Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD

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Circolo Canottieri Irno 1910•2010 100 anni di passione La nuova Sede Nell’agosto del 1934 le voci che correvano circa l’ampliamento della banchina e quindi della necessaria demolizione della sede nautica del Circolo Canottieri Irno, che in un primo momento sembravano scongiurate, divennero una cruda realtà. Arrivò l’ordine di sgombero e se ne comprese il perché. L’ Italia iniziava una nuova avventura bellica in Africa : questa volta con l’Abissinia. Motivi militari imponevano la sistemazione della banchina in vista dell’imbarco da Salerno delle truppe coloniali. Da quel momento quella zona del porto si chiamerà “banchina 3 gennaio” perché da qui partirono i militi della Divisione “3 gennaio”. Bellelli non poteva minimamente opporsi e diffi cile era volere cercare, al momento, un nuovo insediamento. Riuscì, comunque, a ricoverare le imbarcazioni provvisoriamente presso il cantiere Vigliar. Poi con tenacia mobilitò tutti gli amici e con l’intervento di Enti e Gerarchi del Partito Fascista riuscì a compiere il miracolo di farsi assegnare una zona. compresa fra i cantieri navali e la spiaggia dei pescatori sulla quale venne edifi cato un manufatto che per ragioni di demanio marittimo, nelle carte uffi ciali, era inquadrata quale “ Sede dei fanalisti del porto “. La superfi cie assegnata in concessione era di 1362 mq; il fabbricato ne copriva 444 mq. Da via Porto, mediante una scala a due rampe contrapposte, si scendeva in una ampia zona, sulla quale, negli anni ’40, verrà impiantato il primo campo di tennis privato in Salerno. La costruzione era a due piani, edifi cata in muratura di tufo con strutture portanti in cemento armato. 56 A piano terra: un corpo centrale adibito a sala imbarcazioni, a sistemazione dei remi e dei timoni. Due corpi simmetrici laterali, più corti, suddivisi in più zone. A sinistra gli spogliatoi e servizi soci e zona destinata alla carpenteria; a destra gli spogliatoi e servizi atleti, zona per deposito barche a vela e a motore e piccola zona destinata, con installazione di fortuna, al custode di notte. Tre porte in legno davano accesso alla banchina alla quale erano attraccati due pontili in legno. Una stretta scaletta alla marinara, dalla zona scoperta portava in terrazza. Qui, un corpo di fabbrica, coprente il sottostante salone barche, costituiva un unico ambiente adibito ad uffi cio della presidenza e della segreteria. del pittore Mario Avallone l’area dei cantieri navali
Circolo Canottieri Irno 1910•2010 100 anni di passione Da questa nuova sede riprese l’attività del Circolo. A dare una mano fu Francesco Bruno, che cominciò ad allenare i giovani. Francesco Bruno, il popolare “ Ciccio “, oltre che buon canottiere e valente boxeur negli anni venti, sarà uno dei Soci più rappresentativi dell’Irno, sarà chiamato più volte negli anni della ripresa a ricoprire la carica di Presidente e verrà nominato Socio Benemerito. Gli allenamenti rispettavano i metodi inculcati da Polese e se necessario si continuava ad utilizzare la macchina–voga infi ssa sul pontone galleggiante dinanzi alla sede sociale. Lo usavano i canottieri alle prime armi e l’usavano coloro che, rimasti soli, non erano riusciti a scendere in acqua. Comunque un tipo di allenamento da tutti detestato. Il pittore Mario Avallone l’area dei cantieri navali L’Irno gareggiò con Francesco Paolo Altieri - Peppino Bellelli - Leone Bichi - Mario Botta - Gustavo Bottiglieri - Cenzo Cairone - Antonio Capone - Vittorio De Rosa - Carlo Raff aele Esposito - Silvio Gomez da Silva – Ugo Lamberti - Michele Marotta - Ermelindo Mautone - i fratelli Francesco e Menino Padula - Aurelio Minoliti - i cugini Amedeo-Andrea-Giuseppe e Mario Palumbo - Vincenzo Risi - Mario Romei - Luigi Salzano - Ivan Severini - ed i fratelli Gaetano - Turiddu e Renato Vigliar ed i timonieri Dante Ravazzoli - Oscar Vairo - Ciccio e Tanino Consiglio. Con questi atleti prese parte a diverse regate a Napoli, a Castelgandolfo, a Santa Margherita Ligure. Agli inizi del 1936 sono oltre cinquanta i giovani che fanno canottaggio. 57
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