti altri sodalizi remieri, viene dettato dal poeta Gabriele d’Annunzio, all’epoca “in volontario esilio” in Francia ad Arcachon, nello chalet Saint-Dominique, dove si era ritirato lasciandosi alle spalle la muta dei suoi creditori. Al centro, sulla spiaggia lo chalet del Club Nautico – Di fronte ampia zona che in seguito verrà occupata da palazzo Littorio (oggi Prefettura) – dal palazzo Edilizia, dall’attuale Municipio e dal palazzo Natella.
Circolo Canottieri Irno 1910•2010 100 anni di passione Nel novembre del 1911, il Vate, evocando la fi gura del marinaio salernitano Giovanni De Filippis, primo caduto nello sbarco a Bengasi, durante la guerra italo-turca, dedicò un inno a Salerno nella Canzone dei Trofei. All’indomani della pubblicazione dell’ ode, Pietro Pellegrino, a nome del Club Nautico Salerno, inviò al poeta un telegramma di saluto redatto dall’esteta e sognatore vice-presidente “Pachico” Gomez de Téharan. Poiché l’archivio sociale andrà distrutto a seguito di un incendio, sarà Euno Poggiani, vecchio socio, a tentare di ricordare a memoria il testo del saluto “La grande fi accola da Voi raccolta ed agitata ha illuminato di barbagli fosforescenti la dolce nostra marina. Interpreti dei sentimenti degli uomini di mare, noi vi gridiamo, poeta immaginifi co e possente il saluto alla voce : Hip, Hip, Urrah “ 1911- il 63° Reggimento di Fanteria di stanza a Salerno in partenza per la Libia. A sinistra,in fondo, lo chalet del Club Nautico Salerno E Gabriele d’Annunzio da Arcachon così rispose telegrafi camente: “Velis remisque remis ventisque” Il telegramma, come racconta il giornalista Nino Gallo su “Il Tempo” del giugno 1963, arrivò con un errore di trasmissione, un “semis” al posto di “remis”. Ciò tenne occupate le menti dei migliori latinisti di Salerno, convocati dal Presidente Pellegrino perché ne dessero una chiara lettura, dal momento che non si poteva ipotizzare un errore in un testo dannunziano. Qualcuno suggerì che il “semis” potesse rappresentare una voce latino-arcaica post-alessandrina che stava per “semel ”. Anche così, però, il testo non era per niente comprensibile. Poi uno dei meno blasonati fra i letterati presenti si permise ricordare che il motto poteva riprendere il noto frequentativo latino “Velis remisque remis ventisque”. Ciò spiegava tutto, il testo era fi nalmente chiaro e da quel momento il motto dannunziano diventava il motto dei canottieri salernitani. Nel frattempo i giovani atleti continuavano, con tanto entusiasmo ma sempre da soli, a dedicarsi allo sport del remo. La nuova disciplina presentava enormi diffi coltà e stentava a decollare per la poca conoscenza della tecnica remiera. Poi giunse a Salerno il primo allenatore accolto in sede con tutti gli onori dal Presidente . Quale fosse il suo vero nome e da dove venisse non si sa. Lo si chiamava Sauro e basta. Sembra che negli anni 50, già abbastanza vecchio, sia stato allenatore del Circolo Canottieri Palermo. 29
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Capitolo IV • 1960/1970 Con la pa
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Pesca Sportiva Tutto comincia con L
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Canoa Kayak Fine anni ’70: in pie
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