Il Libro del Centenario - Circolo Canottieri Irno ASD
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<strong>Circolo</strong> <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong> 1910•2010 100 anni di passione<br />
Cavour il famoso “ Imbarcadero “ e organizzerà un servizio di turismo<br />
costiero, diverrà Socio <strong>del</strong>la <strong>Irno</strong>.<br />
Bellelli non si perse d’animo : dopo aver chiesto inutilmente un<br />
pass al comando <strong>del</strong>la Head Quarter Navy, si rivolse direttamente<br />
al Town Major di Salerno, il Maggiore Heutte, Anche lui canottiere,<br />
capo voga di un quattro outrigger, promise a Bellelli un permesso<br />
di frequenza <strong>del</strong>la Sede per lui e per un ristretto numero di<br />
Soci. Bellelli segnalò i nomi di Andrea Palumbo, Gennaro Egidio,<br />
Luigi Capone e Mimmo Rescigno, perché tutti presenti a Salerno<br />
e disponibili a tenere i contatti con la sede sociale. Purtroppo<br />
non venne rilasciato alcun permesso e i soci, i cui nominativi erano<br />
stati segnalati alle autorità di occupazione, quando tentarono<br />
di accostarsi agli impianti sportivi vennero allontanati, talvolta in<br />
maniera brusca.<br />
Non diversamente venne trattato l’avv. Bellelli. Si racconta che un<br />
giorno avesse cercato di entrare nel <strong>Circolo</strong> per rendersi personalmente<br />
conto dei danni subiti. Un soldato inglese lo aveva aff rontato<br />
e sembra persino schiaff eggiato. In seguito si sarebbe venuto a sapere<br />
il perché <strong>del</strong>l’aggressione. In Segreteria, al piano superiore,<br />
era stato rinvenuto un album di fotografi e, dimenticato dal giovane<br />
Jandolo : in una di esse era ritratto lo “ Sceriff o “ in “orbace“, la<br />
divisa dei gerarchi fascisti, in atto di stringere la mano ad Achille<br />
Starace. Era stato riconosciuto e si aspettava solo di aff rontarlo<br />
qualora avesse osato farsi vedere.<br />
La preparazione <strong>del</strong>lo sbarco in Normandia rese nuovamente inaccessibile<br />
la zona militare <strong>del</strong> Porto ed <strong>Il</strong> ’43 terminò senza ottenere<br />
né il dissequestro <strong>del</strong>la sede né il rilascio di permessi per poterla<br />
frequentare.<br />
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Bellelli, con l’aiuto <strong>del</strong> comm. Giuseppe Tortorella e di Lorenzo<br />
Soriente, riuscì però a salvare tre yolette nascondendole sulla incavallatura<br />
<strong>del</strong> tetto <strong>del</strong> vicino cantiere navale.<br />
Nei primi mesi <strong>del</strong> ‘44, i militari alleati che occupavano la Sede<br />
cominciarono ad usare le imbarcazioni sino a quel momento ferme<br />
sulle mensole o sugli appositi cavalletti sotto la attenta sorveglianza<br />
di Pompeo Testa che, mantenendo fede alla promessa fatta<br />
a Bellelli, ne controllava con cura la conservazione.<br />
Fu allora che per decidere sulla manutenzione <strong>del</strong>le barche, ad<br />
iniziativa di un certo Mr. Chioum, a quei tempi “Comandante dei<br />
Cantieri”, si tenne presso il Cantiere Soriente una riunione cui<br />
partecipò Bellelli, il Town Major ed altri uffi ciali inglesi.<br />
Mr. Chioum espose la situazione in cui si trovava il materiale nautico<br />
sportivo <strong>del</strong>la <strong>Canottieri</strong> <strong>Irno</strong>. Precisò che esso correva il rischio<br />
di deteriorarsi ulteriormente se lasciato ancora in abbandono<br />
ma aggiunse che, qualora usato, aveva pur sempre bisogno di<br />
cura continua e di riparazioni. <strong>Il</strong> Town Major e gli Uffi ciali presenti<br />
si impegnarono a realizzare, a loro cura e spesa, ogni necessario<br />
intervento, come <strong>del</strong> resto già si stava facendo. Si stabilì quindi di<br />
costituire un “ Committee “(Direzione). nella quale vennero chiamati<br />
a far parte anche l’avv. Bellelli e quei Soci che questi avrebbe<br />
inteso segnalare. Per il momento, Bellelli indicò il solo nome <strong>del</strong><br />
Socio Fondatore avv. Bartolo Amato, riservandosi di poter dare incarichi<br />
esecutivi ad altri giovani soci.<br />
Inoltre si diede inizio alla raccolta di fondi. Bellelli si impegnò a<br />
nome <strong>del</strong> sodalizio al versamento di una quota mensile di lire 200<br />
Da parte loro, gli Alleati promisero che si sarebbero adoperati per<br />
la ricerca di aderenti alla intrapresa iniziativa.