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Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />

fi cativa medaglia d’argento, che testimonia la bontà <strong>del</strong> vivaio <strong>del</strong><br />

nostro circolo.<br />

L’<strong>Irno</strong> riappare a livello internazionale con l’equipaggio junior di<br />

Sergio, Dovinola, Naddeo e De Matteo che viene schierato in otto<br />

assieme a quattro atleti <strong>del</strong>la <strong>Canottieri</strong> Napoli. L’otto azzurro, per<br />

metà salernitano, coglie un argento e un bronzo superando potenze<br />

remiere quali URSS e Cecoslovacchia ed alle spalle <strong>del</strong>la DDR, la<br />

Germania <strong>del</strong>l’Est che tanto ha dato al remo mondiale.<br />

Ai mondiali juniores viene convocato solo Paolo Sergio in quanto<br />

i programmi <strong>del</strong> team azzurro prevedevano di far confl uire sulla<br />

barca lunga i migliori atleti juniores mentre al nostro interno<br />

alcuni atleti, pur di grosso spessore, non erano particolarmente<br />

adatti a vogare in otto.<br />

Infatti, la caratteristica <strong>del</strong>l’otto, che è anche la specialità più velo-<br />

1983 Sergio a seconda voga <strong>del</strong>l’otto azzurro ai mondiali junior<br />

ce, è quella di portare un numero di colpi al minuto generalmente<br />

più elevato rispetto alle altre imbarcazioni. Per questo, gli atleti<br />

“da otto” devono essere fi siologicamente portati a regatare ad<br />

un numero alto di colpi e tra i nostri portacolori solo Sergio aveva<br />

questa attitudine. Gigi Naddeo, che era tra gli atleti più possenti in<br />

assoluto nel giro <strong>del</strong>la nazionale, ma era strutturalmente più portato<br />

per le barche corte, rimase fuori pur meritando più di altri la<br />

convocazione.<br />

Gli sforzi <strong>del</strong>l’allora C.T. Thor Nilssen furono in buona parte premiati,<br />

l’otto nelle eliminatori guadagnò la fi nale a spese degli Stati<br />

Uniti che nella barca regina, storicamente, avevano sempre avuto<br />

la leadership, In fi nale, quando le aspettative erano massime,<br />

l’otto azzurro con il nostro atleta uscì dalla zona medaglia pur mostrando<br />

elevati valori tecnici.<br />

In vista dei campionati italiani, Rosario Pappalardo dà prova di<br />

una grande visione schierando in quattro di coppia i protagonisti<br />

di una ottima stagione in 4 con. Poteva sembrare una scelta azzardata<br />

in quanto a Piediluco, nell’unico test preliminare, era riuscito<br />

a cogliere solo una medaglia di bronzo mentre in 4 con Sergio,<br />

Naddeo, De Matteo e Dovinola avevano sempre fatto di meglio.<br />

Tornando a Piediluco tre mesi dopo, la vittoria arride ai nostri canottieri<br />

proprio nel 4 di coppia, una barca tanto cara a Pappalardo,<br />

con la conquista <strong>del</strong> suo primo titolo da allenatore. La beff a di Milano<br />

<strong>del</strong>l’anno prima era stata trionfalmente superata.<br />

1984<br />

<strong>Il</strong> 1984 è un anno di passaggio, abbandona temporaneamente il<br />

canottaggio Paolo Sergio, come consuetudine gli junior subiscono<br />

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